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Riscoprire il ruolo della committenza artistica

  • Pubblicato il: 07/12/2012 - 21:50
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Ginevra Domenichini
Tiziana Leopizzi

Genova. «La committenza artistica è da sempre una specificità dell’Italia e una risorsa che occorre oggi valorizzare e sostenere». Ne è convinta Tiziana Leopizzi che a Venezia presso il nuovo spazio espositivo Officina delle Zattere ha appena inaugurato la mostra di Giorgio Faletti «Da quando a ora» da lei curata. Per questo nel 2005 ha dato vita ad ARTOUR-O il MUST – acronimo di Museo Temporaneo - allo scopo di rendere fruibile al pubblico i progetti di arte contemporanea di enti istituzionali e privati -Fondazioni, Associazioni, Aziende, Università…- presentando per alcuni giorni all’anno le loro opere in spazi non convenzionali: piazze, palazzi pubblici e privati, parchi, alberghi. Una manifestazione itinerante che si svolge a Firenze, tappa fissa di ogni ARTOUR-O e in altre città ogni anno diverse: Genova, Roma, Shanghai, Yiwu, Londra.
L’idea nasce dall’attività di ricerca e di scouting di Ellequadro prima e Ellequadro Documenti poi, uno spazio dedicato all’arte e alla documentazione artistica che raccoglie informazioni su più di 155.000 artisti del ’900. «Dai documenti in archivio ci siamo accorti che esiste una creatività diffusa sul territorio che non segue il sistema delle gallerie d’arte ma anzi fa riferimento ad una committenza particolare quale ad esempio quella di Comuni, associazioni e centri di ricerca locali; gli artisti che lavorano per questi due sistemi seguono percorsi diversi che difficilmente si incontrano. Noi cerchiamo di dare al secondo quella visibilità che spesso, da solo, non riuscirebbe ad avere. In questo modo vorremmo anche riportare l’attenzione sul modello di lavoro delle ‘botteghe’ dove gli artisti avevano l’occasione di formarsi e di lavorare insieme seguiti dai maestri; un’altra peculiarità del nostro Paese». Il progetto prevede poi la consegna di premi, gli ARTOUR-O D’oro e D’argento, assegnati a quei committenti che permettono la realizzazione di opere d’arte contemporanea per sé e per il territorio; 41 ne sono stati conferiti fino ad oggi tra gli altri ad Alessandra Grimaldi –per le testimonianze artistiche presenti sulle navi della flotta Grimaldi- e Antonio Presti –per il parco scultoreo Fiumara d’Arte e le committenze artistiche nell’albergo di sua proprietà.
«La committenza ha sempre rappresentato una grande risorsa per l’Italia è grazie a lei che oggi possediamo un ricco patrimonio e ancora oggi è vivace e attiva in ogni settore dall’arte, alla moda, al design; nell’era del glocalism occorre valorizzarla in quanto rappresenta una peculiarità del Paese, una potenziale fonte di vantaggio competitivo. Per questo a cominciare dal 2007 abbiamo esteso il nostro raggio di azione all’estero portando ARTOUR-O il MUST e quindi la creatività del ‘Made in Italy’, i suoi autori e fautori, in Cina e a Londra». In questo modo si favorisce anche la creazione di un network tra i committenti e coinvolgendo il pubblico lo si invita a visitare le sedi di provenienza delle opere avvicinandolo insieme al linguaggio dell’arte contemporanea. «Attraverso la partecipazione all’evento e agli incontri tematici che lo accompagnano cerchiamo di insegnare alla comunità e, in particolare , ai giovani che l’arte è la cosa più inutile di cui si abbia la necessità; se noi li nutriamo di arte si abituano a questo e imparano a trasmetterne il valore agli altri, compresi i turisti».
Parallelamente, a partire dal 2009, Tiziana Leopizzi ha avviato il progetto MISA –Museo Internazionale di Scultura per le Aziende - «nato per svegliare alla committenza; perché non c’è mercato se non c’è cultura». Le imprese partner vengono guidate lungo un processo di comunicazione basato sull’arte contemporanea rivolto al pubblico interno ed esterno attraverso la scelta di un artista, la realizzazione di una o più opere su commissione e l’organizzazione di eventi aperti alla comunità. Il progetto prevede anche l’assegnazione di un riconoscimento, il MISA d’Argento, agli imprenditori che vedono nella cultura un punto di forza per la crescita dell’Impresa e del suo territorio di riferimento; tra questi Umberto Risso, Presidente del Gruppo Autogas Nord, che ha recentemente commissionato varie opere per le sedi e gli stabilimenti del Gruppo. «MISA, oltre ad essere vantaggioso dal punto di vista fiscale, aiuta le aziende a comunicare la propria identità e a migliorare la qualità della vita all’interno dell’ambiente lavorativo; abbiamo infatti potuto constatareche si verifica una diminuzione degli incidenti sul lavoro in presenza di interventi artistico-culturali. Attraverso il progetto aiutiamo poi a tessere i rapporti tra aziende e artisti presentando, oltre alle sculture site specific realizzate ad hoc, la mostra itinerante <>, una collettiva dove vengono esposte le opere dei creativi che aderiscono al MISA. L’idea è di sottolineare il carattere in progress del museo che l’azienda arricchirà negli anni con altre presenze».

Quali sono le caratteristiche del target al quale vi rivolgete?
Sono imprenditori curiosi che vogliono far conoscere quello che l’azienda è e che si rendono conto che tra loro e gli artisti esistono molti punti in comune: creatività, percezione, attenzione alla società, lungimiranza e, appunto, curiosità. Finora siamo riusciti a coinvolgere diverse aziende in sei regioni diverse: Umbria, Toscana, Lombardia, Veneto, Liguria e Lazio; l’ultima è Eataly che per l’inaugurazione della sede di Roma ha esposto e commissionato alcune opere a Giorgio Faletti.

Quali invece le ragioni che nella vostra esperienza allontanano le aziende dalla committenza?
Si tratta di aziende poco interessate a progetti di comunicazione oppure è possibile che mi sia spiegata male io perché il progetto in sé può essere di valore per molte realtà.

E la crisi ha influenzato la vostra attività?
Sembra strano ma la creatività così come il bisogno di creatività e bellezza aumentano con la crisi!
I progetti ideati e promossi da Tiziana Leopizzi portano quindi avanti il tema della committenza quale declinazione del rapporto Arte-Impresa che può rappresentare per le aziende non soltanto un’occasione di comunicazione ma anche un input creativo dal quale ricavare «fantasia e impegno dei lavoratori oppure innovazione di prodotto e di processo che aggiungono valore al prodotto[1]». Il prossimo appuntamento per continuare questo dialogo è a marzo con ARTOUR-O il MUST a Firenze.

[1] Candela G. (2003), “Il ruolo delle imprese nella cultura e nell’arte. Introduzione”, in Rivista di Politica Economica, 93(5/6), pp. 3-33 http://www.rivistapoliticaeconomica.it/2003/mag_giu/Candela.pdf

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