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La filantropia istituzionale cambia pelle

  • Pubblicato il: 16/05/2016 - 18:04
Autore/i: 
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Catterina Seia

A due anni dall’ingresso alla direzione di Assifero, l’ente che rappresenta 60 fondazioni di famiglia, 22 fondazioni corporate e 22 fondazioni di comunità, incontriamo Carola Carazzone, un passato in diritti umani e cooperazione internazionale che sta tessendo reti nazionali ed europee sulla filantropia istituzionale. «Solo uniti, con forti strategie, nuove competenze possiamo vincere le sfide del nostro tempo. Andando oltre l’erogazione»
 
 
 
Reti di reti. Assifero insieme ad Acri, l’organismo che rappresenta le fondazioni di origine bancaria e le Casse di Risparmio. Vi presenterete la prossima settimana uniti sul tema delle migrazioni.
Con ACRI da due anni collaboriamo sulla Giornata europea delle Fondazioni. Il primo anno, l’approccio è stato «concettuale». Abbiamo lavorato sul tema dell'accountability, perché «tener conto e dare conto» sono punti di partenza.
Quest’anno affrontiamo un tema sostanziale, molto sfidante, che abbiamo tutti i giorni dinnanzi a noi: l'emergenza strutturale di migranti e richiedenti asilo, che richiede una rivoluzione culturale.
Come primo atto abbiamo fatto un censimento dei progetti già avviati dalle fondazioni, per far circolare le informazioni e metterle in rete. Abbiamo scoperto un grande patrimonio. Ovviamente non tutte le fondazioni sono interessate al tema; ancune lo ritengono troppo sensibile, troppo politicizzabile, internazionale e prendono le distanze.
 
 
 
Lei sta spingendo molto sul fronte del confronto internazionale.
Ci sono grandi spazi di sviluppo. Fondazione Con il Sud e Enel nel Cuore con sei FOB hanno lanciato il 31 marzo un bando sui minori non accompagnati, «Never Alone». Un bellissimo esempio di collaborazione, incardinato dentro ad un programma di EFC- European Foundaiton Centre EPIM- European Programme for Integration and Migration il programma di 12 fra le più importanti fondazioni filantropiche europee, tra cui Compagnia di San Paolo, nato nel 2005.
 
 
 
Collaborazione è la parola d’ordine. Assifero ha appena siglato un accordo con Asvis.
Si, come Assifero abbiamo aderito all'Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, una piattaforma multi-stakeholder, di partenariato pubblico-privato che conta 100 associazioni del grande mondo della Civil Society in Italia, dalle reti di cooperative alle organizzazioni non governative della cooperazione internazionale, ad alcune grandi aziende che investono e hanno delle linee di azione di sostenibilità. Le Fondazioni stanno diventando consapevoli che lo sviluppo umano sostenibile include tutti, non riguarda soltanto i paesi in via di sviluppo, ma è proprio un'agenda universale e il fatto che periodicamente l'Italia dovrà rendere conto di fronte all'Assemblea Generale di ciò che ha fatto e non ha fatto per ciascuno dei 17 obiettivi lanciati dall’ONU per il 2030, sta generando dei cambiamenti strategici e di processo.
Con ASVIS è la prima volta che si crea un'alleanza così vasta, così multi-stakeholder, a livello italiano, per immettere in rete e far circolare una cultura di appartenenza alla responsabilità universale,  differenziata, per il raggiungimento di obiettivi comuni.
Il 30 maggio a Roma ci sarà la prima conferenza di lancio di ASVIS, all'inizio della settimana europea sullo sviluppo sostenibile, indetta da qualche anno, ma che in Italia non aveva mai avuto rilievo. Da quest'anno è incardinata nell'Agenda 2030, c'è una piattaforma italiana coordinata dal Ministero dell'Ambiente. I soci di Assifero possono così valorizzare le proprie iniziative sullo sviluppo sostenibile, metterle in rete e magari trovare dei funding partner e possibili linee di azione comune.
 
 
 
Tra pochi giorni avrete un grande appuntamento come associati Assifero
A Napoli, il 19 e 20 maggio, avremo l’assemblea annuale che discuterà due documenti molto importanti: la prima è una carta dei principi comuni di responsabilità, elaborata in un anno con un gruppo di lavoro composto da 28 associati sui temi della governance, della gestione delle attività istituzionali, dell’identificazione delle progettualità, la valutazione dell'impatto, la gestione del patrimonio e della raccolta fondi. Macro principi che costituiranno i valori condivisi e quindi un'identità collettiva delle fondazioni associate ad Assifero. Forse per me è stato il lavoro più importante di questi due anni.
Questa carta fa propria una definizione di filantropia istituzionale che comporta una modifica statutaria, un nuovo statuto per Assifero che cambierà nome, da Associazione Italiana delle Fondazioni ed Enti di Erogazione, quindi con l'erogazione come fine e punto centrale, diventerà l'Associazione Italiana delle Fondazioni ed Enti della Filantropia Istituzionale. E’ un passaggio culturale e politico profondissimo. Una definizione molto inclusiva.
 
 
 
State lavorando su nuovi strumenti per gli associati
Stiamo puntando sull’Information Technology ed abbiamo attivato un partenariato con Social Tecno il braccio italiano del programma globale Techsoup, per un progetto sullo sviluppo digitale del Terzo Settore. Il 13 giugno a Bruxelles siamo partner dell’evento «Tecnology for social good» di Techsoup Europe. Non si tratta solo di hardware e software a prezzi scontati ma, per esempio, in Germania Tech Soup ha creato una app che consente agli operatori di sapere esattamente quella sera dove ci sono dei pasti caldi e posti letto disponibili per rifugiati e richiedenti asilo. Technology for social good.
 
 
 
Parteciperete al vertice annuale del European Foundation Center che si svolgerà ad Amsterdam dal 26 al 28 maggio, durante la presidenza olandese Eu.
Il grande tema sarà «Immaginare e investire sul futuro», lavorando nel presente con una visione di lungo termine. A mio avviso è un tema fantastico perché in un sistema che ci costringe a lavorare inseguendo le emergenze senza fermarci a pensare, muove verso una necessaria prospettiva di investimento.
Troppe volte le Fondazioni sono chiamate a «riempire dei buchi» di un sistema pubblico di welfare che non è più sostenibile. Occorre invece cercare di capire qual è il valore aggiunto che la filantropia può avere e quindi identificare delle linee di intervento per esprimere il massimo di valore aggiunto. Questo lo può fare la filantropia istituzionale che ha libertà e flessibilità di azione.
Ad Amsterdam ci sarà l'appuntamento del Rockefeller Philanthropy Advisory, piattaforma dei grandi attori che si occupano di obiettivi di sviluppo sostenibile a livello mondiale, sempre dal punto di vista delle fondazioni filantropiche. Ci si sente veramente parte di una rete.
 
 
 
Una rete che guida un cambiamento globale.
Come Assifero saremo su tanti tavoli sui grandi temi quindi i rifugiati, richiedenti asilo, invecchiamento attivo e poi obiettivi di sviluppo del millennio.
Parteciperemo al Summer Meeting di DAFNE (cfr la rete europea delle reti di fondazioni), momento strategico di scambio fra le associazioni nazionali a livello europeo e che sarà focalizzato su come essere più efficaci come support organization.
A Berlino sta nascendo la prima European Community Foundation Initiative, quindi il movimento delle fondazioni di comunità che ormai conta 600 realtà in Europa secondo la ricerca finanziata dalla Charles Stewart Mott Foundation e si svilupperà nei prossimi tre anni.
 
 
 
Le fondazioni di comunità, che mobilitano la partecipazione dal basso sono in crescita.
In Italia sono 26, con un modello a geometria molto variabile, molto contestualizzato, che sta evolvendo dalle origini basate sulla creazione di un patrimonio, la sua gestione e la distribuzione dell’utile. Oggi si punta alla reti di soggetti più ampie, alla valorizzazione del patrimonio immateriale territoriale, un vero e proprio asset. Le fondazioni possono essere piattaforme di dialogo e questo valore supera il mero investimento economico. Ne è un esempio in Italia la fondazione di Comunità di Messina, che ha messo in rete imprese sociali ed enti profit. La nuova Fondazione di Comunità del Canavese, nata solo sei mesi fa, si muove con un percorso molto partecipativo, multistakeholders.
 
 
 
Mutamenti radicali. Quali altri ha osservato in questi anni?
La filantropia italiana è più visibile adesso di quanto non lo fosse cinque anni fa. C’è meno riserbo. Si è capito che c'è una grande valenza nel portare alla luce la propria esperienza, anche in una prospettiva di muovere emulazioni, di promuovere positività, engagement, commitment. Sta crescendo la consapevolezza da parte della cittadinanza, dell'opinione pubblica del ruolo dei privati a fianco dello Stato. Bellissimo in merito l’intervento di Marino Golinelli al Salone del libro di Torino come testimone di una visione filantropica orientata al futuro, per una società della conoscenza.
L'erogazione è oggi uno degli strumenti, nemmeno forse il più importante; è fondamentale l'obiettivo, la missione sociale che ci si prefigge, trovando alleati, partner strategici per rendere sostenibili i propri programmi.
Si sta superando anche una certa visione a silos di settore, in un’ottica più generativa in cui il dialogo tra fondazioni, grantees, istituzioni è fondamentale.
 
 
 
Cosa accade a livello europeo?
Il vertice dello European Foundation Center punta all’innovazione delle Fondazioni e allo sviluppo delle competenze per rispondere alle nuove sfide.
Penso all’impatto delle grandi fondazioni corporate europee sui temi chiave dell’attualità, per esempio all’impatto di Kering Foundation sulla violenza sulle donne, al ruolo di IKEA Foundation sulla qualità degli ambienti abitativi dei campi profughi.
 
 
 
Occorre lavorare sulle competenze, sulla formazione alla filantropia istituzionale, partendo dalle istituzioni cognitive?
Rotterdam e Londra sono centri propulsivi specializzati nella formazione alla filantropia istituzionale a livello europeo
In Italia le Università Cattolica e Bocconi, in modo diverso, sono molto attive. Quest’ultima lavora sulle fondazioni tramite il Cergas, creato nel 1978 per lo sviluppo della ricerca in campo healthcare. Cattolica ha prodotto studi di impatto e l’interessante la collaborazione per IRPAs (Italian Research in Philanthropy Awards) con l’Università di Torino e finanziamento di Compagnia di San Paolo, alla quale Assifero partecipa da due anni. Viene lanciato un tema di ricerca sulla filantropia e si invitano ricercatori italiani ed europei a partecipare.
L’Università di Torino sta lavorando sull'innovazione sociale coinvolgendo realtà private e fondazioni come le Fondazioni Oltre, Cottino, Cecilia Gilardi, Paideia, Ada Ruffini oltre alle fondazioni di origine bancaria con il coordinamento di Germano Paini, delegato dal Rettore in tema. Il Rettore dell’Università di Torino vuole creare in Italia un centro universitario di riferimento, con un approccio sistematico alla ricerca sulla filantropia. 
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