Riflessioni sul disegno in riva al lago
Meina (VB). Lieve e indelebile la cancellatura è simile a un’ombra. È la traccia di un gesto incompiuto o negato, che fissa sulla carta dubbi, paure, ripensamenti ed errori. È un’azione apparentemente semplice, ma nasconde in realtà significati straordinari e complessità che la Fondazione Europea del Disegno si propone di analizzare ne «La fecondità del cancellare», tre giornate di seminario (15, 16 e 17 luglio) organizzate nella sede di Meina, sul Lago Maggiore. Il simposio rientra nel ciclo «Ekphrasis», appuntamento ormai storico con cui la fondazione crea nuove forme di dialogo che legano il tema del disegno ai diversi saperi: dalla scienza alla filosofia, dalla musica alla letteratura. Come afferma Valeria Cantoni, responsabile dell'organizzazione di Ekphrasis «gli incontri hanno dato seguito alla volontà e all’intento dei fondatori – Jacques Derrida, Daniel Arasse, Luciano Berio, Carlos Fuentes, Emilio Tadini, Valerio Adami, presidente e ispiratore della Fondazione - di salvaguardare quel pensiero del disegno a cui le nuove mode estetiche avevano preso a guardare con indifferenza. Filosofi, musicisti e musicologi, artisti, storici dell’arte, scrittori e studiosi della percezione si avvicendano ogni anno nelle conversazioni intorno al grande tavolo che li accoglie insieme ai partecipanti ai seminari: prendono vita così momenti di confronto e di riflessione, le cui tracce si ritrovano negli Annali, le pubblicazioni annuali che la Fondazione Europea del Disegno edita in collaborazione con importanti case editrici». Il pubblico è di 30 persone, selezionate dal Consiglio Scientifico della fondazione, composto da Andrea Bajani, Talia Pecker Berio, Omar Calabrese, Paolo Fabbri, Maurizio Ferraris e Amelia Valtolina. I partecipanti potranno ascoltare e intervenire nelle disquisizioni di illustri pensatori e studiosi quali Manlio Brusatin, Enrique Vila-Matas, Franco Farinelli, Fausto Petrella, Charles Malamoud e Gianni Vattimo. Il dibattito di quest'anno nasce da un suggerimento di Jacques Derrida, il quale riteneva che «la produzione di scrittura è anche la produzione di un sistema di cancellazione» invitando «a meditare costantemente su ciò che rende illeggibile o su ciò che è reso illeggibile». Un ampio spazio sarà dedicato alla poetica del frammento e del non finito, fondamentale in molte correnti artistiche del ‘900 e si rifletterà inoltre su svariate suggestioni, come quella tratta da Nietzsche che celebrava «l’arte come musica dell’oblio». A corredo del convegno è previsto infine, nella sera di sabato 16, un concerto di musica classica dell’India del Nord eseguito da Narendra Mishra e Nihar Mehta, che trasformeranno le cancellature in pause e silenzi.
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