L’esperienza positiva delle «Gestioni autonome» della cultura per lo sviluppo delle città
Nascono nei primi anni ‘90 quando, a seguito dell’introduzione di una serie di norme innovative, gli enti locali avviarono un processo di esternalizzazione della gestione dei beni e servizi legati al settore culturale, turistico e ambientale dando vita a vere e proprie «aziende di servizio pubblico» (fondazioni, associazioni, aziende speciali, istituzioni, consorzi, società). Ma non si è trattato unicamente di sperimentare modelli giuridici quanto, piuttosto, di mettere in campo un’idea di sviluppo profilato sulle esigenze di una domanda sempre più sofisticata che ha richiesto la riorganizzazione dei servizi d’offerta sotto forma di vere e proprie “aziende culturali” e che ha reso possibile l’ingresso nel settore di competenze professionali sempre più qualificate.
Tale processo fu avviato quando nell’ambito del management culturale, insieme all’esigenza di conciliare tutela e valorizzazione del patrimonio, si è manifestata quella di integrare i compiti tradizionalmente svolti dal settore pubblico con strumenti e risorse provenienti dal quello privato. In questa direzione si sono mossi tutti quei soggetti giuridici destinati alla gestione di beni e attività culturali (musei, teatri, parchi, biblioteche), creati su impulso degli enti pubblici proprietari dei beni e che si sono sviluppati con untrend di crescita continua che, partendo dalle prime 5 esperienze attivate nel 1990, è arrivato alle circa 400 realtà di oggi.
Grazie alla compresenza all’interno della compagine sociale di soggetti, anche privati, diversi dall’ente pubblico proprietario, le scelte effettuate in questa direzione sono state contraddistinte innanzitutto da una maggiore sostenibilità finanziaria, che ha alleviato le difficoltà gestionali di un settore duramente colpito da sempre più stringenti vincoli di bilancio pubblico.
Pur all’interno di un’ampia eterogeneità di esperienze, gli elementi caratterizzanti di tali modelli gestionali possono essere ricondotti a:
– acquisizione di una sostanziale autonomia gestionale e finanziaria rispetto alle istituzioni pubbliche di riferimento;
– utilizzo di criteri di gestione manageriale tesi a incrementare le performance delle istituzioni coinvolte;
– ricorso a nuove professionalità e competenze, soprattutto nei settori più vicini alle attività di valorizzazione (servizi commerciali, comunicazione, promozione, organizzazione di eventi, accoglienza, didattica, ecc.).
Le «Gestioni autonome» della cultura sono state, e lo sono tuttora, tra gli attori principali del cambiamento registrato nei consumi culturali, hanno assicurato migliori livelli di efficienza e di efficacia nella gestione di servizi e attività legate alla cultura e hanno garantito occupazione qualificata.
In sintesi, il sistema delle imprese pubbliche ha contribuito in modo determinante alla riqualificazione dell’offerta culturale con conseguente crescita della domanda. In molti casi queste esperienze sono diventate il «fiore all’occhiello» dell’attrazione di molte città anche a livello internazionale e gli strumenti delle istituzioni locali per realizzare progetti pluriennali di rilancio dell’economia, dell’immagine e dell’innovazione delle città.
Da una recente ricerca condotta dall’ANCI sulle imprese dei Comuni al 31/12/2010 risultano 3.662 imprese attive (Società per Azioni, Consorzi, S.r.l., Fondazioni, Aziende Speciali, ecc.) , partecipate da almeno un Comune. Di queste, 283 imprese - in base alla classificazione ATECO - sono attive nel settore della cultura, del turismo e del tempo libero, l’8% del totale. Le aziende di questo settore hanno un valore della produzione complessivo di oltre 650 milioni di euro e un patrimonio netto complessivo di circa 820 milioni di euro.
Federculture stima che queste aziende abbiano creato in dieci anni circa 30.000 nuovi posti di lavoro diretti e stabili e che nell’indotto culturale e turistico abbiano generato un effetto occupazionale cinque volte maggiore.
Nel 2012 Federculture ha condotto un’indagine campionaria su alcune delle realtà più significative e rappresentative del panorama delle aziende culturali italiane, tra cui la Fondazione Torino Musei, la Fondazione Barumini Sistema Cultura, l’Azienda Speciale Palaexpo, la Fondazione MAXXI, la Fondazione Cinema per Roma, la Triennale di Milano, la Fondazione Musei Civici di Venezia.
Da questa analisi emerge chiaramente come le aziende culturali siano state protagoniste di un forte cambiamento nella gestione della cultura, pure in un contesto di grandi difficoltà sia finanziarie che normative, come quello che ha caratterizzato gli anni recenti.
La ricerca, che analizza gli andamenti degli ultimi 4 anni (2008/2011), ha evidenziato come ad esempio sul fronte delle entrate, ci sia stata una significativa riduzione delle entrate delle aziende culturali, in particolare, derivanti da contributi pubblici, passati da una media di 6,3 milioni del 2008 a una media di 4,9 del 2011, - 43%. Nella stessa misura, sono diminuiti di circa il 40% i contributi provenienti da privati/sponsorizzazioni, passati da una media di 2,9 milioni del 2008 a una media di 1,7 del 2011.
Tale flessione ha profondamente modificato, quindi, il peso percentuale di questi due aggregati, passati rispettivamente, tra il 2008 e il 2011, dal 52% al 35% nel primo caso, e dal 23,9% al 16,8% nel secondo. A fronte di queste riduzioni, le aziende hanno dovuto – e sono riuscite – ad incrementare le entrate autogenerate (biglietteria, affitti, servizi aggiuntivi, etc.) il cui valore medio è, infatti, aumentato da 2,9 milioni di euro a 4,9, con un incremento, quindi, di quasi il 70%.
Tale andamento ha avuto una chiara ripercussione sulla quota di autofinanziamento che è passata da un’incidenza media, peraltro già alta, del 47,8% del 2008 al 64,7% del 2011.
Facendo leva sulla produttività, le aziende culturali hanno, dunque, aumentato in misura significativa le entrate autogenerate, senza peraltro utilizzare in maniera eccessiva la leva del prezzo del biglietto, che è aumentato tra il 3% (prezzi minimi) e il 9% (prezzi massimi).
Tutto ciò non sembra aver avuto un impatto negativo sulla dimensione quantitativa della domanda delle aziende culturali indagate: il numero delle presenze è aumentato mediamente dal 2008 del 16%, nonostante una lieve flessione tra 2010 e 2011.
Un dato importantissimo, specialmente in un periodo di grave crisi economica come quello relativo agli anni analizzati nella ricerca, è quello sull’occupazione.
Nelle aziende culturali si osserva come il personale dipendente abbia registrato un incremento del 9,5%, mentre i collaboratori siano aumentati del 14,2%.
Altro dato interessante dato riguarda l’età media del personale che è sostanzialmente giovane, non superando i 40 anni, a fronte di un’età media dei dipendenti del Ministero per i beni e le attività culturali pari a 53 anni.
In generale si può dunque affermare che, nonostante le enormi difficoltà del settore cultura nel corso degli anni considerati questo settore rimane più che mai vivo e vivace, attirando una domanda sempre crescente.
Al calo dei contributi pubblici, cui si è associato, in maniera per certi versi inattesa, anche quello dei contributi privati, si è fatto fronte senza gravare in maniera eccessiva sugli utenti e non ricorrendo ad aumenti significativi dei prezzi dei biglietti.
Le scelte di autonomia aziendale sembrano aver avuto, dunque, ottimi risultati, se si considerano le performance realizzate, pur in presenza di una situazione tanto complessa come quella degli ultimi anni.
Alcuni casi di eccellenza
La Fondazione Barumini Sistema Cultura. Il piccolo Comune di Barumini di 1.339 abitanti dell’entroterra sardo, ospita nel proprio territorio il monumento simbolo della architettura e della civiltà della Sardegna preistorica, «Su Nuraxi di Barumini», inserito nel 1997 dall'Unesco nella Lista del Patrimonio dell’Umanità. Sino ad un recente passato l'amministrazione comunale si era limitata ad un’attività di conservazione e tutela del bene che, se da un lato rispondeva all’esigenza di preservarlo, dall'altro non ne rendeva possibile la valorizzazione economica a vantaggio del territorio. Dal 2007, invece, con la creazione della Fondazione, nuovo soggetto giuridico interamente partecipato dal Comune, si sono poste le basi per una completa rivisitazione dell’impianto gestionale dello straordinario sito nuragico, affermando un più esplicito orientamento alla fruizione e favorendo una nuova qualità della crescita economica del territorio centrata sulla valorizzazione in chiave turistica del patrimonio culturale. Oggi, grazie al nuovo impulso impresso dalla Fondazione Barumini, il sito Unesco viene visitato ogni anno da circa 100mila persone mentre il sito, con l’apertura della Scuola di Scavo e Restauro Archeologico, è divenuto anche un polo di ricerca e studio specialistico aperto agli studenti e laureati europei e del bacino del Mediterraneo. In una regione economicamente depressa, la Fondazione Barumini Sistema Cultura oggi rappresenta la più importante azienda sarda nel settore dei beni culturali garantendo l’occupazione a 66 dipendenti e si è rivelata uno strumento capace di rispondere alla crescente domanda culturale e di dare impulso ad un progressivo sviluppo economico e sociale di tutto il territorio.
L'Azienda Speciale PalaexpoL'Azienda Speciale Palaexpo, è un ente strumentale di Roma Capitale, Assessorato alle Politiche Culturali e Centro Storico. Fu costituita dal Comune di Roma, nel 1997 con l’affidamento della gestione del Palazzo delle Esposizioni e, in un secondo momento (luglio 2001), delle Scuderie del Quirinale. Si propone oggi come uno dei più importanti organizzatori di arte e cultura in Italia e gestisce le Scuderie del Quirinale, il Palazzo delle Esposizioni e la Casa del Jazz. Quello gestito dall`Azienda Speciale Palaexpo è, dunque, un vero sistema integrato di spazi ed eventi per la cultura, in grado di raggiungere un pubblico numeroso ed attento con oltre un milione e mezzo di presenze l'anno.
La Fondazione Musei Civici di Venezia. La Fondazione è stata istituita con delibera del Consiglio Comunale di Venezia il 3 marzo 2008, al fine di gestire e valorizzare l’immenso patrimonio culturale e artistico dei Musei Civici di Venezia. Operativa dal 1° settembre 2008, è configurata come una fondazione di partecipazione e ha un unico socio fondatore, il Comune di Venezia. Favorisce l’aggregazione di soci partecipanti, pubblici e privati, che contribuiscono alla vita della fondazione, sostenendone e condividendone le finalità istituzionali. La Fondazione gestisce e promuove un sistema museale ricco, articolato, complesso ed economicamente sano; gode di una totale autonomia amministrativa e gestionale – facente capo al Consiglio di Amministrazione –, che consente agilità operativa, programmazione, una forte e trasparente motivazione imprenditoriale, un assetto aziendale efficiente e razionale, la capacità di aggregare e reperire risorse. Da questo sistema non partono solo le tradizionali proposte di ogni musealità consolidata (ricovero, conservazione, studio, valorizzazione) bensì uno straordinario insieme di servizi culturali declinati in diversi aspetti e temi: ricerca, formazione, creatività, specializzazione, tutela, divulgazione, didattica, comunicazione. Al centro, per tutti, sono la qualità dell’offerta, l’attenzione alla domanda sociale, l’alta valenza educativa ed etica, nell’equilibrio economico.
Fondazione per Leggere. La Fondazione per Leggere è attiva dal 2006 nell'area Sud Ovest di Milano. E’ stata fondata da 54 Comuni dell'hinterland milanese con lo scopo di promuovere la lettura in tutte le sue forme, di valorizzare il patrimonio librario e documentario presente nelle biblioteche comunali e di migliorare la qualità dei servizi di pubblica lettura offerti ai cittadini, oltremezzo milione su di un'area pari a circa un terzo della provincia di Milano. Nei cinque anni di attività la Fondazione «Per Leggere» ha operato per facilitare e sostenere le occasioni di contatto con la lettura attraverso l’organizzazione di iniziative sul territorio, coinvolgendo scuole, associazioni, enti e realtà produttive. Evidenti i risultati: gli iscritti alle biblioteche sono cresciuti del 22%, i prestiti sono aumentati del 46,5%, circa un milione fra libri, prodotti audiovisivi ed elettronici resi disponibili per tutti gli utenti e una significativa riduzione dei costi del servizio (-58% per i prestiti interbibliotecari).
Zètema Progetto Cultura. Società partecipata al 100% dal Comune di Roma, Zètema è l’azienda capitolina che opera con modalitàin house nel settore Cultura, con la mission di ottenere una fruizione ottimale del patrimonio storico artistico della Città ed un core business che consiste nella gestione dell’intero Sistema dei Musei Civici della Capitale (tra cui i Musei Capitolini) e di attività e servizi culturali e turistici, oltre che nella organizzazione di eventi.
La crescente qualità dell’offerta al turista si conferma quale elemento vincente nella gestione del patrimonio culturale: Zètema è responsabile in particolare della messa in atto della strategia del Comune volta al potenziamento e all’integrazione dei servizi turistici e culturali.
Pur beneficiando di un significativo finanziamento pubblico, negli ultimi quattro anni Zètema ha incrementato le entrate proprie e quelle da sponsorizzazioni e da donazioni del 29%; nel 2010 la crescita delle stesse voci è stata del 15% sull’anno precedente.
Fondazione Piccolo Teatro di Milano. Il Piccolo Teatro di Milano è il primo Teatro Stabile italiano, in ordine di tempo, nonché il più conosciuto, in Italia e all’estero. Nasce con l’idea di dare vita a un’istituzione sostenuta dallo Stato e dagli enti locali (Comune e Provincia di Milano, Regione Lombardia) in quanto pubblico servizio necessario al benessere dei cittadini. Dal 1991 il Piccolo Teatro di Milano è anche Teatro d’Europa. In più di sessant’anni di attività, il Piccolo ha prodotto oltre 300 spettacoli, ha ospitato e continua ad ospitare le più interessanti produzioni straniere, realizzate da artisti di fama mondiale Dal 1986 il Piccolo gestisce anche una scuola di teatro che ha diplomato in questi anni 200 attori
La Fondazione Musica per Roma. Nasce il 19 luglio 2004, cambiando la ragione sociale originaria di Società per azioni con la quale venne istituita nel 1999, con soci fondatori il Comune di Roma, che ha conferito in concessione d’uso per 99 anni l’immobile Auditorium alla Fondazione, la Camera di Commercio, la Provincia di Roma e la Regione Lazio. Dalla data di inaugurazione, 21 dicembre 2002, l’Auditorium Parco della Musica è una consolidata realtà nel panorama della vita culturale della città di Roma e del Paese con un’affermazione sia sul piano della qualità dell’offerta, che della quantità di pubblico coinvolto. Ogni anno più di un milione di persone, tra spettatori e partecipanti alle varie iniziative, visita il complesso gestito dalla Fondazione. La capacità di autofinanziamento della struttura raggiunge ormai quasi il 70% del bilancio complessivo. L’Auditorium Parco della Musica costituisce il motore di un progetto di rilancio e riqualificazione della città, attraverso le chiavi dell’urbanistica, della viabilità, dei trasporti, del welfare locale e, soprattutto, sul versante delle iniziative e delle strutture culturali.
Fonte: Federculture