Fondazione Palazzo Strozzi
«Ci vogliono proposte concrete, il rischio è non passare alla pratica. In talia il problema è l’applicazione di quanto si dice». Lorenzo Bini Smaghi, Presidente della Fondazione Palazzo Strozzi, professore ad Harvard e membro del Comitato esecutivo della BCE fino al 2011, spiega come combinare pubblico e privato in un organismo autonomo, economicamente equilibrato e con un’alta qualità culturale
Nata nel 2006, la Fondazione Palazzo Strozzi rappresenta in Italia un’innovazione nella governance di istituzioni culturali. Unica nel suo assetto societario, realizza la tanto evocata collaborazione tra pubblico e privato, con quattro soci fondatori: il Comune e la Provincia di Firenze, la Camera di Commercio e l’Associazione di partner privati APPS, che comprende alcune importanti realtà imprenditoriali (Ferragamo Finanziaria, Fingen, Findomestic Intesa Sanpaolo Rocco Forte Collection KME Group Saatchi & Saatchi Bank of America Merril Lynch). È guidata
da un Consiglio di Amministrazione triennale, nominato dai fondatori, che, come afferma il suo Presidente Lorenzo Bini Smaghi, rispecchia le caratteristiche che dovrebbero avere questi soggetti giuridici, prima di tutte, l’indipendenza. «L’importante è mantenere un equilibrio tra i partecipanti, soci pubblici e privati. Come in ogni azienda alcuni azionisti possono desiderare un ruolo speciale e sta al Presidente assicurare parità di trattamento. Ogni socio deve poter contribuire con il proprio know how – i privati, in particolare, con i criteri di buona gestione economica, con la trasparenza di bilancio, con il fundraising; i soci pubblici attraverso il rapporto con le istituzioni e le competenze nel settore culturale. I risultati si ottengono attraverso la collaborazione tra le varie parti, senza prevaricazioni».
La sfida della Fondazione, è combinare qualità dell’offerta culturale con un bilancio in equilibrio, portando a Firenze un approccio internazionale per l’organizzazione di eventi culturali, creando una piattaforma per la sperimentazione e il dibattito, nuove sinergie con altre istituzioni locali, come il Maggio Fiorentino e gli Uffizi. «Essere
un catalizzatore per la cultura in senso lato».
La Fondazione lavora sulla contemporaneità con il «Centro di Cultura Contemporanea Strozzina», luogo dedicato alla ricerca sulla produzione artistica attuale e sulle sue ripercussioni e contaminazioni con la società. Inaugurato nel 2007, rappresenta una scelta esplicita in termini di posizionamento strategico anche per la città, che non può prescindere dai valori della contemporaneità. Sostenere l’identità della Firenze d’oggi significa, infatti, offrire al sistema territoriale la possibilità di inserirsi all’interno di circuiti di eccellenza internazionali, dedicati alla sperimentazione e alla ricerca. Palazzo Strozzi pare proprio essere, come afferma il suo Presidente, «l’embrione che si sta sviluppando per il progetto di una fondazione per la cultura della città», idea nata già alcuni anni fa (e promossa dalla Camera di Commercio) di sviluppare una politica sulla qualità dell’offerta culturale complessiva e della sua gestione, sullo sviluppo economico delle industrie creative, che, come la moda, tanto sono radicate nella città, sulla partecipazione dei cittadini, sulla capacità di fare sistema. Continua Bini Smaghi «È possibile attrarre fondi privati solo su un progetto serio, se la governance è adeguata agli standard internazionali e se c’è un ritorno misurabile sul territorio. Per questo ci siamo dotati, di metodologie per valutare l’impatto dell’attività culturale sull’economia locale. Nel 2011 l’indotto è stato di circa 30 milioni di euro, a fronte di un bilancio inferiore ai 7. Ciò dimostra che la cultura forse non si mangia, ma di sicuro dà da mangiare».
Nella scelta dei membri del Consiglio di Amministrazione, non dettata da orientamenti politici, c’è la premessa per un ampio coinvolgimento dei privati, disposti a dare il proprio sostegno solo a fronte di un governo dell’istituzione distante da interessi di parte Così Palazzo Strozzi ha attirato un numero crescente di soci, che dai 7 iniziali sono arrivati agli attuali 45, e ha diversificato le fonti di finanziamento attraverso entrate integrative e una strategia di fundraising che si apre a realtà e mercati internazionali, come l’America, la Cina e la Russia. Temi, questi, stimolanti per le istituzioni che si dibattono tra difficoltà economiche e gestionali. Il pensiero corre alle proposte della Costituente per la cultura de Il Sole 24 Ore, in merito alla quale il Presidente di Palazzo Strozzi dice: «ci vogliono proposte concrete, il rischio è non passare alla pratica. In Italia il problema è l’applicazione di quanto si dice».
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(dal XII Rapporto Annuale Fondazioni)