Le stanze al piano rialzato di piazza Castello 27, dove ancora si respira la vitalità e l’ingegno che Achille Castiglioni ci ha lasciato, sono gremite di giovani studenti, docenti, critici, designer e appassionati di architettura. E’ un giorno importante per il futuro del Museo-studio, che dal 2066 ha accolto oltre 24.000 visitatori e che, proprio sulla base di questo successo di pubblico, cambia il proprio statuto, diventando Fondazione Achille Castiglioni. Gli attori coinvolti sono ancora i figli, Carlo (presidente) Giovanna (vicepresidente), Monica (presidente onorario) che con la madre Irma e le collaboratrici dello studio Antonella Gornati e Daniella Gobbato, hanno ridato vita ogni giorno agli oggetti raccolti e disegnati da Castiglioni, attraverso visite guidate e iniziative culturali che privilegiano l’incontro con i giovani designer e gli studenti. Ed è ancora la Triennale a dare sostegno istituzionale allo studio-museo, partecipando come fondatore, con la Fondazione Museo del Design. E’ un giorno importante soprattutto per Milano e per l’architettura italiana, e non solo, perché non si tratta di salvaguardare lo studio come un cimelio del passato, ma perché lo studio rispecchia un metodo di progetto che da oggi si rinnova anche attraverso il potenziamento dell’archivio e l’incremento della ricerca, confermando l’appartenenza a un patrimonio architettonico più vasto che, in futuro non lontano (come hanno auspicato l’assessore Stefano Boeri e Rosanna Pavoni della Fondazione Vico Magistretti) sarà articolato in un sistema museale diffuso sul territorio, dove convergeranno archivi e fondazioni dedicati ai maestri dell’architettura italiana del secolo scorso (vedi Il Giornale dell'Architettura, n. 94). Uno dei primi appuntamenti della Fondazione Achille Castiglioni sarà un bando per l’ideazione del logo, rivolto agli studenti.

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da Il Giornale dell'Architettura, edizione online, 16 febbraio 2012