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Abbiamo procedure simili a quelle di un’azienda privata

  • Pubblicato il: 04/05/2011 - 19:01
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Festival dell'Arte Contemporanea
Lorenzo Bini Smaghi

La forma giuridica della Fondazione vede una co-partecipazione di pubblico e privato piuttosto innovativa nel panorama italiano. Qual’è la governance?
Lo statuto della Fondazione è stato modificato nello scorso Maggio per assicurare piena parità tra i soci pubblici e quelli privati. Il Consiglio di Amministrazione è composto da 7 membri: 3 sono nominati dai soci pubblici (comune, Provincia e Camera di Commercio), e 3 dai soci privati (1 dalla Cassa di Risparmio di Firenze e 2 dall’Associazione Partners di Palazzo Strozzi che raggruppa circa 30 aziende) e insieme nominano all’unanimità il Presidente. L’Assemblea dei soci approva annualmente il bilancio, che è anche sottoposto alla certificazione di una società di revisione esterna.

La fondazione nasce patrimonializzata?
Il patrimonio netto ammonta attualmente a 2,25 milioni di euro, circa 170 mila in più del fondo di dotazione iniziale.

A quali modelli vi siete ispirati?
Ci siamo ispirati ai modelli di gestione delle società per azioni e alle best practice internazionali. Un aspetto importante è l’indipendenza del Consiglio di Amministrazione, e il ricorso a un comitato d’indirizzo di alta qualità scientifica. Abbiamo selezionato il Direttore sulla base delle competenze, attraverso un annuncio pubblico sull’Economist e The Art Newspaper e un cacciatore di teste ha elaborato la short list.
Abbiamo procedure di bilancio simili a quelle di un’azienda privata. Abbiamo un rapporto annuale sulle nostre attività, con il risultato di bilancio e una valutazione dell’impatto economico sul territorio, calcolato utilizzando metodologie internazionali.

Quali sono gli obiettivi che intendete perseguire attraverso questa forma di gestione?
L’obiettivo è di combinare la qualità delle attività culturali svolte dalla Fondazione con l’equilibrio finanziario. Ciò consente di programmare l’attività espositiva con almeno tre anni di anticipo e di rassicurare i finanziatori, pubblici e privati, che i loro contributi sono sufficienti a coprire i costi, senza sorprese a fine anno. Per raggiungere questo obiettivo è necessario impostare le attività in modo innovativo, mettendo al centro il fruitore dei servizi di Palazzo Strozzi, dedicando attenzione non solo alle mostre ma anche ai programmi per le famiglie e per i bambini, ai concerti, alle visite guidate negli studi degli artisti contemporanei, le lezioni, ecc…
Due sono i motti di Palazzo Strozzi: “pensare globale e agire locale” e “contemporaneo non è ciò che si fa ma come lo si fa”.

Mostre in corso: Tape Florence (installazione site specific) fino al 20 maggio 2011
www.palazzostrozzi.org

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