Approccio integrato e pianificazione strategica: la ricetta per crescere
FOCUS Unesco da RAVELLO LAB. Dall’undicesima edizione di Ravello Lab, ancora una volta, il richiamo ad un approccio integrato al patrimonio culturale per affermare una ‘cultura’ della pianificazione strategica e di una progettazione integrata e partecipata (ispirata alla Convenzione di Faro) che coinvolga diversi livelli istituzionali e metta in relazione pubblico e privato, al fine di dare impulso allo sviluppo dei territori. Due i principali ambiti di confronto: la necessità di conquistare nuovi pubblici anche a sostegno di una migliore qualità delle relazioni civili nelle comunità, il focus sui Piani di gestione dei siti Unesco e delle corrispondenti buffer-zone per i quali presentiamo in questo numero l’approfondimento di Pietro Petraroia, Vice Presidente Italia Nostra, dell’economista Marcello Minuti e del Professore Paolo Castelnovi, che commenta la VII Conferenza nazionale dei Siti Unesco tenutasi a Roma lo scorso 8 novembre
Si è conclusa sabato 22 ottobre, la XI edizione di Ravello Lab, i Colloqui Internazionali promosso dal Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali e da Federculture che, per tre giorni, ha visto impegnati oltre 60 tra rappresentanti del MiBACT, operatori, accademici e stakeholders di diversa provenienza, divisi in tavoli di lavoro nella splendida cornice di Villa Rufolo sul tema cultura e sviluppo.
Nel quadro della Strategia UE 2020, l’Europa ha sviluppato una serie di strumenti e programmi finalizzati a favorire un approccio integrato al patrimonio culturale, nuovi modelli di governance partecipativa della cultura e lo sviluppo delle industrie creative. Si tratta di temi che, sin dalla prima edizione, sono stati al centro delle riflessioni di Ravello Lab. La più recente comunicazione della Commissione (successivamente fatta propria dal Parlamento Europeo con una propria Risoluzione) ‘Verso un approccio integrato al patrimonio culturale per l’Europa’ e la Convenzione di Faro sulla partecipazione dei cittadini alla cultura, rafforzano l’ispirazione che ha costantemente guidato i lavori di Ravello Lab e che, nel corso degli ultimi anni, ha conseguito significativi e concreti risultati.
Due i principali ambiti di discussione: il primo ha esaminato la relazione tra i principali stakeholders chiamati ad attuare un approccio integrato al patrimonio culturale, con particolare riferimento ai Piani di Gestione dei siti UNESCO e delle corrispondenti buffer zone; l'altro volto a sviluppare nuove policy culturali di audience development e incremento della partecipazione, che intervengano attivamente e concretamente su una più efficace gestione del patrimonio culturale nell'ottica di un ampliamento consapevole e qualitativo dei pubblici e della loro esperienza di visita nell’era digitale.
Di particolare rilievo il focus sui Piani di Gestione dei Siti italiani inseriti nella Lista del Patrimonio Mondiale, animato dall’Arch. Maria Grazia Bellisario del Mibact, quale utile ‘protocollo’ per promuovere il processo di valorizzazione del patrimonio culturale dei territori. L’esito degli approfondimenti che hanno coinvolto i qualificati operatori che hanno partecipato ai lavori di Ravello Lab sono stati spesso richiamati nell’ambito della VII Conferenza Nazionale dei Siti UNESCO che si è svolta a Roma dall’8 al 10 novembre u.s. La Conferenza ha accolto con interesse la ‘raccomandazione’ proposta dai Colloqui di Ravello riguardante il possibile impegno delle risorse del PON Governance, destinato alle pubbliche amministrazioni, all’implementazione, in chiave integrata tra i diversi livelli istituzionali, dei Piani di Gestione Unesco ponendo maggiore enfasi sui modelli organizzativi d’impresa culturale
I Colloqui di Ravello si sono sempre caratterizzati per un orizzonte europeo e per questo ampio spazio è stato dato alla comunicazione di Erminia Sciacchitano, della DG Cultura della Commissione Europea, relativa agli obiettivi dell’Anno Europeo del Patrimonio Culturale promosso dall’UE per il 2018.
La sintesi dei Colloqui di Ravello è stata presentata dall’Ambasciatore Francesco Caruso, Consigliere del Presidente della Regione Campania per i siti regionali inseriti nella Lista Unesco e da Rosaria Mencarelli, del Polo Museale umbro del Mibact, che hanno presieduto i due tavoli di lavoro in cui si è articolato il Laboratorio. Dalla copiosa documentazione prodotta e dai numerosi spunti emersi nel corso dei lavori, saranno presto rilasciate le ‘Raccomandazioni’ di Ravello Lab, con l’obiettivo di fornire utili indicazioni ai diversi livelli istituzionali e al sistema delle imprese, per la formulazione di interventi operativi che favoriscano il processo di sviluppo a base culturale.
Dalla presentazione dei primi risultati del Laboratorio di Ravello hanno si è tratto spunto per un’interessante tavola rotonda a cui hanno partecipato il sociologo Aldo Bonomi, Direttore del Consorzio Aaster, Pierpaolo Forte, Presidente della Fondazione Donna Regina di Napoli, Renzo Iorio, che guida il Gruppo Tematico ‘Cultura motore di sviluppo’ di Confindustria e Michael Forschner, del Governo della Regione austriaca di Burgeland.
Nel suo intervento conclusivo Alfonso Andria, Presidente del Comitato Ravello Lab, ha ricordato come la traiettoria segnata dai Colloqui di Ravello abbia già portato a significativi risultati quali l’istituzione della Capitale Italiana della Cultura e il recente Avviso del Mibact ‘Progettazione per la Cultura’, che assegna 5,6 milioni di euro alla progettazione integrata di area vasta per territori di almeno 150.000 abitanti. Si tratta di provvedimenti che hanno l’obiettivo di affermare una ‘cultura’ della pianificazione strategica e della progettazione integrata tra diversi livelli istituzionali e tra pubblico e privato che può dare un grande impulso allo sviluppo dei territori.
I risultati prodotti da Ravello Lab sono stati recentemente insigniti dalla Medaglia del Presidente della Repubblica che onora l’impegno dei Promotori dei Colloqui di Ravello.
I Colloqui di Ravello si sono conclusi con l’intervento di Antimo Cesaro, Sottosegretario ai Beni e alle Attività Culturali e al Turismo che ha sottolineato l’importanza di rigenerare il contesto territoriale, spesso degradato, in cui sono inseriti i ‘gioielli’ del patrimonio e come sia dunque rilevante la qualità progettuale coniugata con una praticabile cantierabilità, in grado di dare il segno concreto dell’innovazione e dello sviluppo.
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