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Una giovane star sulla Luna

  • Pubblicato il: 11/11/2011 - 08:59
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI CIVILI
Articolo a cura di: 
Jenny Dogliani
The Inaccessible Poem

Torino. L’arte, come la scienza, è un’esplorazione con cui la mente crea modelli veritieri o illusori per tentare di comprendere il mondo. Da qui parte la ricerca di Simon Starling,  cui la Fondazione Merz dedica «The Inaccessible Poem», una mostra aperta fino al 15 gennaio. Al centro della rassegna, un progetto inedito in dialogo con l’opera di Mario Merz «Spostamenti della Terra e della Luna su un asse». Come Merz, Starling analizza il concetto di viaggio e nomadismo, la relazione tra natura e tecnologia, per descrivere l’equilibrio precario su cui corrono ricerca artistica ed esistenziale. «In Three Day Sky» l’energia accumulata da pannelli solari diventa simbolo del potere creativo. Si tratta di una speculazione filosofica alla base della serie tratta da «The Moon: Considered as a Plante, a World and a Satellite», una pubblicazione del 1874 con immagini della Luna frutto di osservazione scientifica e visione fantastica. Attraverso simili lavori, Starling mette in luce la discrepanza tra la realtà, i suoi frammenti e la sua interpretazione. Su tale spaccatura nasce «The Long Ton» (nella foto): due blocchi di marmo, uno grande e cinese, l’altro piccolo e di Carrara. Grazie alle diverse dimensioni i due pezzi hanno la stessa quotazione, invitando a riflettere sul significato di copia e originale, economia, mercato e valore. «Project for a Masquerade», invece, è un video che presenta la lavorazione di una performance realizzata con maschere del Teatro Nô, raffiguranti personaggi veri e immaginari coinvolti nella tragedia di Hiroshima.

da Il Giornale dell'Arte numero 314, novembre 2011