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IL CIBO PER LA MENTE E’ IN TAVOLA

  • Pubblicato il: 10/08/2015 - 12:32
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NOTIZIE
Articolo a cura di: 
Francesco Moneta

EXPO 2015 chiama (finalmente) la Cultura. Non sappiamo se e quali segni forti della propria azione governativa lascerà  il Ministro del MIBACT Dario Franceschini. Probabilmente sarà per i posteri ‘il Ministro dell’Art Bonus’, o quello della riforma dei ruoli in Musei e Sovrintendenze  tra ‘Conservazione’ e ‘Valorizzazione’. Sicuramente sarà colui che è stato capace per la prima volta di riunire intorno ad un unico tavolo 83 Ministri e Delegazioni ministeriali della Cultura di Paesi di ogni angolo del mondo, rendendo protagonista il Governo italiano di una inedita e necessaria ‘diplomazia della cultura’. E’ stato fatto a Milano, il 31 luglio e il 1 agosto,  in occasione di  ‘CULTURA AS AN INSTRUMENT OF DIALOGUE AMONG PEOPLE – International Conference of Ministers of Culture’

 

 
 
Il colpo d’occhio, sabato 1 agosto, all’Auditorium di Expo 2015, era notevole,  soprattutto per chi era consapevole della straordinarietà dell’evento.
L’orgoglio era palpabile nello staff del Ministero: “questo è il frutto di un grande lavoro di squadra, prima di tutto nostro e poi insieme ad Expo, RAI (presente con numerose telecamere per la complessa regia video dell’evento e la diretta tv), e tutti coloro che ci hanno consentito di accogliere a Milano questa inedita  diversità di rappresentanti della Cultura del mondo, iniziando dalla giornata di venerdì con lo straordinario ‘check-in’ alla Fondazione Prada,  che ha confermato come anche in casi come questo il rapporto tra Istituzioni e Privati porti reciproci benefici.”
Da segnalare che le visite delle delegazioni, il venerdì sera al Teatro alla Scala e il sabato mattina presto al Cenacolo, “sono state organizzate senza interferire con il  normale flusso degli spettatori e dei visitatori: abbiamo prenotato per tempo i biglietti e gli ingressi, siamo stati volentieri insieme alla gente che fruisce quotidianamente della Cultura”.  
 
Certo, il ‘fattore Expo’ è stato decisivo. Ma l’idea – maturata e annunciata nel mese di aprile – è forte, soprattutto considerando che il palcoscenico internazionale e interculturale di Expo 2015  poco o nulla ha offerto fino ad ora alla Cultura.
L’efficiente cerimoniale del Ministero ha disposto le delegazioni intorno al grande tavolo in rigoroso ordine alfabetico, e abbiamo trovato in sequenza, ad esempio, Palestina, Oman, Netherlands e Nepal, vicini di tavolo ma distanti nelle culture e nella visione della vita (suggerimento: organizzati in gruppi intorno a tavoli tondi potrebbero essere facilitati nell’intrattenere dialoghi non solo formali?)
Alle pareti, una avvolgente proiezione degli scavi di Pompei, che il Ministero ora può presentare come uno dei grandi lavori finalmente ‘in corso’.
A fare da ‘conduttore’ lo stesso Ministro, dando la parola prima allo scrittore filosofo Umberto Eco e poi a Silvia Costa – Presidente della Commissione Cultura del Parlamento Europeo.
 
Umberto Eco è stato introdotto dalla proiezione del video ‘Culture: Food for the Mind’, presentato per l’occasione dal MIBACT (girato a Palazzo Farnese di Caprarola-Viterbo) e visibile in rete – dove un sussiegoso Giancarlo Giannini in veste di maitre elenca le’ portate’ rappresentate dall’offerta culturale nazionale, chiudendo con ‘Il Cibo per la Mente è in Tavola!’.
E’ probabile che il tema del ‘cibo per la mente’ sia  un omaggio al contesto di Expo 2015, ma ad Eco non è parso vero di chiosare le parole di un precedente  ‘uomo politico italiano’: quante volte abbiamo ascoltato la citazione ‘con la Cultura non si mangia’ in una conferenza/convegno/dibattito di addetti ai lavori della Cultura? Anche il nostro scrittore non si è tirato indietro, perché  oggettivamente quel video pare anche  una puntuta risposta ‘di categoria’ a una infelice dichiarazione per la quale Giulio Tremonti rimarrà Ministro dell’Economia e delle Finanze celebre e ipercitato ancora per qualche tempo.
Umberto Eco - che si è  concentrato sul ruolo delle Arti e la Cultura come promotori di conoscenza tra i popoli, dalle avanguardie artistiche che hanno avvicinato l’Occidente all’Africa, ai volontari che operano  in contesti di vulnerabilità con sollecitazioni culturali - ha evidenziato come ‘gli stessi interscambi non eliminano i fenomeni di razzismo e xenofobia;  i gerarchi nazisti sterminarono un popolo la cui cultura conoscevano benissimo’.
Silvia Costa ha ricordato come ‘la Cultura sia ancora troppo poco presente nelle priorità delle scelte politiche ed economiche, nei programmi di sviluppo sostenibile, nelle strategie educative e nelle relazioni internazionali e di sicurezza’.
 
Il tema della sicurezza è stato protagonista della Conferenza,  e in questo contesto non possiamo dimenticare un’altra iniziativa pilota italiana, quel ‘Cultural Heritage Rescue Prize’ lanciato a Venezia lo scorso anno dall’ Associazione Priorità Cultura di Francesco Rutelli per premiare a livello internazionale ‘i coraggiosi che si battono per salvare l’arte’. Come ha ricordato la stessa Costa, ‘i luoghi della cultura, della educazione e del culto sono individuati dai terroristi come simboli da distruggere perché lì si formano le coscienze, la conoscenza e la convivenza”.
 
Molti interventi successivi hanno preso posizione su questa emergenza, quando il  Ministro Franceschini ha invitato personalmente ognuno dei Ministri  e Delegati ‘colleghi’ prenotatisi a parlare, dando loro il tempo di 4’, non sempre rispettato. Con decine di interventi inevitabile è stata la duplicazione di ringraziamenti, concetti generali  e dichiarazioni di principio. Tutti hanno riconosciuto l’importanza di questa iniziativa italiana, alcuni  hanno approfittato di questa vetrina internazionale  per lanciare messaggi politici e rivendicazioni, come Serbia e Turchia dove i conflitti interni ed esterni anche culturali hanno ancora un peso rilevante.
 
Alla fine, era necessaria una sintesi che è stata presentata come ‘Dichiarazione di Milano’: ecumenicamente ‘ i Ministri esprimono la loro più ferma condanna all’uso della violenza contro il patrimonio culturale mondiale ed esortano al rispetto e alla tolleranza reciproca quali strumenti idonei al dialogo fra i popoli’.
L’esortazione alle Nazioni Unite e all’UNESCO è che ‘i principi del dialogo tra le culture, il rafforzamento della tolleranza ed il rispetto reciproco fra popoli e culture diverse siano mantenute al centro dell’azione della comunità internazionale’.
 
Non abbiamo idea di se e come sarà possibile organizzare un’altra riunione di questa portata tra Ministri della Cultura di ogni Paese del mondo.  Molto ci sarebbe da discutere e mettere in comune, al fine di creare collaborazioni  strategiche, interscambi non occasionali.  In questo, anche i Privati possono trovare un proprio ruolo, se è vero che la nostra economia si sta rivolgendo preferibilmente proprio ai nuovi Paesi trainanti, in cui la dimensione culturale può essere un terreno per coltivare avvicinamento e creare ‘ponti ‘ solidi.
 
Francesco Moneta – Presidente del Comitato CULTURA + IMPRESA
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