L'Italia pioniera nella finanza a impatto sociale
Milano. Ieri, mentre negli Stati Uniti il padre del venture capital inglese, Sir Ronald Cohen, presentava all'Harvard Business Review il funzionamento dei «Social Impact Bond» nella sua lecture «The future of social impact investment», a Milano la Fondazione Cariplo esponeva il nuovo accordo con Borsa Italiana e Fondazione London Stock Exchange Group per il lancio dell'«IPO solidale». L'IPO - Initial Public Offering, cioè un'offerta al pubblico dei titoli di una società che intende quotarsi per la prima volta su un mercato regolamentato, diventa solidale quando questa stessa società, nel momento della quotazione, decide di supportare un progetto di utilità sociale e culturale allo scopo di dimostrare la qualità del proprio agire in un momento così delicato come quello in cui si promuove la raccolta di capitale.
In Italia, primo Paese europeo ad adottare questo nuovo strumento finanziario per il non profit, Fondazione Cariplo e Fondazione London Stock Exchange Group presenteranno i progetti che potranno essere finanziati dalle imprese neo-quotate con un meccanismo di «matching fund»: solo i progetti per cui entrambe le fondazioni hanno deliberato uno stanziamento, potranno essere sottoposti da Borsa Italiana alle IPO.
E se le imprese decideranno di sostenere un determinato progetto, questo riceverà dalla Fondazione Cariplo un ulteriore contributo di pari ammontare.
«Siamo consapevoli del fatto che la filantropia moderna debba far leva su collaborazioni per riuscire a fare massa critica con risorse economiche e strategie comuni, sintesi del dialogo con operatori di diversa natura che condividono gli stessi obiettivi. L’obiettivo è sperimentare modelli nuovi ed efficaci, in grado di rispondere alla crescente necessità di risorse da destinare ad iniziative ad alto valore sociale e culturale con particolare attenzione verso le giovani generazioni e le categorie più fragili» spiega il Presidente di Fondazione Cariplo, Giuseppe Guzzetti che ha già ampiamente attivato questa politica anche con la venture philanthropy prevista dal recente accordo con la Regione Lombardia per le imprese culturali e creative.
Grande attenzione qui è data alle emergenze sociali come la lotta alla disoccupazione giovanile - ambito preferenziale d'intervento della Fondazione London Stock Exchange Group - e alla protezione delle fasce sociali deboli.
In questa prima fase, i tre soggetti puntano «a sostenere 5-6 progetti con un budget iniziale complessivo di 800 mila euro; di questi, 400 mila euro sono stati stanziati da Fondazione Cariplo, il restante 50% sarà sostenuto dalla Fondazione London Stock Exchange Group e dalle IPO che aderiranno al programma» spiega la presentazione.
«Si tratta di creare cultura della solidarietà “intelligente”, al di là del sicuro valore dei progetti proposti. Fondazione Cariplo è un partner di eccellenza alla cui expertise vogliamo sommare il nostro ruolo centrale nei mercati finanziari» afferma Marina Famiglietti, LSEG Foundation Secretary, rappresentando ciò che la comunità di ricerca della big society anglosassone sta mettendo sempre più in evidenza, cioè la necessità di cambiare il tradizionale mindset della filantropia e attivare di pari passo nuove formule per una finanza etica.
L'imprenditore sociale americano Dan Pallotta, che ha recentemente partecipato al programma di conferenze TED con una letture dal titolo «The way we think about charity is dead wrong», ha affermato che negli Stati Uniti, dal 1970 al 2009, solo 144 organizzazioni del Terzo Settore hanno superato i 50 milioni di dollari di entrate, cifra raggiunta, invece, da ben 56mila imprese (for profit). Come colmare questo gap? Perfezionando l'imprenditorialità delle organizzazioni non profit ma, soprattutto, migliorando gli strumenti di raccolta del capitale di rischio. «Gli investimenti a impatto sociale collegano i ritorni finanziari a quelli etici, con l'obiettivo di migliorare l'imprenditorialità, l'innovazione e il volume di capitale investito nei settori di utilità sociale. Solo attraverso nuovi strumenti finanziari che permettano agli imprenditori sociali di raggiungere ritorni sociali e finanziari correlati, è possibile connettere il settore sociale al mercato dei capitali» ha spiegato Sir Roland Cohen.
E su questo sembra che l'Italia si stia muovendo per tempo.
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