Fondazione Marino Golinelli
Ha più di vent’anni la Fondazione dell’imprenditore, Cavaliere del Lavoro e bolognese dal Nettuno d’oro, Marino Golinelli. Scienziato e uomo d’impresa, fondatore del Gruppo farmaceutico Alfa Wassermann ma anche filantropo e collezionista, dal 1988 cavalca la sfida di parificare la cultura scientifica alla cultura umanistica in un Paese che, per radicati retaggi gentiliani, fatica ancora a riconoscere il dialogo tra le due sfere. «Pur con linguaggi diversi, sia gli artisti che i ricercatori indagano la natura e il sociale, talvolta ispirandosi a vicenda. Ed è lo stesso, comune interesse per la società che avvicina gli intenti dell’impresa e della Fondazione alla propria comunità: entrambe operano per contribuire al benessere dell’uomo e della società. In fondo, siamo tutti ricercatori che inseguono il significato dell’esistenza e del vivere insieme» spiega Golinelli.
Con sede a Bologna, e attiva a livello nazionale, la Fondazione declina la formula «arte+scienza insieme» con convegni, ricerche, laboratori didattici e grandi mostre di arte contemporanea che raccontano la scienza. Ha un impegno annuale che supera i 2 milioni di euro e quest’anno, grazie alla straordinaria donazione di 20 milioni di euro da parte del fondatore è stata ulteriormente patrimonializzata, per garantire stabilità finanziaria alla programmazione pluriennale. Con il maxi-progetto quinquennale «La cultura nutre il pianeta» costituito dalla manifestazione «Arte e Scienza in Piazza», da mostre scientifiche e artistiche e dai due laboratori Life Learning Center (un centro permanente di formazione e didattica sulle scienze della vita) e START-Laboratorio di Culture Creative (lo spazio dedicato alla creatività di bambini e ragazzi dai 2 ai 13 anni), la Fondazione è un felice esempio di collaborazione pubblico-privato per la riqualificazione di luoghi pubblici attraverso la cultura. «Le istituzioni pubbliche e quelle private sono ugualmente responsabili dello sviluppo della società e la diffusione della cultura deve essere sostenuta da una progettualità forte, che deve aprirsi verso un nuovo modello di collaborazione» continua Golinelli, che intende trasformare lo spazio pubblico in spazio d’incontro, di formazione, di socializzazione: «la Fondazione opera in una città metropolitana dove, oltre alle barriere urbane e architettoniche, è necessario abbattere barriere culturali. Crediamo che la scienza debba uscire dalle accademie e dai luoghi tradizionalmente deputati alla cultura per incontrare il cittadino nello spazio pubblico, lì dove vive e lavora, aprendosi alla città». In partnership con La Triennale di Milano, le mostre prodotte dalla Fondazione viaggiano da Bologna a Milano: una collaborazione interregionale che può fare di un’eccellenza locale una proposta appetibile a livello internazionale. Dopo «Happy Tech. Macchine dal volto umano» (2011) e «Da ZERO a CENTO. Le nuove età della vita» (2012), nel 2013 la mostra avrà un focus sull’energia, l’anno successivo sulla salute e nell’anno dell’Expo sull’alimentazione. Accanto alla narrazione scientifica curata da Giovanni Carrada, per «Da ZERO a CENTO», sono presentate opere di artisti internazionali contemporanei selezionati da Cristiana Perrella per descrivere la costante necessità dell’uomo di ricerca di sé e di un senso migliore di convivenza civile. (www.golinellifondazione.org - www.dazerocentolamostra.it)
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(dal XII Rapporto Annuale Fondazioni)