Shozo Shimamoto torna in Italia
Reggio Emilia. L’ultima volta li abbiamo visti insieme a Bologna, durante Arte Fiera, ora li aspettiamo a Reggio Emilia: sono l’artista ottantatreenne Shozo Shimamoto e il curatore Achille Bonito Oliva, per una grande mostra antologica che ripercorre le tappe salienti della produzione del Maestro giapponese dagli anni ‘50 a oggi.
«Shozo Shimamoto. Opere 1950-2011. Oriente e Occidente» inaugurerà a Palazzo Magnani, a Reggio Emilia, il 25 settembre e rimarrà aperta al pubblico fino all’8 gennaio 2012 con l’esposizione di 80 opere tra dipinti, sculture e video installazioni del Maestro del Gutai.
Il progetto espositivo, promosso dalla Fondazione Palazzo Magnani in collaborazione con l’Associazione internazionale Shozo Shimamoto, vede la partecipazione di enti pubblici e sostenitori privati, come la Provincia di Reggio Emilia e la Fondazione di origine bancaria Pietro Manodori, per un’azione culturale condivisa dal territorio.
E proprio alla città, come per rispettare gli intenti «dell’avanguardia sotto il cielo», Shozo Shimamoto regalerà il 24 settembre una performance inaugurale davanti alla sede espositiva: dall’alto di una gru, il Maestro lancerà i suoi colori restituendo alla materia l’autentica vita e, quindi, una rinnovata capacità comunicativa.
«Mantenere in vita i materiali significa tenere lo spirito vivo e innalzare lo spirito significa portare i materiali all'altezza di quest'ultimo» scriveva Jiro Yoshihara nel manifesto del Gruppo Gutai, che significa «concretezza», in opposizione all’astrazione, per favorire, piuttosto, un legame diretto tra l’artista e la qualità della materia. Un canone sempre presente nella ricerca di Shimamoto, co-fondatore del gruppo fino al suo scioglimento nel 1972, dai primi Buchi su carta, ai Cannon Works della fine degli anni ’50, ai successivi Bottle Crash.
Esplosioni di colore che includono la casualità come forza regolatrice del cosmo, raccolte in una mostra che porta per la prima volta nel nostro Paese la testimonianza antologica di una delle ricerche artistiche orientali più significative del Novecento.
Il catalogo della mostra, edito da Allemandi, conterrà oltre ai testi di Achille Bonito Oliva, Lorenzo Mango, Federica Franceschini, Silvia Cavalchi, alcuni testi inediti di Shimamoto e Yoshihara tradotti per l'occasione dal giapponese.
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