Maioliche del XII secolo esposte a San Miniato
Fino al 19 maggio 2013 a Palazzo Grifoni di San Miniato (Pi) si può visitare la mostra «La luce del mondo. Maioliche Mediterranee nelle terre dell’Imperatore», curata da Marta Caroscio e Fausto Berti e promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di San Miniato e dalla Fondazione Museo Montelupo Onlus.
L’iniziativa fa parte del progetto «Il Mare tra le Genti. Rotte di cultura, arte e ceramica tra Islam e Toscana», che è stato varato dalla Fondazione lo scorso anno per indagare le potenzialità di dialogo tra i diversi luoghi del Mediterraneo e riscoprire questo mare come canale di comunicazione fra culture diverse. L’esposizione ha l’obiettivo di stimolare la riflessione sul grande cambiamento che si verificò nei rapporti fra potere temporale e spirituale tra il XII e il XIII secolo, in particolare in merito a committenza imperiale e committenza ecclesiastica nel campo dell’arte. Il percorso espositivo prende avvio dai «bacini» (ciotole e catini) un tempo murati sulla facciata della cattedrale di Santa Maria a San Miniato, rimossi in occasione del restauro del 1979, sostituiti da copie e oggi conservati presso il locale Museo Diocesano. Si tratta di ceramiche rivestite con decorazioni in cobalto e manganese di produzione tunisina, databili fra il 1165 e il 1220. L’importanza di queste ceramiche consiste nell’essere un nucleo omogeneo utilizzato in architettura con finalità decorative. La decorazione della facciata, così come di altre parti delle chiese romaniche, con ceramiche smaltate e invetriate, è un tratto comune alle basiliche pisane a partire dal X secolo. Una «moda» che da Pisa si diffonderà anche in altre zone della Toscana, come ad esempio in Valdelsa. Fino al Duecento il ruolo di elementi decorativi è assolto dalle ceramiche d’importazione, che solo da quel momento iniziano a essere affiancate dalle produzioni locali. I contatti di Pisa con il mondo islamico e le importazioni da queste aree erano stati senz’altro favoriti dal ruolo di spicco della città marinara nei commerci mediterranei. Le immagini dipinte sui «bacini» della cattedrale sono immediatamente riconoscibili come elementi di matrice islamica: decorazioni zoomorfe, oculi con reticolo (forse un riferimento all’occhio di Allah), motivi geometrici e vegetali stilizzati. Questi oggetti, che rappresentano il nucleo centrale della mostra, sono messi a confronto con ceramiche provenienti da altre terre che erano sotto il dominio di Federico II di Svevia, come le proto-maioliche siciliane, e con importazioni giunte a Pisa da altri contesti mediterranei. Il titolo della mostra «La luce del mondo» fa infatti riferimento all’epiteto con cui ci si riferiva a Federico II e non è un caso se la mostra sia allestita proprio a San Miniato: qui l’imperatore svevo fece edificare la rocca ed elesse la città a vicariato imperiale: fece cioè della città la residenza del suo vicario in Toscana.
La mostra si può visitare tutti i giorni, tranne il lunedì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18; sabato e domenica dalle 10 alle 18. L’ingresso è gratuito.
Fonte: Fondazioni, Periodico delle Fondazioni di origine bancaria, Marzo - Aprile 2013 Anno XIV