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Il futuro è in mano ai giovani? Allora dobbiamo cambiare il sistema

  • Pubblicato il: 19/11/2011 - 16:51
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Articolo a cura di: 
Chiara Tinonin

Torino. La cultura è un fattore fondamentale per lo sviluppo sociale sostenibile, soprattutto in momenti di crisi endemica come quello che viviamo. Questo è uno dei punti fermi della Commissione Cultura dell’ACRI che da tempo ha posto al centro della sua agenda il valore della produzione culturale, con particolare riferimento ai «giovani» cioè ai neolaureati (e oltre) che decidono di sfidare il precariato e lanciare progetti imprenditoriali.
Durante l’ultimo appuntamento della Commissione Cultura, «Giovani, cultura e impresa sostenibile» tenutosi alla Compagnia di San Paolo lo scorso 12 ottobre 2011, l’attenzione è stata puntata sulla fragilità strutturale e operativa delle proposte imprenditoriali dei giovani nel mondo della cultura: una fragilità spesso dovuta a una forte dipendenza dei progetti ai loro committenti o finanziatori.
Che la maggior parte dei progetti culturali ideati da giovani siano nati da specifici bandi pubblicati dalle fondazioni è, infatti, una prassi che ha caratterizzato la proposta culturale dei nostri territori negli ultimi vent’anni.
Tuttavia, le minori risorse a disposizione oggi obbligano gli istituti erogatori a rivedere la loro possibilità di finanziamento e il loro obiettivo sembra quello «di evitare il formarsi di un indotto condizionato dalla committenza», cioè iniziano a muoversi «per favorire l'autonomia delle imprese culturali supportando la responsabilità dei giovani che vi operano e il raggiungimento di condizioni di sostenibilità».

Il problema, oltre che di natura relazionale (le fondazioni tendono a non abbandonare i progetti che hanno fatto nascere e crescere a discapito di nuove proposte), riguarda soprattutto la sostenibilità finanziaria di queste imprese. Come afferma il Presidente della Compagnia di San Paolo, Angelo Benessia, «non siamo giocatori solitari ma attori proattivi del sistema progettuale». Le fondazioni, insieme, dunque ripensano l’ambiente normativo, fiscale ed economico per migliorare la produzione culturale giovanile favorendo investimenti sulle competenze e un maggiore orientamento dei progetti sulla domanda. Un esempio? Allo studio agevolazioni fiscali, accordi per un accesso agevolato al credito, definizione di nuove professionalità.

Proprio questi temi saranno dibattuti lunedì 21 novembre 2011 al workshop «Beni Culturali e imprese. Nuove opportunità imprenditoriali e professionali per i giovani», una proposta della Consulta di Torino in collaborazione con la Commissione Cultura di Confindustria in apertura della decima Settimana della Cultura d’Impresa di Confindustria.

Interverranno, dopo i saluti del Presidente della Consulta di Torino Lodovico Passerin d’Entreves e del Presidente dell’Unione Industriale Torino Gianfranco Carbonato, una pluralità di specialisti e professori universitari in 5 macroaree: istituzioni di tutela e valorizzazione e prospettive per i giovani; esperienze di accesso dei giovani ai Beni Culturali; percorsi scolastici formativi e relativi credits; microimprenditorialità giovanili e nuove professionalità; fundraising.

Buone le intenzioni e ottima la tempistica. Sperando che in platea l’età media non superi i 40 anni.

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Workshop
«Beni Culturali e Imprese. Nuove opportunità imprenditoriali e professionali per i giovani»
21 novembre 2011 ore 9.00 – 13.00
Unione Industriale di Torino
Centro Congressi – Via M. Fanti, 17 (Sala Piemonte)