LA CULTURA A MILANO, E IN ITALIA: CERCASI VISIONE E STRATEGIA
SPECIALE VALORIZZAZIONE DEGLI IMMOBILI PUBBLICI E SVILUPPO TERRITORIALE.
Considero il contributo di Davide Ponzini, Federico Colleoni, Alessio Re un importante sasso da lanciare pesantemente nello stagno della Cultura milanese, dove su questi temi – la visione e la strategia per la Cultura che (non) muovono le tre Istituzioni locali e le Imprese del territorio – sono di fatto inesistenti le azioni e prima ancora il pensiero e le occasioni di confronto.
Concordo sul fatto che il problema non sia solo milanese e lombardo, ma nazionale: le croniche sconnessioni tra (non) governi della Cultura nazionali e locali sono tra le cause di una programmazione culturale dal respiro corto e affannato.
Milano e la Lombardia vanno di fretta, privilegiando la tattica alla strategia. Nella Cultura questo è un errore grave, che porta risultati asfittici, specie se vogliamo contestualizzarci in uno scenario globale: altrove - anche in territori meno dotati di patrimonio culturale ereditario - la Cultura genera e segna piani pluriennali integrati, dove la produzione culturale dialoga con la pianificazione urbanistica e lo sviluppo economico e sociale.
A Milano, e in Lombardia, fino alla fine del primo decennio del 2000, questo era un tema semplicemente trascurato, superato dal fatto che comunque qualcosa si produceva, si comunicava, quindi ‘esisteva’.
Poi il tormentone è stato uno solo: c’è la crisi (globale, mica solo italiana, non possiamo farci proprio nulla!) quindi non ci sono risorse, e non possiamo agire. I privati che prima assicuravano risorse e talvolta visioni si sono ritirati in buon ordine, lasciandoci orfani di progetti culturali importanti e invidiabili, come è ad esempio accaduto con la Fondazione Arnaldo Pomodoro. L’unico baluardo rimasto è la Fondazione Cariplo (sempre sia lodata) che non casualmente è committente anche di questo studio, grazie alla quale si sono potuti avviare anche progetti sistematici e non occasionali: ho vissuto direttamente il beneficio nel citato Nord-Est di Milano.
Infine è arrivato il ‘Grande Evento’, Expo 2015: un’altra emergenza, un'altra occasione per ragionare e operare solo tatticamente, come ben ricorda Ponzini.
Anche se personalmente sono sempre più allergico ai convegni e ai dibattiti, se non finalizzati a produrre immediatamente percorsi e azioni concrete e misurabili, mi auguro che il Forum che lui auspica abbia luogo, raccomandandomi che in questo contesto si focalizzi l’attenzione anche sul rapporto tra Cultura e Impresa, e sulle modalità per renderlo più efficace in forza di un’azione strategica e non occasionale.
Francesco Moneta – Presidente del Comitato CULTURA + IMPRESA