Che cosa la cultura deve pretendere dalla politica
C’è un’altra Italia che si sta materializzando davanti a noi anche se ancora non la vediamo: l’Italia che riparte dalla cultura
C’è un’altra Italia che si sta materializzando davanti a noi anche se ancora non la vediamo: l’Italia che riparte dalla cultura
Il lavoro corale sul termine avviato dal Giornale delle Fondazioni si arricchisce con Pier Luigi Sacco, uno dei primi ad avere acceso nel nostro paese riflessioni sulla relazione tra economia civile ed economia della cultura. I suoi primi contributi in Italia sul tema risalgono al 2011, dal progetto di candidatura di Siena a Capitale Europea della Cultura, che tra i temi cardine aveva lo sviluppo della relazione virtuosa tra partecipazione culturale attiva e ben-essere. Cosa significa oggi parlare nel nostro paese di processi di cultural welfare based, tema che si riscontra in numerosi documenti programmatici di sviluppo locale?
Il nuovo libro di Luca Dal Pozzolo, edito da Editrice Bibliografica, si interroga sul senso del patrimonio, materiale e immateriale e sulla sua possibile declinazione al futuro come risorsa preziosa per una comprensione del presente condivisa e per la costruzione di un futuro desiderabile. In attesa della presentazione pubblica a Milano in occasione di ArtLab 18, pubblichiamo qui la prefazione al libro, scritta da Pier Luigi Sacco
In risposta all’era del disicanto weberiano del secolo di cui siamo figli, 500 anni dopo la pubblicazione dell’opera più famosa di Tommaso Moro, l’Utopia, l’economista Pier Luigi Sacco, quest’anno da Harvard, evocando Gramsci, propone un tema caro a questa testata, “Coltivare il re-incanto”, partendo dalle politiche culturali per costruire “l’isola che non c’è”: una società che non solo esite, ma prospera felice, in cui cultura e buonsenso guidano la vita degli uomini, colmando la distanza tra reale e ideale. Da una dura e lucida diagnosi del noto professore emergono proposte a cui necessita ”imprenditorialità politica” perché “il privilegio di assistere a momentanee, preziose epifanie del senso non può bastare”..
L’esperienza Expo giunge al termine e noi condividiamo l’opinione di Pier Luigi Sacco che invita ad abbandonare i trionfalismi così come le retoriche per chiedersi, se si ha realmente a cuore il futuro del Paese, cosa sia realmente accaduto
«Stiamo assistendo alla maturazione di una consapevolezza delle potenzialità della cultura nel contesto medico-sanitario che va al di là della singola, piccola esperienza laboratoriale per diventare una nuova area di ricerca e di pratica clinica che può estendersi ad ambiti sempre più ampi delle professioni della salute». Pier Luigi Sacco sul convegno internazionale « Long Live Arts» tenutosi a L’Aja
Come si sta muovendo la prima fase della programmazione UE 2014.2020? La cultura ha sempre un peso marginale nelle politiche, ma qualcosa sta cambiando. La parola d’ordine sembra essere «rompere i silos», come dimostra il brillante semestre di presidenza lettone. Ma i policy makers debbono crescere per sostenere i percorsi di innovazione. In Italia - che presenta 4 tra le 25 regioni UE prevalenti per produzione culturale e creativa - non mancano le iniziative innovative, anche dal basso, ma non si vede ancora una logica di sistema
Nell’ambito del suo semestre di Presidenza UE, la Lettonia punta sui crossover creativi.
Pier Luigi Sacco e Erminia Sciacchitano, commentando il convegno Cultural and Creative Crossovers, riflettono sul ruolo della cultura come motore innovativo e sulla necessità di praticare sconfinamenti settoriali. Qualcosa all’orizzonte si intravede, ma dietro solide mura
Nel ciclo di programmazione 2014-2020, l’Italia sarà capace di portare davvero la cultura, e soprattutto le sue tematiche più innovative e potenzialmente più impattanti sull’evoluzione dei modelli di vantaggio competitivo, nelle posizioni alte delle agende delle politiche economiche regionali o nazionali?
Con l’avvicinarsi dell’avvio del ciclo di programmazione europea 2014-2020, il tema delle politiche culturali sta conoscendo a livello europeo una rapida accelerazione.
Per il XII Rapporto Annuale Fondazioni l’autorevole opinione di Pier Luigi Sacco sul ruolo economico e sociale della cultura
Qualche considerazione inattuale sul rapporto tra economia e cultura al tempo della crisi
La lucida analisi di Pier Luigi Sacco sulla cultura 2020. Testo integrale dell’intervento alla "Giornata di studio sulle fondazioni di partecipazione" del Giornale dell’Arte, a Rivoli - 18 ottobre 2011
Il fenomeno delle fondazioni non è certamente un’esclusiva della realtà italiana, e men che meno della sfera culturale. Nel caso della cultura italiana, tuttavia, le fondazioni stanno assumendo, e ancora di più potranno farlo nel prossimo futuro, un ruolo assolutamente decisivo e per molti versi peculiare.