Da Palermo una nuova armonia tra potere e politica
Palermo. «Se il dibattito sul modello di una società giusta ha perso gran parte del suo fervore e del suo slancio, è soprattutto per la mancanza di un soggetto credibile in grado di agire con la volontà e la capacità di portare avanti un tale progetto». L’incipit dell’editoriale di oggi di Zygmunt Bauman sulle colonne di «La Repubblica», fornisce una cornice interessante per descrivere ciò che sta avvenendo in questi stessi giorni a Palazzo Branciforte di Palermo: il XXII Congresso Nazionale dell’Acri, l’Associazione delle fondazioni di origine bancaria e delle Casse di risparmio italiane (7 e 8 giugno 2012).
Intitolato «Acri 1912-2012 Cent’anni di storia tra cultura e sviluppo» il Congresso triennale cade nell’anno delle celebrazioni del primo centenario dell’Acri e punta l’attenzione proprio su quel ruolo culturale, di responsabilità sociale e crescita, che banche e fondazioni agiscono nel Paese invocato dal grande sociologo polacco.
La giornata di ieri, interamente dedicata alle fondazioni, ha visto la partecipazione di Giuseppe Guzzetti – Presidente Fondazione Cariplo e Acri, del Premier Mario Monti, Michele Vietti – Vicepresidente Consiglio Superiore della Magistratura, Giovanni Pitruzzella – Presidente Autorità Garante della Concorrenza e Mercato, Fabrizio Saccomanni, DG Banca d’Italia, Giovanni Puglisi, Presidente Fondazione Sicilia ospite del Congresso.
Tre i punti centrali del discorso di Guzzetti: la natura delle fondazioni, la loro capacità di fare sistema attraverso Acri e il rapporto con le banche di cui sono azioniste. «Con la crescente consapevolezza del proprio ruolo di corpi intermedi della società (le fondazioni) si sono impegnate sempre più a sostanziare di contenuti concreti la propria identità. Con la Carta delle Fondazioni, di recente varata intendiamo esprimerla più compiutamente, dando pienezza a quanto già indicato dalla legge “Ciampi”. Lo affermiamo in modo chiaro e forte: la legge Ciampi non va toccata! Semmai la priorità è che il Parlamento finalmente approvi la riforma, auspicata, della disciplina delle persone giuridiche private, affinché le nostre Fondazioni siano naturalmente ricomprese nel corpo unico proprio degli enti non lucrativi di cui al Titolo II del Libro I del Codice Civile, superando così definitivamente la loro specialità giuridica». Fra gli esempi più significativi di collaborazione citati: la Fondazione con il Sud, l’Housing sociale e un nuovissimo progetto volto a dar vita alla Fondazione Italiana per l’Educazione Finanziaria, in via di costituzione. «Le FOB sono strumenti del pluralismo e della democrazia. Sono soggetti che intervengono in iniziative d’interesse per la collettività con un ruolo sussidiario, ovvero aggiuntivo e non sostitutivo, rispetto agli organismi pubblici. In questi anni ci siamo molto battuti per coltivare e affermare in Italia la cultura della sussidiarietà. Ed anche la Carta delle Fondazioni con grande forza rivendica questa terzietà delle Fondazioni rispetto allo Stato e al mercato, così come lo è e deve essere per tutto il privato sociale. Una terzietà che è importante e che è difesa dalle stesse organizzazioni del non profit, che numerose hanno firmato un manifesto a sostegno delle Fondazioni, presentato a Roma nei giorni scorsi. Con il terzo settore e il volontariato il rapporto è forte e costruttivo. Hanno avuto modo di conoscerci: di verificare quanto di buono e utile per il Paese possiamo fare insieme».
E infine afferma che le fondazioni sono «azionisti stabili che non hanno mai fatto mancare il necessario sostegno per la crescita e il rafforzamento delle loro partecipate, anche, e soprattutto, in frangenti complessi come quelli degli ultimi anni e ancor più dei nostri giorni… Le Fondazioni hanno sottoscritto consistenti aumenti di capitale, evitando così che dovesse entrare in campo lo Stato – e quindi i soldi del contribuente – per rafforzare i patrimoni delle banche italiane, come è invece avvenuto negli Usa, in Gran Bretagna, in Germania e come sta avvenendo in questi giorni in Spagna. Da parte delle Fondazioni non si è trattato di voler mantenere posizioni di forza nelle banche, ma di accollarsi un impegno nell’interesse della banca e della stessa Fondazione, la quale ha cercato così di difendere il valore di un proprio asset. Ma anche e soprattutto, riteniamo sia stato nell’interesse del Paese».
Condiscendenza del premier Monti, che ricorda «il mondo dell'economia sociale del mercato ha permeato la mia formazione fin dall'infanzia. Mio padre era il direttore generale della Cariplo» e approva l’impegno di Guzzetti «per rilanciare il welfare comunitario. E’ un'iniziativa meritoria per risollevarci dalle difficoltà, anche grazie al contributo essenziale di istituzioni come le FOB», sottolineando la rilevanza degli obiettivi del convegno: «cultura non è da intendersi solo come patrimonio, ma come capitale umano e sociale di cui il Paese dispone, fondamentale per proiettarci nel futuro in modo più o meno virtuoso. Puntiamo a questo sviluppo anche grazie all0 spirito cooperativo delle FOB, sempre più accentuato per conseguire migliori risultati sul territorio.Ne è esempio la creazione della Fondazione Con il Sud nata dall'alleanza delle FOB, Terzo Settore e Volontariato.Il loro ruolo è importante per aumentare la dotazione infrastrutturale del paese, in primis nella Cassa Depositi e Prestiti».
Il numero due di Bankitalia, Fabrizio Saccomanni ha sottolineato l’importanza dell’intervento delle fondazioni a sostegno del sistema bancario e apprezzato lo spirito di autoregolamentazione alla base della Carta delle Fondazioni, ma ha anche voluto evidenziare che il raggiungimento degli obiettivi fissati «potrà essere favorito da un sistema pubblico di vigilanza» finalizzato a «promuovere assetti di governance e qualità degli organi che salvaguardino indirettamente, la sana e prudente gestione delle banche partecipate». Per questo motivo, ha indicato Saccomanni, la Banca d’Italia presterà ancora più attenzione «all’esigenza di evitare indebiti condizionamenti nell’attività bancaria derivanti dal complesso delle relazioni e altri conflitti d’interesse con soggetti collegati, tra i quali sono ripresi gli azionisti di controllo o in grado di esercitare un’influenza notevole sulla gestione della banca».
Tra i politici, sono poi intervenuti Giulio Tremonti ed Enrico Letta; tra gli istituzionali: Franco Bassanini, Presidente Cassa Depositi e Prestiti Spa e Andrea Olivero – Portavoce Forum del Terzo Settore. Infine, i Presidenti delle FOB: Carlo Borgomeo – Fondazione Con il Sud, Antonio Miglio – Fondazione Cari Fossano e Vicepresidente Acri, Mario Nuzzo, Fondazione Cari Teramo e Marco Cammelli, Fondazione Monte Bologna e Ravenna e Presidente della Commissione Cultura di Acri.
Una giornata densa di riflessioni sull’esperienza e la competenza accumulata, analisi di posizionamento e sguardi al futuro, continuati oggi sul mondo delle Casse di Risparmio con gli interventi, tra gli altri, di Antonio Patuelli – Vicepresidente Acri, Vicepresidente vicario Abi e Presidente Cassa di Risparmio di Ravenna, Camillo Venesio – Presidente Assbank, Giuseppe Mussari, Presidente Abi e il Ministro Corrado Passera.
«Il potere è trasmigrato in buona parte dallo Stato-Nazione a uno spazio globale sopranazionale» dice Bauman «mentre la politica è tuttora locale, relegata entro i confini della sovranità territoriale degli Stati. Per suggellare il matrimonio tra potere e politica: istituzioni nate per servire la coesione e il coordinamento di opinioni e interessi diffusi e garantire una loro adeguata rappresentanza, riflessa in una legislazione vincolante per tutti. Resta solo da chiedersi se questa sfida potrà essere raccolta, se questo compito potrà essere affrontato dalle istituzioni politiche esistenti, create dopo tutto per un livello assai diverso dell’integrazione umana al fine di proteggerlo da ogni possibile intrusione dall’alto».
Se non altro, da Palermo sembra possa arrivare una rinnovata armonia tra potere economico e la «politica dei tecnici».
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