Pushing the borders. La Quadriennale di Roma lancia l’edizione numero 17
Presentato nei giorni scorsi il programma culturale relativo al triennio 2018-2020 della Fondazione La Quadriennale di Roma. Tante le novità del nuovo corso guidato dal presidente Franco Bernabè, in carica dal 2015 che nel suo mandato ha contribuito a una importante ridefinizione dell’ente. Tra le novità recenti la scelta di nominare un direttore artistico, Sarah Cosulich, ruolo inedito nella storia dell’istituzione. Cosulich, nominata a fine 2017, ha vinto la procedura aperta di selezione proponendo un programma articolato su più annualità e livelli di ricerca che non confluiranno solo nel percorso espositivo, ma contribuiranno a informare una ricognizione sul panorama contemporaneo, formando giovani professionisti e alimentando il dibattito sull’arte contemporanea italiana. Ulteriore novità del nuovo progetto è rappresentata dalla vocazione internazionale e dalla volontà di spingere i confini, sostenendo economicamente e promuovendo gli artisti italiani su un piano internazionale sul modello di altre fondazioni straniere. Abbiamo parlato di Q-2020, Q-RATED e Q-INTERNATIONAL (le tre declinazioni del programma) con Sarah Cosulich per evidenziare i punti di forza della sua visione.
Roma. Promuovere l’arte contemporanea italiana con una grande esposizione a cadenza quadriennale – per l’appunto, oltre a tutelare e valorizzare un archivio di documenti e materiali sull’arte italiana del XX e del XXI secolo. Questa è la missione dell’attuale Fondazione La Quadriennale di Roma sin dalla sua nascita, nel 1927, e dalle prime edizioni guidate da Cipriano Efisio Oppo. L’ente partecipato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dal Comune di Roma, nonostante le difficoltà di visione e sostenibilità economica che hanno fatto saltare l’edizione 2012-2013, sta affrontando un periodo di riorganizzazione che passa per la nomina del manager Franco Bernabè a presidente – avvenuta a inizio 2015. Un incarico pro bono che, tuttavia, non limita la capacità e visione di Bernabè che – dopo aver mandato in porto l’edizione 2016-2017, nel maggio 2017 varava una nuova strategia di programmazione della Quadriennale d’arte con la ricerca di un direttore artistico chiamato a disegnare il percorso triennale di preparazione della mostra.
Nei giorni scorsi è stato presentato a Roma, negli spazi di WEGIL, il programma culturale relativo al triennio 2018-2020, ricco calendario di appuntamenti e attività che ci accompagnerà verso l’evento centrale della prossima edizione della Quadriennale. Un programma pensato su più livelli che si informano a vicenda, come in un sistema di vasi comunicanti, e incidono su conoscenza, promozione, formazione e internazionalizzazione dell’arte contemporanea italiana. Obiettivi ambiziosi che portano Bernabè a lanciare una chiamata alle armi, quando dichiara che «servirà un importante budget di partenza. Purtroppo lo Stato non ha più i fondi necessari, abbiamo bisogno di un forte supporto da parte del settore privato. Dagli ultimi esercizi siamo riusciti ad accantonare circa 300mila euro, ma per tutto il triennio e per la 17a Quadriennale (per la quale si conferma una stima budgetaria di 1,5 milioni di euro) la campagna di fundraising è già iniziata». Abbiamo approfondito i dettagli delle tre declinazioni del programma con la direttrice artistica Sarah Cosulich, che ha dettagliato la proposta racchiusa in Q-2020, Q-RATED e Q-INTERNATIONAL.
Parliamo della strategia per il riposizionamento della Fondazione La Quadriennale. Come nasce il suo progetto e come si differenzia dalle precedenti edizioni?
Il passato della Quadriennale, e il suo ruolo nel sistema dell’arte italiano, sono spunti di partenza fondamentali per sviluppare la nostra progettualità verso il 2020. Dal nostro punto di vista, sarebbe stato improbabile pensare la prossima edizione senza valutare quello che la Quadriennale ha rappresentato a partire dagli anni Trenta per lo scenario culturale italiano e internazionale. L’opportunità di ricoprire il ruolo di direttore artistico, istituito per la prima volta nella storia di questa istituzione, è un enorme privilegio e una grande sfida allo stesso tempo. Tale figura non registra altri precedenti storici, rappresentando la prima grande novità del nuovo corso della Fondazione.
Oltre all’introduzione del ruolo di direttore artistico, la seconda novità è rappresentata dalla possibilità di lavorare allo sviluppo di un progetto di lungo periodo, un percorso di avvicinamento alla Quadriennale che durerà tre anni e sarà composto di diverse attività di ricerca e disseminazione culturale. Ovviamente la mostra rimane il pilastro centrale, nonché il punto di arrivo del percorso di ricerca. Tuttavia abbiamo immaginato una serie di iniziative orientate a rafforzare la missione di promozione e sostegno dell’arte italiana, in un’ottica di arricchimento, ricerca e ricognizione necessaria per la completezza e la pluralità dell’evento espositivo. In questo percorso mi avvarrò del supporto di Stefano Colicelli Cagol, curatore con il quale collaborerò sia per la curatela della mostra sia nel processo di ricerca fatto sul territorio. Inoltre Stefano coordinerà alcune delle iniziative del processo complessivo. Una bella opportunità e una sfida al contempo, considerando anche il livello di complessità nell’organizzazione.
Come verrà sviluppato il programma espositivo e di attività?
Abbiamo usato le tre Q per differenziare iniziative che, nonostante la specificità, sono connesse e hanno come comune denominatore il percorso di ricerca, ricognizione e valorizzazione dell’arte italiana. Q2020 sarà la mostra finale, in vista della quale prevediamo di compiere delle scelte – riducendo il numero degli artisti in mostra rispetto alle scorse edizioni. La riduzione del numero degli artisti in mostra ci permetterà di articolare e raccontare in maniera più ampia la ricerca dei singoli autori – amplificandone la funzione anche in termini divulgativi. La prossima edizione sarà caratterizzata anche da una forte attenzione al display espositivo – tanto è vero che in conferenza stampa abbiamo proiettato delle immagini delle prime Quadriennali, dalle quali vorremmo raccogliere l’approccio alla multidisciplinarietà e l’attenzione per gli allestimenti. Oltretutto, grande attenzione verrà data alla relazione tra l’allestimento e lo spazio espositivo, che sarà uno dei punti centrali sui quali vorremmo lavorare in vista della prossima esposizione. È presto per parlare della mostra, ma queste sono le traiettorie che delineano l’approccio.
Un’altra novità è rappresentata dall’approccio internazionale della prossima edizione della Quadriennale. Parliamo di Q INTERNATIONAL e dell’impatto su aspetti di formazione, produzione e promozione degli artisti italiani all’estero?
Con Q International abbiamo evidenziato la volontà di sostenere le istituzioni straniere che espongono artisti italiani sia in mostre collettive sia personali, attraverso un fondo orientato a coprire spese di piccola entità che consentano di realizzare i progetti, ampliando la conoscenza internazionale del lavoro degli autori nostrani.
Per mezzo dei bandi che lanceremo a breve, ci aspettiamo di essere contattati da istituzioni pubbliche e private estere non-profit che hanno già programmato o prevedono di realizzare delle mostre includendo artisti italiani. Il nostro supporto non prevede aiuti alla produzione, ma un sostegno orientato a contribuire alle spese di piccola entità (trasporto, assicurazione, ospitalità, viaggi, traduzioni di nuovi video prodotti dall’istituzione ospitante, aiuti nelle pubblicazioni) che talvolta risultano parte importante per la completa realizzazione e divulgazione dei progetti. Nella mia carriera di curatrice ho avuto l’opportunità di beneficiare di un sostegno da parte di strutture pubbliche e private che supportano artisti del proprio paese. Ci siamo ispirati così a istituzioni quali Art Council England, Mondriaan Fund in Olanda, Iaspis in Svezia o Pro Helvetia in Svizzera. Non sosterremo le spese di produzione perché non è lo scopo della nostra azione. Tale fine è già assolto dal MIBACT con l’Italian Council della Direzione Generale per l’arte contemporanea, un’iniziativa molto efficace introdotta recentemente al fine di supportare un numero selezionato di grandi produzioni che, nonostante possano circolare su vari circuiti, devono rimanere alla fine in Italia.
Il nostro ruolo – invece – è quello di entrare in contatto con un maggior numero di artisti italiani e istituzioni straniere, limitandoci all’attività internazionale per favorire dialogo tra le due parti, stimolandone i corsi di internazionalizzazione. In questa fase storica, che vede il sistema dell’arte italiano complessivamente in difficoltà visti i tagli nell’ultimo decennio dei budget museali e la fiscalità penalizzante per le gallerie private, crediamo nella necessità di introdurre altre iniziative complementari e potenzialmente costruttive. Questo bando avrà una comunicazione estesa, e ci aspettiamo attivi un circolo di connessioni virtuose per una maggior visibilità degli artisti italiani. Le applications al bando da parte di istituzioni no-profit estere saranno vagliate da un comitato scientifico presieduto dal presidente della Quadriennale Franco Bernabè e composto da: Cristiana Collu, direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea, Roma; Alberto Garutti, artista e docente che vive a Milano; Cesare Pietroiusti, artista e docente che vive a Roma e Andrea Viliani, direttore del MADRE - Museo d’arte contemporanea Donnaregina, Napoli, oltre che dal direttore artistico Sarah Cosulich e dal curatore Stefano Collicelli Cagol. I criteri di selezione dei progetti prenderanno in considerazione la rilevanza e il prestigio dell’istituzione, la potenziale visibilità e opportunità che daranno agli artisti italiani, oltre alla rilevanza del progetto e della coerenza della mostra. La dotazione iniziale prevede un fondo messo a disposizione della Quadriennale – che attualmente di aggira sulle 70/80.000 euro – cifra che andrà ad implementarsi grazie ad un’importante attività di raccolta fondi. Abbiamo buoni segnali che tale dotazione crescerà di molto, e sperabilmente tanti sostenitori accoglieranno questo messaggio di supporto, i quali non saranno rappresentati solo da sponsorizzazioni, ma anche da contributi di privati e aziende. Le assegnazioni alle istituzioni straniere varieranno in base alle richieste e alle esigenze del progetto.
L’attività di sostegno, come accennavo in precedenza, avrà funzione di mappare la situazione, permettendo di fare un’analisi dell’arte italiana all’estero. Un’operazione simile potrebbe permetterci di entrare in contatto con artisti che – per ragioni di tempo e opportunità – non abbiamo ancora considerato – rappresentando un’importante attività di ricerca. Potremmo inoltre promuove l’arte italiana anche tra i curatori stranieri, sollecitandoli a guardare al nostro contesto grazie a questo incentivo. Le domande potrebbero arrivare anche da kunsthalle e realtà più piccole legate alla sperimentazione. Ritengo sia un passo indispensabile per dare forza all’arte italiana nel lungo periodo.
La volontà strategica di rilancio dell’arte contemporanea su scala nazionale e internazionale passa anche da aspetti formativi. Come opererete in questo senso?
L’aspetto formativo prevede due livelli. Q-Rated, infatti, si articola in tre workshop annuali (nove in totale) e un simposio all’anno con figure di spicco del mondo dell’arte italiana e internazionale. I workshops si svolgeranno a porte chiuse e avranno la durata di tre giorni, con incontri e discussioni insieme a tutor di alto livello. I corsi saranno offerti gratuitamente a dieci artisti e due curatori italiani di un’età compresa tra i 21 e i 32 anni. Il primo workshop verrà realizzato in luglio a Roma, poi vorremmo coprire tutto il territorio nazionale nel corso della triennalità e gli allievi e i tutor varieranno ogni volta. Pensiamo di coinvolgere circa 90 tra artisti e curatori italiani, ai quali verrà data la possibilità di partecipare tramite application al bando che verranno valutate da me e Stefano Colicelli Cagol, più i tutors che verranno coinvolti di volta in volta. Vorremmo mettere in relazione generazioni diverse, dare un vantaggio ai più giovani perché hanno meno possibilità economica di viaggiare e, intervenendo in questa fascia di età, workshop del genere possono essere caratterizzanti per lo sviluppo di una carriera. Per una fascia sensibile come quella 21-32 anni può rappresentare un grosso stimolo. L’attività di bando anche in questo caso ci permetterà di conoscere artisti e ricerche poco conosciuti, oltre all’implementazione dell’archivio – che vorremmo mantenere attivo.
La seconda parte di Q-RATED è legata ai simposi, appuntamenti con cadenza annuale a porte aperte, momenti che saranno utile strumento per discutere alcuni temi dell’arte italiana che non hanno avuto spazio nel contesto istituzionale. Attivare discussioni con focus sull’arte italiana, che coinvolgano curatori, ricercatori, accademici e figure per creare momenti di dibattito e approfondimenti che siano propedeutici alla mostra. I contributi potranno tematizzare ed essere inseriti in catalogo della mostra. Il nostro approccio vuole essere innovativo, completo e coinvolgente. Workshop, simposi, archivio diventano documenti fondamentali per arrivare alla mostra finale, attività non fine a sé stessa ma che andrà a informare la nostra conoscenza sul fenomeno dell’arte italiana. Faremo una selezione per dare forza alle ricerche degli artisti che riterremo meritevoli, ma considereremo tutti.
Quale agenda vi siete dati sul tema dell’educazione e coinvolgimento del pubblico?
Il rapporto con il pubblico sarà fondamentale con la mostra della 17a Quadriennale nel 2020. In questo periodo possiamo costruire una relazione attraverso la progettualità e la comunicazione costante. È chiaro che la maggior parte del pubblico verrà coinvolto nel momento dell’esposizione. Tuttavia, vogliamo stimolare in tutte le direzioni l’allargamento del pubblico, non solo addetti ai lavori ma accogliere il grande pubblico attraverso la presentazione della mostra, le sue chiavi di lettura, la comunicazione e la comunicabilità – che vengono costruite con l’evento espositivo.
I workshop di Q-RATED verranno realizzati a Roma, Palermo, Torino, Napoli, Venezia, Milano, e vorremmo andare in luoghi simbolici rispetto alle città nelle quali realizzeremo le attività, generando un legame con quei luoghi e quelle comunità. I workshops partiranno dalla nostra sede a Villa Carpegna e si realizzeranno in sedi che al momento sono in fase di definizione.
Le traiettorie tracciate dal programma artistico – e soprattutto dalla rinnovata mission della Fondazione La Quadriennale di Roma – sembrano aprire a una nuova stagione per l’arte contemporanea italiana. In potenza, l’enorme utilità di questa proposta consiste nella opportunità di avviare un percorso di conoscenza capillare e reticolare sulla produzione contemporanea e i suoi autori, descrivendo un’ecologia che spesso rimane sotto traccia a causa dei problemi che caratterizzano le fragilità del sistema italiano dell’arte. L’intenzione di supportare gli autori italiani all’estero mutua il meglio delle buone pratiche europee e mondiali in termini di promozione e internazionalizzazione, inserendosi nell’alveo di quelle iniziative di politica culturale che, da una parte, hanno dato luce alle scene culturali di tanti paesi e, dall’altra, hanno ridefinito l’identità delle nazioni stesse, come nell’esempio del re-branding Cool Britain. Ovviamente serviranno tante risorse ma, a differenza del passato, ora lo strumento esiste, e speriamo siano in tanti a beneficiarne.
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