Mettere in circolo le idee
Milano. La Fondazione Bracco rappresenta un punto di riferimento nazionale per le fondazioni d’impresa italiane. Nasce dalla storica famiglia Bracco che in 80 anni di lavoro ha costruito una solida cultura d’impresa basata sui valori della ricerca scientifica e del progresso umano e sociale. Ne indaghiamo i progetti, le strategie e la visione in una conversazione con la sua Presidente, Diana Bracco.
Quali esigenze hanno mosso la volontà di istituire la fondazione e in che modo la ricerca artistico-culturale e quella scientifica possono influenzarsi positivamente a vicenda?
La nascita della Fondazione Bracco è stato per me un momento davvero speciale che ha coronato un lungo impegno sul fronte della responsabilità sociale d’impresa. La Fondazione infatti affonda le sue radici nel patrimonio di valori maturati in oltre 80 anni di storia della nostra Famiglia e dell’Azienda Bracco: l’etica della responsabilità, il senso del dovere, la ricerca della qualità e dell’eccellenza, l’impegno per l’innovazione continua, l’attenzione verso la persona, lo stretto legame con le comunità e il territorio. Valori fondamentali, che sentivamo il bisogno di condividere e trasmettere alle nuove generazioni. Del resto ciò che rende uniche le imprese familiari è proprio il fatto che sono dotate di valori forti e di una linfa vitale che dà loro qualcosa in più: l’anima. La Fondazione Bracco vuole custodire quest’anima, facendola conoscere ai nostri giovani. In questo contesto, la Fondazione promuove la valorizzazione del patrimonio culturale, storico e artistico nazionale, promuove la ricerca scientifica e la tutela della salute, favorisce l’educazione, l’istruzione e la formazione professionale dei giovani, sviluppa iniziative di carattere assistenziale e solidale per contribuire al benessere della collettività. Peraltro scienza e cultura per Fondazione Bracco si intrecciano strettamente: anche nei progetti culturali, ad esempio, abbiamo sempre inserito un risvolto scientifico.
Operativamente, attraverso quali progetti si declina la missione della fondazione? Quale modello di governance ne garantisce la sostenibilità?
All’interno delle macroaree «cultura», «scienza», «sociale» vengono realizzati progetti concreti basati su partnership prestigiose e molto dinamiche.
I principali filoni sviluppati sono quello delle arti con specifici contenuti scientifici e tecnologici (l’immagine – fotografia, arti figurative, rappresentazioni; la diagnostica applicata allo studio e al recupero delle opere d’arte; i rapporti tra cultura e benessere, etc.); la cultura d’impresa (Archivio storico) anche con la partecipazione ai principali tavoli associativi e professionali del settore; la cultura musicale, attraverso il sostegno a primarie istituzioni musicali.
Nell’area della scienza la Fondazione, privilegiando le scienze biomediche e quelle ad esse afferenti, ha l’obiettivo di contribuire al miglioramento della qualità della vita con approcci e soluzioni innovativi. Particolare focus viene posto su aree quali la diagnostica e la prevenzione, la medicina personalizzata, lo studio delle interrelazioni fra le problematiche della salute e quelle socioculturali. La «gender question», ovvero l’attenzione verso le problematiche femminili nei vari ambiti della vita sociale, economica, politica e medica, costituisce una delle missioni fondamentali della nascente fondazione.
Nell’area del sociale vengono promossi progetti operativi, in particolare rivolti ai giovani (borse di studio e così via) e alle aree del mondo più bisognose, dove oltre al beneficio filantropico si possa dare un reale valore aggiunto distintivo in termini di know how e contributo scientifico.
Da un punto di vista della governance la Fondazione Bracco ha un Consiglio di Indirizzo, di cui fanno parte oltre a me che sono la Presidente, la Vicepresidente Gemma Bracco e alcuni giovani componenti della famiglia Bracco, un Comitato di gestione operativo e un Advisory Board che vede coinvolte personalità del mondo della cultura e della scienza, italiane e straniere, da Edoardo Boncinelli, a Luca Cavalli Sforza, da Lorin Maazel, ad Arnaldo Pomodoro e a tante altre figure di altissimo profilo e di indiscusso prestigio.
La Fondazione ha sede a Milano, in Via Cino del Duca 8, a Palazzo Visconti, uno degli edifici più significativi, dal punto di vista architettonico e storico, di Milano. Nell’edificio, oltre agli uffici operativi, si trova anche il Teatrino, uno spazio costruito dal duca Giuseppe Visconti ai primi del Novecento e che con un accurato restauro abbiamo voluto restituire alla sua originaria bellezza. La Fondazione ha anche una sede a Roma e un branch office a New York. Il legame fra la Fondazione Bracco e Milano resta comunque molto stretto, sia in considerazione del ruolo che la metropoli svolge nel Paese e in Europa, sia per il carattere di città aperta e internazionale che Milano tradizionalmente ha e che l’Expo 2015 rilancerà con forza.
In occasione della X Settimana della Cultura d’Impresa promossa da Confindustria, la Fondazione organizza il convegno «Fondazioni e cultura: un impegno da sostenere. Il trattamento fiscale delle fondazioni: scenari e proposte» (Teatrino di Via Cino Del Duca 8, Milano 25 novembre 2011 ore 14,30). Un appuntamento per confrontarsi, anche attraverso l’analisi di benchmark internazionali, sulla cooperazione pubblico-privato per la cultura. Quali sono i maggiori nodi critici da risolvere per favorire l’investimento in cultura da parte delle Fondazioni in Italia?
Il trattamento tributario delle fondazioni è un tema strategico per favorire gli interventi dei privati in campo culturale e scientifico. In Italia il fenomeno relativamente recente delle Fondazioni d’Impresa è andato di pari passo in questi anni con la decrescente capacità pubblica di investimento nella salvaguardia dei beni culturali e nelle attività artistiche in genere, nonché a supporto della ricerca scientifica.
In un momento di crisi economica come quello che il mondo occidentale sta attraversando l’agevolazione del trattamento tributario degli investimenti delle Fondazioni, erogati e ricevuti, contribuirebbe perciò grandemente all’impegno dei privati.
In quest’ottica, credo sia molto significativo il confronto tra la normativa italiana e quella europea, che in particolare per alcuni paesi presenta un regime particolarmente favorevole. Tale confronto potrà far emergere per l’Italia alcune possibili proposte e nuove linee di policy making. In Italia la normativa sulle Fondazioni risulta frammentaria e di non semplice approccio, con difficoltà interpretative in ambito fiscale. Sarebbe opportuno introdurre un processo di semplificazione, razionalizzazione e armonizzazione della normativa in materia, garantendo agli operatori del settore ‘poche norme chiare’ utili al perseguimento dei fini delle Fondazioni in maniera efficace ed efficiente. Sarebbe inoltre importante ottenere un maggiore riconoscimento del ruolo di operatore «sociale» delle Fondazioni, con qualche agevolazione e qualche vincolo eventualmente «di progetto». Sotto l’aspetto fiscale ai fini IVA, ad esempio, oggi le Fondazioni che non hanno attività commerciale sono trattate alla stregua di un consumatore finale, e quindi assoggettate a IVA senza alcuna possibilità di detrazione dell’imposta. Per quanto riguarda, infine, la deducibilità del contributo sarebbe importante che le normative fiscali di riferimento favorissero l’attrattività fiscale della Fondazione per i soggetti donanti.
Dal sostegno alla Filarmonica e Accademia Teatro alla Scala, alla collaborazione con la National Gallery of Art di Washington, di cui la Presidente Diana Bracco è membro del Direttivo, la Fondazione Bracco punta alle eccellenze, come il recente restauro della Galleria Chigi a Roma. In un momento di crisi endemica, economica e di pensiero, quanto conta saper valorizzare e promuovere il nostro patrimonio culturale all’estero?
Personalmente sono sempre stata convinta che un impegno dei privati a favore della cultura dimostra che l’impresa è consapevole del proprio ruolo: non solo come soggetto economico, motore di sviluppo, ma anche come fautore di una crescita a tutto tondo della comunità in cui opera. La crisi globale ci ha mostrato quanto velocemente un sistema possa essere scosso alle radici. Gli strumenti culturali – e questo vale tanto per le imprese che per le persone – servono proprio a fronteggiare meglio i momenti difficili, a guardare avanti senza mai dimenticare la storia e le tradizioni da cui veniamo.
In questi primi due anni di attività la Fondazione Bracco ha avuto dei partner straordinari spaziando dalla musica classica all’organizzazione di mostre d’arte: Filarmonica della Scala, National Gallery, Quirinale. Con queste grandi Istituzioni abbiamo instaurato un modello di partnership innovativo, basato su progetti a lungo termine e su una relazione attiva e continua.
La Mostra della National Gallery of Art di Washington «Views of Venice: Canaletto and his rivals», (febbraio 2011 – 30 maggio 2011) è stata uno dei maggiori eventi della stagione culturale americana. Anche il nostro rapporto con la Scala, è storico. Il 17 settembre 2010, nell’ambito dell’Expo di Shanghai 2010, abbiamo contribuito alla realizzazione di uno straordinario concerto della Scala in Cina che ha visto protagonisti il Maestro Semyon Bychkov e la pianista Yuja Wang. Il 12 settembre scorso Fondazione Bracco ha sostenuto il concerto della Filarmonica della Scala diretto dal Maestro Daniel Harding a Praga. Nell’ambito di un progetto dedicato ai Giovani stiamo dando vita oltre e numerose Borse di Studio anche a una nuova e impegnativa partnership con l’Accademia della Scala.
Il rapporto con il Quirinale è nato tempo fa pensando alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia. La Fondazione, per l’occasione, ha deciso di sostenere la Presidenza della Repubblica Italiana nel progetto di restauro della Galleria di Alessandro VII al Palazzo del Quirinale. L’obiettivo dell’intervento è stato riportare la Galleria di Papa Chigi, una delle più belle pagine del barocco romano, all’aspetto originario. I lavori di restauro, condotti dalla Soprintendenza Storico Artistica per il Polo Museale di Roma, si sono ormai conclusi e l’11 ottobre prossimo la Galleria sarà inaugurata alla presenza del Presidente Giorgio Napolitano. Si tratta di un intervento storico che ha un grande valore culturale ma anche simbolico, perché in un certo senso è un modo per riappropriarci tutti insieme di un pezzo significativo della «casa degli Italiani».
Attraverso queste iniziative, Fondazione Bracco vuole contribuire al progresso della società civile e al rafforzamento della stessa identità nazionale, che trova la sua radice più forte proprio nel prezioso patrimonio culturale italiano.
La cultura è un motore di sviluppo e un formidabile veicolo per la circolazione di idee, di educazione civica e di innovazione. Gli strumenti culturali servono a fronteggiare meglio i momenti difficili, a guardare avanti senza mai dimenticare la storia e i luoghi da cui veniamo.
Qualche anticipazione sui progetti futuri?
Il 2 dicembre ospiteremo alcuni esperti di fama mondiale come Luca Cavalli Sforza e Corey Keyes Emory dell’Università di Atlanta per fare il punto sugli studi internazionali legati al tema «benessere psicologico, stili di vita e cultura».
Alcune indagini condotte utilizzando uno strumento chiamato Psychological General Well-Being Index, che misura la sensazione soggettiva della felicità, hanno evidenziato che stili di vita sani e un uso intelligente del tempo libero rivestono un ruolo rilevante come fattore determinante del benessere psicologico individuale.
E’ ormai provato che le leisure activities, a iniziare dalla lettura e dalla frequentazione di concerti, teatri, cinema, mostre migliorano la qualità della vita di ogni cittadino.
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