Una Fondazione per creare rete sull’eredità culturale
Autore/i:
Rubrica:
FONDAZIONI PER LA CULTURA
Articolo a cura di:
Elena Inchingolo
Cuneo e la sua provincia, la più grande del Piemonte, un territorio di circa 6000 km2 e 600.000 abitanti che comprende ampie aree montane, gode oggi di un virtuoso risveglio culturale, che punta alla qualità dell’ambiente, alla valorizzazione delle risorse storico-artistiche, allo sviluppo di un turismo responsabile di provenienza internazionale. La Fondazione Artea, partecipata dagli enti territoriali, rinasce con un nuovo corso per un progetto di rete su area vasta, operando in partnership con imprese ed istituzioni culturali, locali e regionali. Ha ambizioni. Intende diventare un importante modello nella gestione socio-culturale di aree interne. La parola a Marco Galateri di Genola, Presidente della Fondazione, Michela Giuggia, Vicepresidente della Fondazione e Presidente dell’Assemblea dei Sostenitori e Alessandro Isaia, Direttore
Fondata nel 2009 dall’Associazione Marcovaldo, Artea rinasce, rilanciata come fondazione di partecipazione, per promuovere, nella provincia cuneese, nell’area geografica compresa tra le valli monregalesi e la Val Po, una progettazione culturale attenta alla sostenibilità economica del territorio.
Nel 2016 prende avvio il suo nuovo corso, per volontà della Regione Piemonte di fornire a quell’ampia porzione territoriale, uno strumento moderno di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, nell’intento di stimolare le vocazioni delle singole aree, attraverso i linguaggi e le istanze della contemporaneità e secondo una prospettiva d’inclusione e sviluppo sociale.
Attraverso una struttura rinnovata, composta dal Collegio dei Fondatori, nella persona del Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e, per delega, dell’Assessore alla Cultura Antonella Parigi, un Consiglio d’Amministrazione oggi presieduto da Marco Galateri di Genola, dall’Assemblea dei Sostenitori, guidata dalla Vicepresidente dell’Ente Michela Giuggia, a cui si aggiungono il Revisore Unico dei Conti, Lorenzo Durando, e il Direttore, Alessandro Isaia, la Fondazione è oggi pronta a tradurre la propria missione di apporto significativo allo sviluppo culturale della provincia di Cuneo per cui ha visto la luce.
Oltre alla Regione Piemonte, socio fondatore di Artea - che ha destinato alle attività della fondazione per il 2018 un contributo di circa 650.000 euro, su un bilancio previsionale di circa 740.000 euro - sono 14 i soci sostenitori dell’ente, tra comuni e unioni comunali - come Cuneo, Saluzzo, Mondovì, Fossano, Savigliano, Busca, Caraglio, Vinadio, Dronero, e le Unioni montane Valle Varaita, Valle Stura, Valle Grana, Valle Maira e l’Unione Montana dei Comuni del Monviso.
Quale la strategia e le linee di intervento? In quest’area vasta della provincia di Cuneo, la Regione Piemonte ha individuato alcuni “beni faro”, come il Castello e Parco del Roccolo di Busca, il Filatoio di Caraglio e il Forte Albertino di Vinadio che per valore e prestigio culturale costituiscono il principale patrimonio su cui sviluppare le azioni di Artea. Considerando i musei ed i beni artistici come “presidio attivo della cultura territoriale, anima dell’identità dei luoghi e incubatore di idee”, Fondazione Artea si è posta l’obiettivo di potenziare l’offerta culturale attraverso lo sviluppo di temi e linee strategiche condivise con il territorio, operando al fianco delle amministrazioni locali, degli operatori culturali e del mondo produttivo. Alcuni eventi co-prodotti dopo la sua “rinascita”, vanno in questa direzione. Alla Castiglia di Saluzzo, insieme ad UR-CA Casa Laboratorio, ha avviato con La scelta di Giulio, una riflessione sul valore della pittura paesaggistica nella cultura contemporanea, attraverso l’opera del pittore piemontese Giulio Boetto. Una mostra che rappresenta il primo capitolo di un progetto in divenire tra gli eredi di Boetto e l’Amministrazione saluzzese che potrebbe approdare alla costituzione di una collezione permanente, dedicata alle opere del pittore.
Sul tema della valorizzazione dei beni storico-artistici attraverso l’organizzazione di eventi culturali di rilievo, invece, spicca il progetto espositivo, Fontana e Manzoni. Tesori nascosti dalla Collezione La Gaia curato dalla Collezione La Gaia e interamente organizzato e promosso da Fondazione Artea, in partnership con il Comune di Fossano. La mostra, ospitata nelle sale del Castello degli Acaja di Fossano si è chiusa nell’aprile scorso ed è stata una “prova generale” di collaborazione con una delle più rilevanti collezioni private di arte contemporanea europee, con sede a Busca, in un territorio senza luoghi pubblici deputati alla produzione artistica del tempo presente.
In questa direzione di valorizzazione di un patrimonio diffuso attraverso la produzione contemporanea, va la rassegna ideata e organizzata dall’Ente di Letteratura e Musica, Carte da Decifrare, al Castello del Roccolo di Busca: un format originale che ha visto scrittori del calibro di Giancarlo De Cataldo, Michela Murgia, Paolo Giordano e Diego De Silva interagire, creando performance ad hoc, con musicisti di grande valore quali, per citarne soltanto alcuni, Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, o Danilo Rea, pianista jazz di fama internazionale. Grandi risposte di pubblico e critica per operazioni di qualità nella ricerca e nella metodologia.
Sta nascendo un modello di governance partecipata, di sviluppo a base culturale? Esportabile? Per comprendere abbiamo incontrato Marco Galateri di Genola, ingegnere e Presidente della holding industriale Sagittario S.p.a, Michela Giuggia, architetto e Presidente dell’Associazione ART.UR., rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Fondazione Artea e Alessandro Isaia, che ne è il Direttore.
Come nasce la Fondazione Artea? Qual è, oggi, la sua mission?
Marco Galateri di Genola: La Fondazione nasce dalla forte esigenza che il territorio delle valli del Cuneese e della pianura sottostante sentiva per il rafforzamento della propria attività culturale, anche attraverso la messa in rete di tutti gli operatori del settore.
La Regione Piemonte, attraverso il suo Assessorato alla Cultura, ha condiviso questa necessità e ha (ri)costituito Artea, nel 2016, dandole un nuovo e più attuale modello di governance, proprio al fine di incentivare tutte le possibili ricadute economiche e sociali, anche nell’auspicio di veder crescere soci ed enti sostenitori, oltre ai 14 già presenti.
La mission di Artea è quindi quella di diventare catalizzatore e facilitatore di progetti culturali di qualità, che possano avere una risonanza non solo locale, attirando l’attenzione e l’interesse a livello regionale e nazionale sulla provincia di Cuneo.
Qual è stata l’evoluzione della sua governance fino ad oggi?
MGG: La governance di Artea è stata studiata per permettere ai soci fondatori e beneficiari di veder accolte le proprie esigenze e di controllare l’attività da essa svolta. Ciò avviene attraverso l’operato di un Consiglio composto da cinque membri, di cui tre sono di nomina regionale, selezionati attraverso bando pubblico, e due sono nominati su proposta dell’Assemblea dei Sostenitori. Il Consiglio è assistito da un Revisore dei Conti, da un Organismo di Vigilanza e da un Responsabile per la trasparenza e l’anticorruzione, così come vuole la normativa di riferimento, e si è recentemente dotato, come da ex D.lgs. 231 del 2001, di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo che definisce gli ambiti d’azione, il funzionamento e l’impianto gestionale della Fondazione.
È stato nominato Presidente della Fondazione Artea nel marzo scorso. Quali le linee del suo mandato?
MGG: Il mio compito è quello di definire le linee strategiche di gestione della Fondazione insieme al Direttore e al Consiglio di Amministrazione. Ho il dovere di agevolare i rapporti tra la Fondazione e gli enti con cui essa si interfaccia, assistendo al reperimento dei mezzi economici necessari per svolgere l’attività programmata. A tal fine sarà davvero importante il contributo delle Fondazioni bancarie del territorio, che nel tempo, con il loro agire, hanno provveduto alla salvaguardia dei beni culturali, sostenendo gli enti locali in numerose iniziative che altrimenti non avrebbero potuto avere luogo.
Ritengo, inoltre, sia indispensabile evitare la duplicazione delle attività con altre organizzazioni che operano sul territorio in settori limitrofi, agevolando la collaborazione tra i vari attori perché si possano sfruttare al meglio le risorse disponibili.
Nella sua visione potrebbe descrivere in 3 concetti chiave l’operato della Fondazione?
MGG: Promuovere eventi di qualità, di interesse non solo locale, in grado di aumentare la visibilità del territorio anche fuori dall’area di riferimento. Condividere il programma delle attività con i soci ed i responsabili degli altri enti territoriali che operano nel settore culturale, promuovendo la messa in rete dei programmi in modo da ottimizzare le risorse disponibili. Attivare, grazie alla qualità dei programmi, il coinvolgimento di nuove imprese partner per poter incrementare le risorse economiche con cui la Fondazione opera.
Artea è una Fondazione “del e per il territorio”. Ci può spiegare meglio questo concetto? Ovvero come si espleta il modello di sviluppo territoriale che la Fondazione segue?
Michela Giuggia: Prima di chiarire l’essenza del “pay off” citato, che identifica molto bene la natura di Artea, vorrei inquadrare la realtà del territorio in cui ci troviamo ad intervenire.
Questa porzione di provincia di Cuneo, dalle valli alpine alla pianura, escluso il territorio di Bra ed Alba è, sin dalla sua nascita, l’area geografica di riferimento della Fondazione.
Artea nasce nel 2009 per opera dell’Associazione Marcovaldo e, dopo un periodo di inattività, viene completamente ripensata, a partire dal 2016, grazie alla volontà della Regione Piemonte di mantenere la stessa area d’azione, di amministrare la non semplice eredità della passata gestione e di “traghettarla” verso un nuovo corso.
Il territorio in questione è policentrico, per molti versi parcellizzato, ma al contempo è un’area vivace dal punto di vista culturale, sia per l’esistenza di numerosi beni e siti attrattori, di media e piccola entità, sia per una variegata produzione culturale e per una buona presenza di imprese riferite a questo vasto settore, con un trend di audience development in continua crescita.
A tal proposito la Relazione Annuale dell’Osservatorio Culturale del Piemonte del 2017 ha rilevato un progressivo aumento di ingressi nei musei della provincia di Cuneo negli ultimi anni, con una variazione del +13.5% tra il 2016 e il 2017.
Un clima favorevole, dunque, per il settore culturale, ma non ancora sufficientemente efficace per la creazione di un’“atmosfera creativa”[1] che abbia un impatto economico e sociale adeguato.
Ecco perché la Fondazione Artea si pone, sin dal suo ri-avvio, come una realtà capace di implementare la produzione culturale di qualità dei territori, di coordinarne la programmazione evitando sovrapposizioni e di amplificarla accrescendone la comunicazione. La volontà e l’atteggiamento sono principalmente l’analisi, l’osservazione e l’ascolto delle amministrazioni locali, proprio con l’obiettivo di porsi come agente di sviluppo interno, nel cui codice genetico siano presenti gli enti locali, con il compito di potenziare la strategia culturale della propria area di pertinenza.
Artea è pertanto una fondazione che non prescinde dall’identità e dalla centralità del territorio, inteso come sedimentazione di fattori storici e sociali, ma che punta sul dialogo, sul confronto e sul coordinamento nell’ottica di valorizzarne le potenzialità attraverso il rafforzamento e la messa a sistema dell’offerta culturale esistente.
Oggi in Fondazione Artea, Lei riveste il ruolo di Vicepresidente dell’ente e Presidente dell’Assemblea dei Sostenitori. Può spiegare in cosa consiste quest’ultimo organo e come opera nell’ambito della governance della Fondazione?
MG: Dopo avere seguito la start-up della Fondazione, sin dalla sua rinascita, in qualità di Presidente, ho ora l’onore di presiedere l’Assemblea dei Sostenitori, l’organo composto dai rappresentanti dei comuni con più di 15.000 abitanti e delle Unioni dei Comuni, che sono entrati a far parte della rete dei soci della Fondazione a partire dal 2016.
Oggi, i sostenitori della Fondazione Artea sono i comuni di Cuneo, Saluzzo, Mondovì, Fossano, Savigliano, Busca, Caraglio, Vinadio, Dronero, le Unioni montane Valle Varaita, Valle Stura, Valle Grana, Valle Maira e l’Unione Montana dei Comuni del Monviso, che stanno lavorando sempre più per una programmazione culturale attraente e di sistema.
All’interno della Fondazione, l’Assemblea ha, soprattutto, una funzione consultiva.
Quest’ultima appare fondamentale, perché ritengo che, per una fondazione come la nostra, sia indispensabile l’ascolto della rete territoriale, in accordo con il disegno delle linee programmatiche.
In questo senso, personalmente considero efficaci le operazioni che siano capaci di sintonizzarsi con le strategie culturali, soprattutto se di area vasta. Sebbene sia evidente il rischio di rendere i processi sempre più complessi, credo che il confronto sia l’unico modello praticabile; solo così si può perseguire un coinvolgimento fattivo e non “di maniera”, unitamente al raggiungimento di obiettivi condivisi e ad un’adeguata ricaduta di investimenti a breve e a lungo termine, in un’ottica di sostenibilità.
In che modo la Fondazione si relaziona con gli stakeholder?
MG: In Fondazione tutti i portatori di interesse, di natura pubblica, sono parte attiva nelle strategie culturali. Per quanto riguarda, invece, le partecipazioni in ambito privato, condotte dalle Fondazioni bancarie, dagli operatori culturali locali, anche di minori dimensioni e dalle realtà produttive, è Artea a porsi come facilitatore di processi.
Il network che si sta creando è frutto di relazioni e collaborazioni che si pongono l’obiettivo di acquisire più efficacia e incrementare la sostenibilità dei progetti in termini economici.
La Fondazione ha appena chiuso il suo primo anno di attività dall’arrivo del Direttore Alessandro Isaia e ha intessuto fin da subito solidi e produttivi rapporti con le realtà citate pocanzi.
Un ente, che ha tra i suoi obiettivi lo sviluppo dell’audience, attraverso una politica culturale identitaria ed inclusiva, e “il coinvolgimento delle associazioni, delle imprese culturali e dei cittadini per aumentare l’inclusione e il bacino di collaborazioni, progredendo da una fase di fruizione a una di crescita e di condivisione con i soggetti impegnati nell’attività di sviluppo del territorio”- come indicato sul modello di funzionamento della Fondazione stessa - non può che puntare ad un allargamento della partecipazione.
La prospettiva è quindi quella di implementare, sempre più, le collaborazioni, le co-progettazioni e le partnership con gli stakeholder di un territorio più ampio, per tendere alla valorizzazione di un’area geografica capace di essere ancor più attrattiva in ambito culturale e turistico.
Dal 21 settembre 2018 fino al 13 gennaio 2019 il Castello degli Acaja, il Museo Diocesano e la Chiesa della Santissima Trinità di Fossano ospitano la mostra Leonardo Opera Omnia, promossa e organizzata da Rai, Rai Com, Comune di Fossano, Diocesi di Fossano e Progettomondo.mlal, in collaborazione con Fondazione Artea e Regione Piemonte. Può darci qualche anticipazione sulle progettualità previste per il 2019?
Alessandro Isaia: Il programma delle attività per il 2019 è stato ampiamente discusso in riunioni del Consiglio, nei mesi di giugno e luglio, ed è stato presentato all’Assemblea dei Sostenitori a settembre, dopo essere stato preventivamente esaminato dall’Assessore Regionale competente, Antonella Parigi. La programmazione è in linea con quanto in svolgimento quest’ anno, opportunamente rafforzato e corretto secondo le indicazioni del territorio. Esso prevede alcune importanti iniziative in grado di attirare, ci auguriamo, l’attenzione di un pubblico extra-regionale, nonché internazionale. Non mancheranno naturalmente le collaborazioni con enti culturali di rilievo a livello territoriale e regionale (n.d.r. Associazione Castello del Roccolo , Fondazione Filatoio Rosso, Fondazione Piemonte dal Vivo , Hangar Piemonte , Polo del '900, Fondazione Fitzcarraldo, Film Commission Torino Piemonte, Salone Internazionale del Libro, Circolo dei Lettori, CeSPeC - Centro Studi sul Pensiero Contemporaneo ) con i quali abbiamo stabilito fin da subito rapporti proficui, nell’ottica di ottimizzare le risorse e riorganizzare le straordinarie competenze che l’intero sistema culturale piemontese è in grado di offrire.
Fondazione Artea sta crescendo, quindi, come modello di sviluppo e valorizzazione del patrimonio storico-artistico su area vasta, attivatore di sinergie virtuose con partner culturali sull’intero territorio piemontese. Quali saranno gli esiti di queste strategie? Restiamo in ascolto!
© Riproduzione riservata
Nel 2016 prende avvio il suo nuovo corso, per volontà della Regione Piemonte di fornire a quell’ampia porzione territoriale, uno strumento moderno di valorizzazione e promozione del patrimonio culturale, nell’intento di stimolare le vocazioni delle singole aree, attraverso i linguaggi e le istanze della contemporaneità e secondo una prospettiva d’inclusione e sviluppo sociale.
Attraverso una struttura rinnovata, composta dal Collegio dei Fondatori, nella persona del Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino e, per delega, dell’Assessore alla Cultura Antonella Parigi, un Consiglio d’Amministrazione oggi presieduto da Marco Galateri di Genola, dall’Assemblea dei Sostenitori, guidata dalla Vicepresidente dell’Ente Michela Giuggia, a cui si aggiungono il Revisore Unico dei Conti, Lorenzo Durando, e il Direttore, Alessandro Isaia, la Fondazione è oggi pronta a tradurre la propria missione di apporto significativo allo sviluppo culturale della provincia di Cuneo per cui ha visto la luce.
Oltre alla Regione Piemonte, socio fondatore di Artea - che ha destinato alle attività della fondazione per il 2018 un contributo di circa 650.000 euro, su un bilancio previsionale di circa 740.000 euro - sono 14 i soci sostenitori dell’ente, tra comuni e unioni comunali - come Cuneo, Saluzzo, Mondovì, Fossano, Savigliano, Busca, Caraglio, Vinadio, Dronero, e le Unioni montane Valle Varaita, Valle Stura, Valle Grana, Valle Maira e l’Unione Montana dei Comuni del Monviso.
Quale la strategia e le linee di intervento? In quest’area vasta della provincia di Cuneo, la Regione Piemonte ha individuato alcuni “beni faro”, come il Castello e Parco del Roccolo di Busca, il Filatoio di Caraglio e il Forte Albertino di Vinadio che per valore e prestigio culturale costituiscono il principale patrimonio su cui sviluppare le azioni di Artea. Considerando i musei ed i beni artistici come “presidio attivo della cultura territoriale, anima dell’identità dei luoghi e incubatore di idee”, Fondazione Artea si è posta l’obiettivo di potenziare l’offerta culturale attraverso lo sviluppo di temi e linee strategiche condivise con il territorio, operando al fianco delle amministrazioni locali, degli operatori culturali e del mondo produttivo. Alcuni eventi co-prodotti dopo la sua “rinascita”, vanno in questa direzione. Alla Castiglia di Saluzzo, insieme ad UR-CA Casa Laboratorio, ha avviato con La scelta di Giulio, una riflessione sul valore della pittura paesaggistica nella cultura contemporanea, attraverso l’opera del pittore piemontese Giulio Boetto. Una mostra che rappresenta il primo capitolo di un progetto in divenire tra gli eredi di Boetto e l’Amministrazione saluzzese che potrebbe approdare alla costituzione di una collezione permanente, dedicata alle opere del pittore.
Sul tema della valorizzazione dei beni storico-artistici attraverso l’organizzazione di eventi culturali di rilievo, invece, spicca il progetto espositivo, Fontana e Manzoni. Tesori nascosti dalla Collezione La Gaia curato dalla Collezione La Gaia e interamente organizzato e promosso da Fondazione Artea, in partnership con il Comune di Fossano. La mostra, ospitata nelle sale del Castello degli Acaja di Fossano si è chiusa nell’aprile scorso ed è stata una “prova generale” di collaborazione con una delle più rilevanti collezioni private di arte contemporanea europee, con sede a Busca, in un territorio senza luoghi pubblici deputati alla produzione artistica del tempo presente.
In questa direzione di valorizzazione di un patrimonio diffuso attraverso la produzione contemporanea, va la rassegna ideata e organizzata dall’Ente di Letteratura e Musica, Carte da Decifrare, al Castello del Roccolo di Busca: un format originale che ha visto scrittori del calibro di Giancarlo De Cataldo, Michela Murgia, Paolo Giordano e Diego De Silva interagire, creando performance ad hoc, con musicisti di grande valore quali, per citarne soltanto alcuni, Cristiano Godano, leader dei Marlene Kuntz, o Danilo Rea, pianista jazz di fama internazionale. Grandi risposte di pubblico e critica per operazioni di qualità nella ricerca e nella metodologia.
Sta nascendo un modello di governance partecipata, di sviluppo a base culturale? Esportabile? Per comprendere abbiamo incontrato Marco Galateri di Genola, ingegnere e Presidente della holding industriale Sagittario S.p.a, Michela Giuggia, architetto e Presidente dell’Associazione ART.UR., rispettivamente Presidente e Vicepresidente della Fondazione Artea e Alessandro Isaia, che ne è il Direttore.
Come nasce la Fondazione Artea? Qual è, oggi, la sua mission?
Marco Galateri di Genola: La Fondazione nasce dalla forte esigenza che il territorio delle valli del Cuneese e della pianura sottostante sentiva per il rafforzamento della propria attività culturale, anche attraverso la messa in rete di tutti gli operatori del settore.
La Regione Piemonte, attraverso il suo Assessorato alla Cultura, ha condiviso questa necessità e ha (ri)costituito Artea, nel 2016, dandole un nuovo e più attuale modello di governance, proprio al fine di incentivare tutte le possibili ricadute economiche e sociali, anche nell’auspicio di veder crescere soci ed enti sostenitori, oltre ai 14 già presenti.
La mission di Artea è quindi quella di diventare catalizzatore e facilitatore di progetti culturali di qualità, che possano avere una risonanza non solo locale, attirando l’attenzione e l’interesse a livello regionale e nazionale sulla provincia di Cuneo.
Qual è stata l’evoluzione della sua governance fino ad oggi?
MGG: La governance di Artea è stata studiata per permettere ai soci fondatori e beneficiari di veder accolte le proprie esigenze e di controllare l’attività da essa svolta. Ciò avviene attraverso l’operato di un Consiglio composto da cinque membri, di cui tre sono di nomina regionale, selezionati attraverso bando pubblico, e due sono nominati su proposta dell’Assemblea dei Sostenitori. Il Consiglio è assistito da un Revisore dei Conti, da un Organismo di Vigilanza e da un Responsabile per la trasparenza e l’anticorruzione, così come vuole la normativa di riferimento, e si è recentemente dotato, come da ex D.lgs. 231 del 2001, di un Modello di Organizzazione, Gestione e Controllo che definisce gli ambiti d’azione, il funzionamento e l’impianto gestionale della Fondazione.
È stato nominato Presidente della Fondazione Artea nel marzo scorso. Quali le linee del suo mandato?
MGG: Il mio compito è quello di definire le linee strategiche di gestione della Fondazione insieme al Direttore e al Consiglio di Amministrazione. Ho il dovere di agevolare i rapporti tra la Fondazione e gli enti con cui essa si interfaccia, assistendo al reperimento dei mezzi economici necessari per svolgere l’attività programmata. A tal fine sarà davvero importante il contributo delle Fondazioni bancarie del territorio, che nel tempo, con il loro agire, hanno provveduto alla salvaguardia dei beni culturali, sostenendo gli enti locali in numerose iniziative che altrimenti non avrebbero potuto avere luogo.
Ritengo, inoltre, sia indispensabile evitare la duplicazione delle attività con altre organizzazioni che operano sul territorio in settori limitrofi, agevolando la collaborazione tra i vari attori perché si possano sfruttare al meglio le risorse disponibili.
Nella sua visione potrebbe descrivere in 3 concetti chiave l’operato della Fondazione?
MGG: Promuovere eventi di qualità, di interesse non solo locale, in grado di aumentare la visibilità del territorio anche fuori dall’area di riferimento. Condividere il programma delle attività con i soci ed i responsabili degli altri enti territoriali che operano nel settore culturale, promuovendo la messa in rete dei programmi in modo da ottimizzare le risorse disponibili. Attivare, grazie alla qualità dei programmi, il coinvolgimento di nuove imprese partner per poter incrementare le risorse economiche con cui la Fondazione opera.
Artea è una Fondazione “del e per il territorio”. Ci può spiegare meglio questo concetto? Ovvero come si espleta il modello di sviluppo territoriale che la Fondazione segue?
Michela Giuggia: Prima di chiarire l’essenza del “pay off” citato, che identifica molto bene la natura di Artea, vorrei inquadrare la realtà del territorio in cui ci troviamo ad intervenire.
Questa porzione di provincia di Cuneo, dalle valli alpine alla pianura, escluso il territorio di Bra ed Alba è, sin dalla sua nascita, l’area geografica di riferimento della Fondazione.
Artea nasce nel 2009 per opera dell’Associazione Marcovaldo e, dopo un periodo di inattività, viene completamente ripensata, a partire dal 2016, grazie alla volontà della Regione Piemonte di mantenere la stessa area d’azione, di amministrare la non semplice eredità della passata gestione e di “traghettarla” verso un nuovo corso.
Il territorio in questione è policentrico, per molti versi parcellizzato, ma al contempo è un’area vivace dal punto di vista culturale, sia per l’esistenza di numerosi beni e siti attrattori, di media e piccola entità, sia per una variegata produzione culturale e per una buona presenza di imprese riferite a questo vasto settore, con un trend di audience development in continua crescita.
A tal proposito la Relazione Annuale dell’Osservatorio Culturale del Piemonte del 2017 ha rilevato un progressivo aumento di ingressi nei musei della provincia di Cuneo negli ultimi anni, con una variazione del +13.5% tra il 2016 e il 2017.
Un clima favorevole, dunque, per il settore culturale, ma non ancora sufficientemente efficace per la creazione di un’“atmosfera creativa”[1] che abbia un impatto economico e sociale adeguato.
Ecco perché la Fondazione Artea si pone, sin dal suo ri-avvio, come una realtà capace di implementare la produzione culturale di qualità dei territori, di coordinarne la programmazione evitando sovrapposizioni e di amplificarla accrescendone la comunicazione. La volontà e l’atteggiamento sono principalmente l’analisi, l’osservazione e l’ascolto delle amministrazioni locali, proprio con l’obiettivo di porsi come agente di sviluppo interno, nel cui codice genetico siano presenti gli enti locali, con il compito di potenziare la strategia culturale della propria area di pertinenza.
Artea è pertanto una fondazione che non prescinde dall’identità e dalla centralità del territorio, inteso come sedimentazione di fattori storici e sociali, ma che punta sul dialogo, sul confronto e sul coordinamento nell’ottica di valorizzarne le potenzialità attraverso il rafforzamento e la messa a sistema dell’offerta culturale esistente.
Oggi in Fondazione Artea, Lei riveste il ruolo di Vicepresidente dell’ente e Presidente dell’Assemblea dei Sostenitori. Può spiegare in cosa consiste quest’ultimo organo e come opera nell’ambito della governance della Fondazione?
MG: Dopo avere seguito la start-up della Fondazione, sin dalla sua rinascita, in qualità di Presidente, ho ora l’onore di presiedere l’Assemblea dei Sostenitori, l’organo composto dai rappresentanti dei comuni con più di 15.000 abitanti e delle Unioni dei Comuni, che sono entrati a far parte della rete dei soci della Fondazione a partire dal 2016.
Oggi, i sostenitori della Fondazione Artea sono i comuni di Cuneo, Saluzzo, Mondovì, Fossano, Savigliano, Busca, Caraglio, Vinadio, Dronero, le Unioni montane Valle Varaita, Valle Stura, Valle Grana, Valle Maira e l’Unione Montana dei Comuni del Monviso, che stanno lavorando sempre più per una programmazione culturale attraente e di sistema.
All’interno della Fondazione, l’Assemblea ha, soprattutto, una funzione consultiva.
Quest’ultima appare fondamentale, perché ritengo che, per una fondazione come la nostra, sia indispensabile l’ascolto della rete territoriale, in accordo con il disegno delle linee programmatiche.
In questo senso, personalmente considero efficaci le operazioni che siano capaci di sintonizzarsi con le strategie culturali, soprattutto se di area vasta. Sebbene sia evidente il rischio di rendere i processi sempre più complessi, credo che il confronto sia l’unico modello praticabile; solo così si può perseguire un coinvolgimento fattivo e non “di maniera”, unitamente al raggiungimento di obiettivi condivisi e ad un’adeguata ricaduta di investimenti a breve e a lungo termine, in un’ottica di sostenibilità.
In che modo la Fondazione si relaziona con gli stakeholder?
MG: In Fondazione tutti i portatori di interesse, di natura pubblica, sono parte attiva nelle strategie culturali. Per quanto riguarda, invece, le partecipazioni in ambito privato, condotte dalle Fondazioni bancarie, dagli operatori culturali locali, anche di minori dimensioni e dalle realtà produttive, è Artea a porsi come facilitatore di processi.
Il network che si sta creando è frutto di relazioni e collaborazioni che si pongono l’obiettivo di acquisire più efficacia e incrementare la sostenibilità dei progetti in termini economici.
La Fondazione ha appena chiuso il suo primo anno di attività dall’arrivo del Direttore Alessandro Isaia e ha intessuto fin da subito solidi e produttivi rapporti con le realtà citate pocanzi.
Un ente, che ha tra i suoi obiettivi lo sviluppo dell’audience, attraverso una politica culturale identitaria ed inclusiva, e “il coinvolgimento delle associazioni, delle imprese culturali e dei cittadini per aumentare l’inclusione e il bacino di collaborazioni, progredendo da una fase di fruizione a una di crescita e di condivisione con i soggetti impegnati nell’attività di sviluppo del territorio”- come indicato sul modello di funzionamento della Fondazione stessa - non può che puntare ad un allargamento della partecipazione.
La prospettiva è quindi quella di implementare, sempre più, le collaborazioni, le co-progettazioni e le partnership con gli stakeholder di un territorio più ampio, per tendere alla valorizzazione di un’area geografica capace di essere ancor più attrattiva in ambito culturale e turistico.
Dal 21 settembre 2018 fino al 13 gennaio 2019 il Castello degli Acaja, il Museo Diocesano e la Chiesa della Santissima Trinità di Fossano ospitano la mostra Leonardo Opera Omnia, promossa e organizzata da Rai, Rai Com, Comune di Fossano, Diocesi di Fossano e Progettomondo.mlal, in collaborazione con Fondazione Artea e Regione Piemonte. Può darci qualche anticipazione sulle progettualità previste per il 2019?
Alessandro Isaia: Il programma delle attività per il 2019 è stato ampiamente discusso in riunioni del Consiglio, nei mesi di giugno e luglio, ed è stato presentato all’Assemblea dei Sostenitori a settembre, dopo essere stato preventivamente esaminato dall’Assessore Regionale competente, Antonella Parigi. La programmazione è in linea con quanto in svolgimento quest’ anno, opportunamente rafforzato e corretto secondo le indicazioni del territorio. Esso prevede alcune importanti iniziative in grado di attirare, ci auguriamo, l’attenzione di un pubblico extra-regionale, nonché internazionale. Non mancheranno naturalmente le collaborazioni con enti culturali di rilievo a livello territoriale e regionale (n.d.r. Associazione Castello del Roccolo , Fondazione Filatoio Rosso, Fondazione Piemonte dal Vivo , Hangar Piemonte , Polo del '900, Fondazione Fitzcarraldo, Film Commission Torino Piemonte, Salone Internazionale del Libro, Circolo dei Lettori, CeSPeC - Centro Studi sul Pensiero Contemporaneo ) con i quali abbiamo stabilito fin da subito rapporti proficui, nell’ottica di ottimizzare le risorse e riorganizzare le straordinarie competenze che l’intero sistema culturale piemontese è in grado di offrire.
Fondazione Artea sta crescendo, quindi, come modello di sviluppo e valorizzazione del patrimonio storico-artistico su area vasta, attivatore di sinergie virtuose con partner culturali sull’intero territorio piemontese. Quali saranno gli esiti di queste strategie? Restiamo in ascolto!
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[1] Fattore Cultura, Realtà e potenzialità in Provincia di Cuneo, a cura del Centro Studi Silvia Santagata Ebla, Quaderno on line della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, 2016.