Restaurata, ma vuota
Trieste. Lunedì 18 giugno ore 16.30. Nel Porto vecchio tergestino il clima è torrido quanto un pomeriggio d’agosto. L’appuntamento è alla Centrale idrodinamica per la sua inaugurazione ufficiale. A tre mesi dalla conclusione dei restauri (avvenuta a fine marzo in poco più d’un anno di lavori eseguiti da Dottor Group su progetto di Favero & Milan per un investimento di circa 4 milioni tra fondi europei e contributo dell’Autorità portuale), dopo un susseguirsi di annunci e rimandi, ecco giunto l'atteso momento.
La cittadinanza non è stata invitata a partecipare perchè, ci dicono, l'apertura al pubblico avverrà da mercoledì 20 giugno in via del tutto sperimentale per un mese (fino al 19 luglio). Dentro, refrigerati dal refolo dell’impianto di condizionamento che imperversa, il piccolo stuolo di convenuti si raccoglie alla presenza delle istituzioni competenti: Marina Monassi (Presidente dell'Autorità portuale), Alfonso Maria Rossi Brigante (Presidente della Fondazione Istituto di Cultura marittimo portuale), Antonella Caroli (responsabile del progetto del Polo museale del Porto vecchio di cui la centrale dovrebbe divenire il fulcro) e Giangiacomo Martines (soprintendente regionale).
Il clichè istituzionale è quello reiterato: la valorizzazione su scala europea del Polo museale in Punto Franco Vecchio passerà anche attraverso il restauro del sommergibile «Fecia di Cossato» e il suo trasferimento da La Spezia a Trieste, attraverso quello della storica gru (pontone «Ursus» e, naturalmente, attraverso la destinazione museale della rinnovata Centrale cui si verrà ad aggiungere, a lavori conclusi (il recupero è in corso) anche la vicina sottostazione elettrica destinata ad archivio biblioteca ed emeroteca specializzata. I primi due temi sono oramai entrati nella storiografia delle cronache locali senza che qualcosa di concreto negli anni, a parte annunci e buoni propositi, sia mai stato fatto.
Per quanto concerne la Centrale quest'anticipazione al pubblico farebbe ben sperare se non fosse che nulla si è detto nè del concept museografico, nè degli affidatari d'incarico. Qualche tempo fa l'Autorità portuale aveva rivolto a sette progettisti un bando a inviti di cui non si è saputo più nulla. O meglio, se un vincitore c'è, non è sinora mai stato ufficializzato nè tantomeno lo sono state le linee-guida dell'allestimento. Assestamento gestionale? Può darsi. In tal caso attendiamo fiduciosi la svolta. Nel frattempo l’edificio tardo ottocentesco, dismesso a fine anni ottanta, si presenta come museo di se stesso in tutta la disarmante suggestione dei suoi spazi (che includono anche gli originari locali macchine e una piccola officina), accessibile tre volte a settimana (solo la mattina) previo pagamento di tre euro per l’ingresso. All’entrata una scarna pannellistica temporanea ne riassume brevemente la storia e i passaggi salienti del suo recupero.
E per il resto del Porto? Greensisam srl annuncia, tra luglio e settembre, l’avvio dei cantieri per la trasformazione dei cinque magazzini vincolati (in concessione novantennale) e più prossimi al centro cittadino a commerciale, ricettivo, direzionale e parcheggio, mentre Portocittà srl (società costituita da Rizzani De Eccher, Maltauro, BIIS Intesa San Paolo e Sinloc, Sistema iniziative locali cui spettano in concessione settantennale altri 35 ettari più 9 di specchio acqueo) conferma, come da cronoprogramma, l’avvio verso fine 2013 del primo stralcio con il recupero conservativo dei magazzini 27, 25 e 24 e la realizzazione della marina antistante per nautica da diporto.
da Il Giornale dell'Architettura, edizione online, 21 giugno 2012