Notizie in breve dal mondo delle Fondazioni
Questa settimana è dedicata all’arte contemporanea >>> La casa giapponese è il tema della nuova mostra del Maxxi >>> Fondazione Nomas si dedica al lavoro di Alfredo Pirri >>> Nuovo spazio di fondazione Prada dedicato alla fotografia >>> Nuova sede per Fondazione Baruchello >>> I Colori della Mente e altre inziative alla Fondazione De Fornaris
La casa giapponese al MAXXI
Dal 9 novembre 2016 fino al 26 febbraio 2017 al è possibile vedere al MAXXI – Museo nazionale delle arti del XXI secolo la mostra «The Japanese House», la prima mostra italiana dedicata a questo tema ma anche una delle prime a dare una chiave di lettura differente della cultura giapponese.
La mostra racconta la centralità del tema della casa nell’architettura e nella società giapponese attraverso il lavoro di archistar come Kenzo Tange, Toyo Ito, Kazuyo Sejima e Shigeru Ban, ma anche quello dei loro maestri e di giovani promettenti progettisti.
Tra tradizione e innovazione, tra natura e artificio, materiali antichi e tecnologicamente evoluti, l’architettura della casa giapponese racconta un’intera cultura di un Paese che, a partire dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, vive la trasformazione delle città dove lo spazio domestico è la chiave d’accesso all’intera cultura metropolitana del Giappone di oggi.
Disegni, modelli, fotografie d’epoca e contemporanee insieme a video, interviste, spezzoni di film, manga e opere di artisti compongono il percorso di mostra insieme alle riproduzioni in scala reale di frammenti e sezioni di edifici particolarmente significativi, nell’allestimento progettato da Atelier Bow-Wow in collaborazione con il museo.
Co-organizzata da Japan Foundation, Tokyo e MAXXI, Roma, e coprodotta da Japan Foundation, MAXXI, Barbican Centre e il National Museum of Modern Art di Tokyo, «The Japanese House» è a cura di Pippo Ciorra in collaborazione con Kenjiro Hosaka (National Museum of Modern Art, Tokyo) e Florence Ostende (Barbican Centre, Londra). Chief Advisor della mostra Yoshiharu Tsukamoto (Atelier Bow-Wow / Tokyo Institute of Technology).
RWD – FWD è il nuovo progetto di Fondazione Nomas
RWD – FWD è la prima tappa del progetto «I pesci non portano fucili», titolo che Alfredo Pirri ha scelto in omaggio all’opera in cui Philip K. Dick immagina una società disarmata e fluida come il mare aperto.
Il progetto é frutto della collaborazione tra Fondazione Nomas, MACRO e MAXXI. Nasce da una condivisione progettuale tra realtà pubbliche e private, fortemente voluta dall'artista.
RWD - FWD, a cura di Ilaria Gianni, mette in luce il lavoro di Alfredo Pirri e la sua poetica, rintracciandone le origini e il percorso a partire dal suo archivio personale.
Lo Studio & Archivio Alfredo Pirri è scelto come spazio espositivo, mentre la sede della Fondazione Nomas si trasformerà nel laboratorio in cui l’artista lavorerà alla creazione di un’opera di grandi dimensioni. L'opera sarà poi esposta nella mostra retrospettiva al MACRO Testaccio, a cura di Benedetta Carpi De Resmini e Ludovico Pratesi, che aprirà al pubblico il 4 Aprile 2017.
Fino al mese di gennaio 2017 il visitatore potrà osservare il procedere della creazione dell’opera ed essere coinvolto, attraverso una serie di incontri organizzati per l’occasione, nel processo di ricerca creativa.
Tappa intermedia tra le due mostre sarà un convegno ospitato dal MAXXI che affronterà il rapporto tra arte e architettura, riflessione fondamentale del percorso creativo dell’artista.
Fondata nel 2008 da Stefano Sciarretta e Raffaella Frascarelli, la fondazione sostiene e promuove la ricerca all’interno dei linguaggi contemporanei: mostre, talks, seminari, residenze (per artisti, curatori e critici), attività di studio e formazione specialistica in collaborazione con scuole e accademie.
L’approccio multidisciplinare della fondazione si focalizza sull’analisi dei processi culturali e politici globali che scaturiscono dalla visione dell’artista quale osservatore privilegiato dei fenomeni sociali.
Fondazione Prada apre uno spazio per la Fotografia
Apre in Galleria Vittorio Emanuele a Milano l’Osservatorio Fondazione Prada, un nuovo spazio dedicato alla fotografia.
Gli spazi dei piani superiori dello storico negozio del marchio milanese nato nel 1913, dove fino a qualche mese c’era un ristorante di Mc Donald’s, verranno occupati da mostre ed eventi dedicati alla fotografia. Circa mille metri quadri, in posizione privilegiata, in alto, oltre la cupola di cristallo della Galleria, con invidiabile panorama sul sempre più peculiare skyline meneghino.
Lo store Prada Galleria, aperto già da un po’, si sta sviluppando, per fasi successive, in un edificio a tutta altezza, dove al piano terra ci sono il negozio della collezione uomo e la Pasticceria Marchesi, il laboratorio di dolciumi fondato nel 1824 ed entrato a far parte del gruppo.
L’inaugurazione potrebbe avvenire nel corso del mese di dicembre e il calendario delle mostre è già stato definito per tutto il 2017. Dopo la mostra di dicembre ci sarà in Galleria un’altra inaugurazione invernale per poi arrivare all’apertura in corrispondenza della fiera miart, quando negli spazi di Largo Isarco sarà la volta della grande mostra che Francesco Vezzoli dedicherà all’immaginario della tv italiana degli anni Settanta.
Una nuova sede dunque per la Fondazione Prada – con accesso dedicato dal piano terra – che a livello organizzativo potrebbe non avere nulla da invidiare alla casa madre: ci sarà una programmazione serrata, uno staff, un curatore specifico per la fotografia.
Una nuova sede per la Fondazione Baruchello
La Fondazione Baruchello inaugura la nuova sede di Roma in via del Vascello 35, a Monteverde Vecchio, con il progetto «Start up. Quattro Agenzie per la produzione del possibile», ideato da Gianfranco Baruchello e a cura di Maria Alicata e Carla Subrizi.
La storica fondazione nata nel 1998 e attiva nella sede del Parco di Veio, si espande nel centro della città, per rafforzare i legami con il cuore pulsante della vita culturale capitolina.
Da sempre incentrata sulle relazioni tra arte, natura, economia, storia, la ricerca di Baruchello prosegue con un lavoro sperimentale che prende il proprio nome dall’ambito economico. Il progetto è strutturato come un ufficio per la promozione e diffusione di proposte che intendono innescare dinamiche economico e di relazione e ridefinire il rapporto tra valore d’uso e valore di scambio. È per questo che per tutta la durata della mostra si svolgeranno workshop, su tematiche come l’utopia, plusvalori e disvalori dell’economia, pastorizia, sopravvivenza e capitalismo, in una prospettiva interdisciplinare. Ad analizzare queste tematiche da punti di vista e modalità diverse, una serie di artisti invitati dallo stesso Baruchello: Maria Thereza Alvez, Massimo Bertolini, Elisabetta Benassi, Jimmie Durham, Bruna Esposito, Emilio Fantin, Claire Fontaine, Felice Levini, HH Lim, Rogelio Lopez-Cuenca, Antoni Muntadas, Leonardo Petrucci, Cesare Pietroiusti, Santo Tolone, Carlo Gabriele Tribbioli e Cesare Viel.
La mostra, a cura di Maria Alicata, sarà visibile fino ad aprile.
Le nuove iniziative della Fondazione de Fornaris
I Lunedì dell’Arte organizzati tra novembre e gennaio dalla Fondazione De Fornaris con la Gam sono dedicati al rapporto tra Neuroscienze e Arte sono dedicati al rapporto tra Mente e Colori. Negli incontri «Colors and Mind», curati da Carolyn Christov-Bakargiev, direttrice della GAM, si parlerà del rapporto tra la neuroestetica, la psicanalisi e l’arte, della percezione del colore, dei neuroni specchio e dell’empatia. Si cercherà di capire in che cosa consista per il sistema cervello-corpo l’esperienza degli oggetti frutto della creatività. Le conferenze, affidate a prestigiosi studiosi del settore, introducono alla mostra «Colori», in programma alla Gam e al Castello di Rivoli – con capolavori da Kandinsky ai giorni nostri – nel marzo 2017.
È stato restaurato il blocco di marmo che sostiene l’albero in bronzo di «In limine», la scultura affidata dalla Fondazione De Fornaris a Giuseppe Penone nel 2011, in occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia.
I tecnici del Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale, dopo un’attenta analisi dello stato di conservazione dell’opera, in accordo con il direttore della Gam, hanno eseguito una pulitura ed eliminato i segni del degrado, legati soprattutto all’inquinamento atmosferico e al traffico urbano.
Si è in particolare provveduto a eliminare le tracce lasciate dalle colature di acqua piovana e i percolamenti di ossidi di rame depositatisi presso le radici scolpite e sulla mano dell’artista impressa sul marmo.
La Fondazione De Fornaris ha infine acquistato da privati «Autoritratto» di Massimo d’Azeglio, importante dipinto che incrementerà le sue raccolte dell’800.
Il dipinto, realizzato intorno al 1835, è un olio su tela che misura 51 x 43 cm, circondato da una cornice dorata coeva e concentra l’attenzione sul viso dell’artista, che a quell’epoca aveva circa 37 anni.
La Gam, che possiede la più ricca collezione di opere di d’Azeglio, nel 2017 dedicherà al ritratto e alle sue vicende storiche e collezionistiche una mostra della serie «Wunderkammer».