Fondazione Dalla al via
Bologna. Dal 4 marzo, data del compleanno di Lucio Dalla, prenderà il via ufficiale la fondazione dedicata al grande musicista scomparso il primo marzo di due anni fa a Montreux in Svizzera: la sede sarà nella storica abitazione del cantante, a due passi da Piazza Maggiore, e vedrà coinvolti tutti gli eredi di Dalla, ma non l’ex uomo di fiducia e amico Marco Alemanno che non è in buoni rapporti con la famiglia. La comunicazione arriva dallo storico «press agent» di Dalla, Michele Mondella che spiega: «La Fondazione Dalla, fortemente voluta dai suoi cugini (Cfr. l’artista non aveva eredi diretti, Ndr.) nasce per dare continuità e preservare la genialità dell’opera artistico musicale di Lucio Dalla, e per diffondere e valorizzare la sua storia artistica, umana e culturale. Il presidente della nuova Fondazione è Donatella Grazia, i vice sono Simone Baroncini e Andrea Faccani mentre nel consiglio direttivo dell’ente ci sono i quattro cugini dell’artista, Dea Melotti, Amelia Melotti, Silvana Scaglione e Lino Zaccanti mentre altre persone della famiglia compongono la fondazione della quale fanno anche parte l’avvocato Annalisa Caligiuri e la commercialista Alessandra Bonazzi. Presidente onorario della Fondazione, che ha avuto non poche difficoltà nella fase di «gestazione», è Tobia Righi, storico manager del cantante. I membri del nuovo ente spiegano di voler aprire, probabilmente dall’estate, la casa-museo di Dalla in via D’Azeglio a Bologna, strapiena di ricordi artistici e preziose opere d’arte, oltre a istituire borse di studio e realizzare pubblicazioni ed eventi in nome di Dalla. Sulla mancata presenza, in tutto ciò, dell’amico e attore Alemanno è intervenuto il cantante Ron, una delle scoperte musicali di Lucio: «Marco Alemanno, ha spiegato Ron in una trasmissione televisiva, non era il compagno di Lucio Dalla. Era una figura molto importante per lui perché gli risolveva dei problemi. Era il suo segretario e il suo produttore. Non so perché alla morte di Lucio abbiano tirato fuori questa cosa. Non si può, alla morte di una persona così importante per l’Italia, andare a toccare una sfera così privata e intoccabile, perché, prima di tutto non era vero e, secondo, perché così hanno tolto a Lucio un pezzo di dignità». Alemanno non ha commentato queste parole.
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