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La prima fondazione d’impresa nel Sud Italia

  • Pubblicato il: 04/05/2011 - 19:08
Rubrica: 
OPINIONI E CONVERSAZIONI
Articolo a cura di: 
Festival dell'Arte Contemporanea
Fondazione SoutHeritage - Santa Lucia

Quale peculiarità nella vostra attività di promotori sociali e culturali nel territorio lucano?
La Fondazione SoutHeritage nasce in Basilicata, una regione eccentrica nel senso di “fuori da ogni centro”, piena di contraddizioni, non spiegabile e non comprensibile. La Fondazione SoutHeritageè istituita come espressione di una filosofia imprenditoriale in un Sud Italia che negli ultimi anni è certamente cambiato ma che in fondo è rimasto un territorio “estremo”. In questo contesto l’Azienda Agraria Grani Cavalli ha costituito SoutHeritage (la prima fondazione d’impresa del Sud Italia), il cui concept fondativo, recuperando l’importanza storica della città di Matera (patrimonio UNESCO) e dell’operare sul concetto di spazio e strutture esistenti, prevede un dispositivo di “fondazione espansa”, una visione inedita in termini di apparato espositivo, in un momento storico in cui è ampio il dibattito sui luoghi dedicati all’arte del presente, intesi sempre più come spazi di progettazione e di sperimentazione piuttosto che semplici contenitori. In questo quadro la Fondazione SoutHeritage allestisce i vari progetti espositivi nei propri spazi e anche presso luoghi storici e simbolici della città di Matera e della regione Basilicata, contribuendo alla vivificazione della memoria storico-architettonica e alla riscoperta di luoghi che divengono fonte d’ispirazione per gli artisti contemporanei chiamati ad intervenire nei vari contesti. Non essendo più vincolata ad un luogo in sé la Fondazione diventa una forma aperta, un’infrastruttura culturale mobile, capace di modificarsi e modificare pratiche e procedure consolidate. La specificità della storia della città di Matera e della posizione geografica della Basilicata, ci ha offerto inoltre un terreno più che fertile per una piattaforma di discussioni e idee fra regionalismo e internazionalismo. La Fondazione SoutHeritage, infatti, nei suoi circa otto anni di attività, è passata da una fase analitica cioè dedicata ad un’analisi di cosa sia o possa essere oggi uno spazio o un’istituzione dedicata all’arte contemporanea in una regione come la Basilicata, promuovendo progetti che hanno indagato il concetto stesso di spazio espositivo e la sua necessaria ridefinizione, attraverso il lavori di artisti quali: Stanley Brouwn, Philippe Rahm, Hans Schabus, Lawrence Weiner, Erwin Wurm, Ceal Floyer, Mathieu Mercier, Mario Garcia Torres, Peter Downsbrough, Monica Bonvicini, ad una fase successiva in cui la coerenza di un discorso ci ha portato ad inserirci naturalmente in quello spazio dell’arte concettuale più avanzata che va sotto il nome della così detta Institutional Critique, nel cui ambito abbiamo promosso progetti dedicati ad artisti come: Michelangelo Pistoletto, Gianfranco Baruchello, Joseph Beuys, Robert Filliou. Insomma, tutto il programma delle attività e delle mostre ha avuto come punto di riferimento la situazione in cui la Fondazione si veniva a trovare. Oggi che la Fondazione è strutturata e aperta alle possibilità più diverse, non necessariamente legate alla necessità di autodefinirsi, è diventata il primo punto d’incontro e di riferimento per la cultura del presente avanzato nazionale e internazionale in Basilicata. Nel corso delle sue attività la Fondazione ha catalizzato l’interesse di una community sparsa in un bacino territoriale che va dalla Puglia alla Campania, dalla Calabria alla Basilicata. Si auspica, dunque, che il nostro lavoro, che oggi rappresenta un esempio e un punto di riferimento sul territorio, continui ad esserlo, in un sistema regionale ancora tutto da costruire, da inventare e che necessita di nuove energie e nuove professionalità.

Quale ritenete che sia lo strumento più efficace per la diffusione delle arti visive e dellacultura contemporanea?
L’investimento. Investire in cultura significa creare le condizioni migliori perché un territorio recuperi la propria identità ed esprima al meglio i propri talenti. In questo ambito la legislazione in materia di beni culturali del nostro paese non ha mostrato grandi effetti se si pratica un confronto con quello che avviene nel resto degli altri stati europei. Un patto tra imprese e cultura si rende dunque necessario fondandolo naturalmente sulle capacità progettuali, organizzative, creative e innovative di entrambi i settori, e sul comune interesse a rafforzare le relazioni con il territorio di appartenenza. Tutte le forme di cooperazione progettuale vanno incoraggiate, anche attraverso una partecipazione attiva della pubblica amministrazione all’elaborazione della strategia e al disegno dei progetti favorendo così l’eliminazione della dicotomia tutta italiana della competizione fra pubblico e privato.

La fondazione nasce patrimonializzata?
La Fondazione SoutHeritage essendo un’istituzione di diritto privato è assimilata ad una società, ha infatti, eguali obblighi amministrativi e legali senza però, avere un fine di lucro; la Fondazione dunque conta sulla patrimonializzazione propria, sulle donazioni di privati, sulle adesioni dei soci del Club SoutHeritage, ma soprattutto, come nelle più moderne strutture di questo tipo, su un'attività di fundraising stimolando il coinvolgimento di altri enti.

La sua governance?
Lo strumento “fondazione” è stato scelto come strumento giuridico che offre stabilità e permanenza nel tempo, ma anche come necessaria evoluzione di un certo modo di collezionare e di concepire il rapporto con l’arte rispetto alle strutture istituzionali spesso limitate dalla burocrazia o da esigenze di budget. Una struttura flessibile come la Fondazione SoutHeritage ha facilità di movimento ed è elastica nelle sue decisioni. La governance è dunque diretta conseguenza di tale impostazione: un direttore (Roberto Martino) e un direttore artistico (Angelo Bianco) con comprovati requisiti di specifica professionalità o qualificata esperienza nell’ambito dei settori d’intervento della fondazione; uno staff operativo composto da tre persone (variabile per specifici progetti con altri collaboratori in contratto di service) e un board familiare cui fanno capo le scelte delle acquisizioni della collezione. La Fondazione non ha nessun comitato scientifico ma una forte attenzione a quanto succede nel mondo, attraverso il contatto diretto con gli artisti e gli incontri nei loro ateliers. Si tratta di rapporti umani d’altronde, è questo che c’interessa molto. Inoltre, l’azienda, di cui la Fondazione rappresenta il braccio filantropico, spesso fornisce consulenze professionali e supporto per alcune attività specifiche come: la contabilità, gli aspetti fiscali e gli investimenti operativi.

Mostre in corso: DOC. documentalità, testualizzazione e immaginazione teorica fino al 4 giugno 2011
www.southeritage.org

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