ALLA FONDAZIONE MAST LE FOTOGRAFIE DELL'EMILIA-ROMAGNA AL LAVORO
L’arte dell’immagine tra la via Emilia e il mare. Paesaggi, strade, economie, abitudini
«La fotografia non è pura duplicazione o un cronometro dell'occhio che ferma il mondo fisico, ma è un linguaggio nel quale la differenza fra riproduzione e interpretazione, per quanto sottile, esiste e dà luogo a un'infinità di mondi immaginari»
Sono parole del grande fotografo emiliano Luigi Ghirri - con cui la fotografia è entrata a far parte di una nuova narrazione del paesaggio italiano - che nel 1986 realizzò una delle sue opere più significative Esplorazioni sulla via Emilia, un progetto di ricerca articolato dedicato alla via Emilia con un gruppo di fotografi e scrittori che raccontava il “volto di un paese reale” rileggendo l’antica strada di origine romana e i territori attraversati cogliendone l’immagine trasformata dagli sviluppi dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione.
A trent’anni di distanza l’undicesima edizione di Fotografia Europea - promossa e organizzata dal Comune di Reggio Emilia con la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione tra gli altri con le Fondazioni Palazzo Magnani e Pietro Manodori di Reggio Emilia, MAST di Bologna - con La via Emilia. Strade, viaggi, confini curata da un comitato scientifico composto da Diane Dufour (direttrice Le Bal Parigi), Elio Grazioli (Università di Bergamo), Walter Guadagnini (Accademia di Belle Arti di Bologna) ha ripreso la riflessione sul tema della strada che va “dal fiume al mare” per approdare alle vie del mondo, ai luoghi di transito e di confine nella società odierna. Con un racconto che si sviluppa attraverso sedi e territori che si susseguono lungo il suo percorso.
E così il CSAC (Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma) propone in Esplorazioni dell’archivio. Fotografie della Via Emilia nuclei storici di stampe, presenti nelle sue raccolte. All'Ospitale di Rubiera (Reggio Emilia) Linea di Confine per la Fotografia Contemporanea presenta Per strada. Fotografie di Guido Guidi sulla Statale 9, a cura di Antonello Frongia.
In contemporanea a Bologna e fino all’11 settembre il MAST (Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia) ospita la mostra fotografica Ceramica, Latte, Macchine e Logistica. Fotografie dell’Emilia Romagna al lavoro a cura di Urs Stahel, dedicata al lavoro e al paesaggio dell’Emilia-Romagna. Oltre 200 immagini di importanti fotografi (tra cui Olivo Barbieri, Tim Davis, William Guerrieri, Guido Guidi, Paola de Pietri, Franco Vaccari, Walter Niedermayr) - provenienti dalla collezione MAST, dalla collaborazione di autori che hanno prestato le loro opere e dal contributo di Linea di Confine - documentano lo sviluppo dell’Emilia Romagna negli ultimi decenni e, anche attraverso il meccanismo delle contrapposizioni, raccontano – sottolinea Urs Stahel - «come le vecchie industrie scompaiano, sostituite da nuovi impianti e sistemi produttivi ad altissimo contenuto tecnologico, come al paesaggio tradizionale e ad un territorio dal sapore antico si contrappongano le nuove aree del terziario avanzato, dei commerci, della tecnica, dell'accelerazione e come simili fenomeni siano riscontrabili, non solo nei settori dell'industria meccanica e della ceramica, ma anche in quelli della produzione alimentare e della piccola impresa».
Le opere dei fotografi insieme ad alcune immagini di scena tratte dal film “Il Deserto rosso” (1964) di Michelangelo Antonioni costruiscono un racconto che va dal classico ritratto di un operaio bolognese realizzato da Enrico Pasquali, alle riproduzioni di attrezzi prodotti dalle Officine Minganti intorno alla metà del XX secolo; da Gabriele Basilico con le macchine confezionatrici dismesse in uno stabilimento in fase di smantellamento e riconversione a Bologna a William Guerrieri con la dismissione di un caseificio industriale a San Faustino, nei pressi di Rubiera; dagli scatti di Paola De Pietri con la lavorazione tradizionale delle ceramiche, alle immagini di grande formato di Carlo Valsecchi sulle industrie ad altissimo contenuto tecnologico. Il cambiamento determinato dalla velocità sulle strade e sulle nuove linee ferroviarie rappresentato nelle fotografie sulla costruzione della TAV, da Torino a Napoli, di Tim Davis, John Gossage, Walter Niedermayr e Bas Princen si pone in contrasto con le immagini idilliache del Delta del Po realizzate da Marco Zanta. I paesaggi di Guido Guidi che raccontano i cambiamenti avvenuti nell'ambiente antropizzato dell'Emilia Romagna si collegano alle immagini che Olivo Barbieri ha dedicato a Cavriago e alle code davanti alle casse dei centri commerciali e rappresentano visivamente la progressiva metamorfosi del paese.
Arricchiscono il percorso espositivo i video di Lewis Baltz, Franco Vaccari, Tim Davis e William Guerrieri e quale side event il visitatore trova, in proiezione continua, il documentario LE RADICI DEI SOGNI – L’Emilia-Romagna tra cinema e paesaggio. Girato nel 2015 da Francesca Zerbetto e Dario Zanasi, racconta un viaggio nei paesaggi della Regione che ha nutrito le fantasie di alcuni tra i più importanti registi del cinema italiano e internazionale.
E come ha osservato Marco Antonio Bazzocchi, dell’Università di Bologna, che è intervenuto nella presentazione, richiamando le parole di Francesco Arcangeli «l’Emilia Romagna è un luogo in cui è nata una cultura dell’immagine, fin dalle origini, fin dal medioevo, con una linea che lega insieme Wiligelmo e Giorgio Morandi.»
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Ph| Gabriele Basilico, British American Tobacco, Bologna, 2008 Collezione MAST