La quiete di Arvo Pärt per le strade di Manhattan
New York. L’attenzione per la vivibilità dello spazio urbano è da tempo uno dei punti strategici della programmazione della Fondazione Solomon R. Guggenheim. Dopo il lancio del nuovo laboratorio urbanistico BMW Guggenheim Lab, che viaggerà in altre capitali del mondo, il 15 settembre inaugura la seconda edizione di «stillspotting nyc», un progetto a cadenza biennale che porta la programmazione artistica del Guggenheim fuori dal museo per invadere le strade dei diversi quartieri di New York.
Curato da David van der Leer e Sarah Malaika del Guggenheim Museum, «stillspotting nyc» è supportato dalla Fondazione Rockefeller e dal MetLife Foundation Museum.
Per questa seconda edizione e in occasione della commemorazione del decennale dall’attacco alle Torri Gemelle, i curatori hanno invitato il compositore estone Arvo Pärt e il collettivo di architetti norvegesi Snøhetta a creare una riflessione sulla sonorità del paesaggio urbano nel quartiere di Lower Manhattan.
Gli artisti hanno progettato «To a Great City», una serie di cinque istallazioni che, partendo dal Castle Clinton National Monument all’interno di Battery Park, percorrono l’area intorno a Ground Zero offrendo spazi di riflessione che concedono una calma uditiva in una delle città più rumorose e frenetiche del globo.
Se la vitalità e lo stimolo dell’ambiente urbano può essere, infatti, una delle caratteristiche più piacevoli di New York, non sempre si è consapevoli di quanto il nostro udito impieghi fatica e tempo per discernere i diversissimi rumori che ci circondano, esattamente come le pupille degli occhi si aggiustano gradualmente ai cambiamenti di luce e ombra.
Proprio su questo punto lavora il maestro Arvo Pärt, classe 1935, che alla maggiorazione del suono ne ha sempre preferito la riduzione, descrivendo la sua musica come una cornice per il silenzio. Il modulo del tintinnabuli, che forma la base di molti suoi lavori, nasce dalla visione di un ambiente sonoro estremamente sfumato, che può essere misurato solo con l’impiego di strumenti infinitesimali.
Per questo, gli architetti del collettivo Snøhetta hanno selezionato – e in alcuni casi letteralmente alterato – alcuni scorci urbani che abbracciano l’idea di un unico tono centrale e ne hanno esteso la percezione di suono fino a creare un reame di spazio – fisico e sonoro – perfettamente definito.
Dal 15 settembre per due settimane, gli abitanti e i turisti della Grande Mela potranno così visitare una nuova Manhattan esplorando le proprie capacità percettive e acquisendo consapevolezza di come queste possano cambiare a seconda dei diversi elementi di contesto, come il tempo, lo stress, l’appetito, il sonno. Momenti di quiete al di fuori degli ambienti sacri museali, per conoscere meglio il nostro modo di vivere, insieme, lo spazio.
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