Scuola e innovazione culturale nelle aree interne
L’idea di un numero monografico su “Scuola e innovazione culturale nelle aree interne” nasce nell’ambito delle attività di analisi e di co-progettazione territoriale svolta, a partire dal 2013, dalla Strategia Nazionale per le Aree Interne e dal Comitato Tecnico Aree Interne (al quale partecipa il MIUR, come referente istituzionale responsabile dei fondi legge di stabilità a finanziamento delle sperimentazioni nelle aree progetto).
Le aree interne sono caratterizzate dalla presenza di un’offerta formativa molto frammentata e di istituzioni scolastiche fortemente sottodimensionate. L’isolamento rispetto ai centri urbani e la carenza di collegamenti stradali accentuano questo problema, evidenziando, soprattutto per il primo ciclo di istruzione, esigenze di mantenimento del servizio nonostante il numero di alunni risulti al di sotto dei parametri previsti dalle norme di legge.
Sono aree in cui la pluriclasse, per esempio, è spesso considerata una pratica “disfunzionale”: classi troppo esigue non favoriscono lo scambio e la socializzazione tra gli alunni né assicurano un adeguato confronto tra i docenti, presente invece nell’ambito di scuole di dimensioni più consistenti. Tuttavia, alcuni studi sociologici (Cerri, a cura di, 2012) hanno mostrato che non in tutti i casi le pluriclassi incidono negativamente sulla qualità della didattica, così come recenti esperienze hanno suggerito l’ipotesi che classi “piccole” possano essere valorizzate, diventando terreno di sperimentazione di nuovi modelli didattici orientati alle esigenze specifiche e di sviluppo di aree locali marginali, in una strategia complessiva di sperimentazione e di crescita di un territorio.
I temi della scuola, dell’istruzione e della cultura nelle aree interne (già affrontati nel convegno “Alfabetizzazione, apprendimento, arte. Il divario culturale delle aree rurali fragili” promosso dall’Università di Trieste ) riguardano molteplici dimensioni, come le competenze e il capitale sociale; i modelli pedagogici e la qualità della didattica; gli ambienti e i modelli di apprendimento; la flessibilità organizzativa e i sistemi integrati di apprendimento (p.es.: percorsi “zero-sei”); la didattica laboratoriale e collaborativa, anche in classi “piccole”; le competenze digitali e la didattica innovativa.
I temi chiave che verranno affrontati (sul piano della riflessione teorico-metodologica e della ricerca empirica), anche in una prospettiva di comparazione nazionale e internazionale, sono i seguenti:
• Partecipazione degli studenti in azioni di sviluppo locale e in esperienze progettuali nelle scuole o in altri contesti culturali, in termini di adeguamento e convergenza fra attività didattiche e sistema produttivo locale.
•Impegno delle scuole, dei programmi didattici e degli operatori culturali in progetti di costituzione di comunità, in termini di tutela del paesaggio, delle specificità storico-culturali, dell'ambiente e delle riserve energetiche, e di contrasto al cambiamento climatico.
• Scelte di policy e co-progettazione della Strategia Nazionale per le Aree Interne, in particolare sulla convergenza fra i progetti didattici/formativi e il disegno di sviluppo delineato dalla Strategia e da altri progetti di sviluppo locale.
•Valutazione di progetti educativi nelle scuole di ogni ordine e grado, con particolare attenzione alla scuola primaria (quali esperienze innovative in pluriclassi?), dalla outdoor education (quali vantaggi in termini di apprendimento?), all’e-learning (quali modelli di innovazione organizzativa?).
• Passato e presente delle esperienze innovative in piccole scuole e in aree interne: destrutturazione della didattica (in termini di superamento delle rigidità di orario o di disciplina), nuovi modelli pedagogici, nuove architetture, ambienti di apprendimento, educazione non formale, orientamento.
•Ruolo delle arti e dell'alta formazione per l'innovazione culturale e la nascita di nuove comunità.
•Povertà educativa e disuguaglianze territoriali (in aree urbane e aree interne, e tra aree urbane/interne).
Le candidature a partecipare al volume con un proprio saggio, corredate da un abstract di circa 2.000 caratteri, da un curriculum vitae (max 1.000 caratteri) e da una bibliografia essenziale di massimo 5 titoli sul tema proposto, dovranno essere inviate entro il 12 ottobre a [email protected] e [email protected]. Una volta selezionati gli interventi, saranno inviati i criteri editoriali per la stesura del saggio, che dovrà essere consegnato entro il 21 dicembre 2018. Il volume che raccoglierà gli interventi selezionati uscirà nella collana dei «Quaderni della Ricerca» di Loescher Editore nella primavera del 2019.
Il Comitato promotore è composto da Sabrina Lucatelli (Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento per le Politiche di Coesione), Giorgio Osti (Università di Trieste), Giovanni Carrosio (Università di Trieste), Simone Giusti (L’Altra Città), Veronica Lo Presti (Università degli studi di Roma “La Sapienza”), Anna Natali (eco&eco), Ilda Curti (IUR - Innovazione Urbana e Rigenerazione), Catterina Seia (Fondazione Fitzcarraldo), Emmanuele Curti (Matera 2019), Giulio Cederna (Save the Children), Nicolò Fenu (Sardarch).
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