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La chiusura dell’Agenzia del Terzo Settore è un «sillogismo anti-aristotelico»

  • Pubblicato il: 23/03/2012 - 03:41
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Articolo a cura di: 
Chiara Tinonin
Stefano Zamagni

Bologna. Istituita nel 2000 come «organismo di controllo sugli enti non commerciali e sulle organizzazioni non lucrative di utilità sociale», l’Agenzia per il Terzo Settore è stata abrogata lo scorso 27 febbraio 2012 con decreto del Consiglio dei Ministri, che ha previsto l’assorbimento delle sue funzioni nella Direzione Generale per il Terzo Settore e le Formazioni Sociali del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali[1]. All’emendamento di ripristino dell’Agenzia, presentato in Parlamento dal Senatore Massimo Palmizio pochi giorni dopo l’emanazione della norma, il Sottosegretario all’Istruzione Elena Ugolini (in rappresentanza del Sottosegretario al Lavoro Cecilia Guerra) ha affermato che la soppressione «è stata operata per garantire una razionalizzazione delle strutture pubbliche coinvolte sui temi del terzo settore». Una razionalizzazione che riguarda in primo luogo il tentativo di recuperare risorse finanziarie pubbliche.
Tuttavia, come ci spiega l’economista Stefano Zamagni Presidente dell’Agenzia dal 2007, questa decisione non è finanziariamente conveniente come può sembrare, anzi, comporta un alto rischio economico: aspettare troppo a lungo per vedere istituita in Italia l’Autorità per il Terzo Settore, cioè un soggetto pubblico autonomo con compiti d’indirizzo e controllo dell’intero settore, un ente che legittimi il valore economico e sociale dell’universo delle cooperative sociali, fondazioni, associazioni e altre organizzazioni no profit che in Italia producono quasi 6 punti di Pil, occupando circa 6 milioni di persone.

«Si tratta di un sillogismo anti-aristotelico» spiega Zamagni illustrando il lavoro svolto in questi anni, «l’Agenzia ha prodotto moltissimo e predisposto tutte le condizioni per compiere il passo successivo, cioè trasformarsi in Autorità, portando l’operato a livelli di eccellenza». L’abrogazione dell’Agenzia, quindi, non è un arresto ma una retrocessione. Negli ultimi due anni l’ente ha raddoppiato la sua produttività nonostante i progressivi tagli della spesa pubblica: dagli oltre 2,5 milioni di euro stabiliti per legge, si è passati a un finanziamento di circa 1,1 milioni di euro nel 2010 e 680mila euro nel 2011. A questo va aggiunta la sospensione degli emolumenti ai Consiglieri e al Presidente sancita nel 2010 dal Decreto Tremonti sulla stabilizzazione finanziaria. L’inadeguato livello di finanziamento dell’Agenzia, stante l’attuale situazione economico-finanziaria del Paese, ha spinto il Governo a riappropriarsi dei 750mila euro già stanziati per l’attività del 2012, forse sottostimando le conseguenze negative per lo sviluppo economico di lungo-periodo del settore e del Paese. «In questo modo si dà un segnale negativo al mondo del Terzo Settore, cioè che non meriti un ente dedicato, che sia di vigilanza e controllo ma anche e soprattutto di promozione e incentivazione all’azione. Il Ministero potrà certamente portare avanti vigilanza e controllo ma non potrà occuparsi delle seconde due» afferma Zamagni.

Se la maggiore preoccupazione per i soggetti del Terzo Settore è che ora il Ministero proceda nella definizione di un sistema di controllo fiscale con procedure tecnico-amministrative a loro sfavorevoli, è chiaro che con l’abrogazione dell’Agenzia «verrà meno la condizione di terzietà. L’Agenzia, di emanazione pubblica, si poneva come arbitro nella relazione tra pubblica amministrazione e Terzo Settore, facendo in modo che non si propendesse per l’una o per l’altra squadra ma garantendo equità alle parti». Una terzietà che ha consentito all’Agenzia di stipulare in questi anni accordi programmatici e operativi con entrambe le parti: «operativa presso una sede del Comune di Milano concessa in comodato d’uso gratuito, l’Agenzia ha attivato in questi anni collaborazioni attive con l’ACRI e alcune fondazioni di origine bancaria come la Fondazione Cariplo. Al Ministero non saranno più riconosciuti gli stessi benefici» sottolinea Zamagni, che avrebbe auspicato per l’ente una scelta diversa: «riconoscendo la soggettività economica e sociale del Terzo settore, traghettando l’Agenzia fino al prossimo governo» perché «abbiamo un Terzo Settore che nessun altro possiede al mondo, eppure siamo indietro rispetto a istituzioni come la Charity Commission del Regno Unito. Loro, che pure hanno incentrato la loro politica di sviluppo economico intorno all’idea di “Big Society”, non riescono a farla decollare perché non hanno la massa critica di cooperative sociali, fondazioni e altri soggetti non commerciali che invece abbiamo in Italia. Noi abbiamo l’esercito ma, per ora, ancora non abbiamo gli ufficiali».

Stefano Zamagni insegna all’Università degli Studi di Bologna e alla Johns Hopkins University-Bologna Center. Dal 2001 è Presidente della Commissione Scientifica di AICCON (Associazione Italiana per la promozione della Cultura della Cooperazione e del Non profit) e tra gli ideatori delle «Giornate di Bertinoro» per l’Economia Civile. E’ autore del «Libro Bianco sul Terzo Settore» (Il Mulino, 2011) e tra i principali collaboratori di Papa Benedetto XVI per la stesura dell’Enciclica «Caritas in veritate» (2009). La sua ricerca sul modello dell’economia civile, in contrapposizione a quello dell’economia politica, ha preceduto l’affermarsi di politiche pubbliche come la «Big Society» di Cameron.

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[1] Più precisamente, l’Agenzia per le organizzazioni non lucrative di utilità sociale (Agenzia per le onlus) è stata istituita con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 26 settembre 2000, ai sensi dell’art. 3, comma 190, della legge 23 dicembre 1996, n. 662. Il ruolo istituzionale dell’Agenzia, le sue funzioni, i suoi poteri, sono esplicitati nel DPCM 21 marzo 2001, n. 329 – Regolamento recante norme per l’Agenzia per le onlus. Il suo insediamento è avvenuto in data 8 marzo 2002. Con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 26 gennaio 2011, n. 51 si sono introdotte modifiche al regolamento recante norme per l’Agenzia per le onlus, tra cui quella inerente il cambio di denominazione, determinato in Agenzia per il Terzo Settore.