Notizie in breve dal mondo delle fondazioni
The Evens Arts Prize premia artway of thinking
The Evens Arts Prize è il premio biennale bandito dalla Evens Foundation, fondazione belga che opera negli ambiti dell'educazione, dei media, dell'arte e della scienza per promuovere valori di cooperazione e convivenza pacifica. Il premio viene assegnato a quegli artisti che con la loro opera ispirano, diffondono e contribuiscono ad attuare i valori della Fondazione. Gli artisti – 18 i candidati provenienti da 9 Paesi europei per l'edizione 2015 – vengono segnalati dagli ambasciatori, personalità autorevoli del mondo dell'arte che contribuiscono a diffondere e attuare la mission, e che nel caso dei premi, fungono come una sorta di talent scout.
Quest'anno, su segnalazione della Fondazione Pistoletto, il premio è stato assegnato al collettivo artistico multidisciplinare artway of thinking fondato nel 1992 a Venezia da Stefania Mantovani, Federica Thiene e Valter Tronchin.
Il gruppo si distingue per avere coinvolto da più di vent'anni professionisti (italiani ed stranieri) nella ricerca-intervento di una metodologia di matrice creativa e collaborativa, rivolta ad agevolare i processi di trasformazione socio-culturali e urbanistici della società civile. Nella visione di artway of thinking, l'artista deve svolgere un ruolo attivo nella società contemporanea: un artista-professionista agente di trasformazione, capace di partecipare ai tavoli decisionali, interagire con altre discipline, contribuire alla definizione di una visione condivisa, intervenire concretamente nei processi di cambiamento, portatore di un’estetica del fare. L'arte, nel caso di artway of thinking, genera processi umani anziché oggetti. La Co-creation metodology - la metodologica sviluppata dal collettivo multidisciplinare - è stata applicata sia in Italia che all’estero e ha innescato 38 processi di cambiamento a valenza socio-culturale e territoriale, e 6 modelli di workshop esperienziali volti ad accrescere la capacità di «co-creare» nuove realtà e una «nuova estetica del fare».
I progetti-esempio presentati hanno risposto pienamente agli obiettivi della settima edizione del premio e alla principale finalità della fondazione riassumibile in «Living together harmoniously in Europe»: progresso e rafforzamento dell'Europa basato su diversità sociale e culturale; vivere insieme e in armonia in un’Europa della diversità; rispetto della diversità individuale e collettiva; rafforzamento dell'integrità morale, psicologica e fisica.
Il primo, Inclusion Refugees Network 2005/2008, è un progetto nazionale che insiste sulla situazione dei richiedenti asilo e umanitari, con lo scopo di sensibilizzare e raggiungere una migliore ed effettiva integrazione sociale e lavorativa. Fra i diversi partner – italiani ed europei – c'è Co.Ge.S. Don Milani di Mestre.
L'altro, Venice 2001/2007, è un progetto sull’accoglienza, nei porti e in città, dei lavoratori marittimi che sbarcano nel Porto di Venezia, realizzato in collaborazione con l'Autorità Portuale di Venezia, con i consigli di quartiere limitrofi, volontari e liberi professionisti.
La cerimonia di premiazione nel Paese dell’artista vincitore prevede l'affiancamento di The Evens Arts Prize 2015 - Venerdì 6 novembre 2015 alle 18.30 presso l'European Cultural Centre a Palazzo Mora, Venezia - a un progetto/evento dell’artista attivo nel corso dell’anno. Nel caso di artway of thinking sono stati scelti due progetti in corso: Centro Soranzo di Tessera e CAPP Meeting. CAPP Meeting è un workshop commissionato e dedicato alla rete di 9 organizzazioni museali europee e ai loro artisti affiliati (circa 40 persone), attuatori di un progetto europeo sulle Collaborative Arts. Il workshop si terrà all’isola di San Servolo dal 4 al 6 novembre 2015. Obiettivo del workshop, attraverso la metodologia di co-creazione, è supportare il gruppo e offrire strumenti per condividere la vision di progetto e consolidare pratiche collaborative, facendo delle loro differenze culturali e geografiche un punto di forza. Sabato 7 novembre, il Bord Evens e gli ambasciatori faranno visita al Centro Soranzo di Tessera, residenza terapeutica oggetto di restyling architettonico e organizzativo e luogo di progetto realizzato da artway of thinking con Studio Arbau di Treviso e Artwork Comunicazione di Venezia.
© Francesca Sereno
Il robot Virgil premiato al Maxxi
Virgil è il primo robot italiano che facilita l’esplorazione degli spazi espositivi temporaneamente inaccessibili al pubblico. Dopo essere stato sperimentato dall'8 dicembre scorso nel castello di Racconigi in provincia di Cuneo, il 4 novembre arriva a Roma al Maxxi per essere premiato nell’ambito dell’evento, Digital Think prima manifestazione dedicata ai migliori progetti di innovazione digitale e tecnologica in ambito museale.
Virgil, il cui coordinatore scientifico è Claudio Germak, è alto circa un metro e sessanta e non ha fattezze umane. Grazie a una telecamera e a una piattaforma di cloud robotica connessa alla rete 4G di Tim, invia al tablet o allo smartphone della guida turistica un flusso video ad alta definizione. Il robot è infatti pilotato in remoto da una guida, che avvalendosi di una app, ne gestisce i movimenti. I visitatori possono così avere accesso, seppur virtualmente, anche alle zone momentaneamente chiuse per restauro o altri motivi dei musei in questione. Virgil non sostituirà le guide in carne e ossa, ma è capace di regalare al visitatore un'esperienza più ricca e multimediale.
Il sistema è sviluppato dal Joint Open Lab (JOL) di TIM in collaborazione con l’Associazione Terre dei Savoia, Polo Museale del Piemonte e il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino.
© Francesca Sereno
A Bergamo nasce la Fondazione Pio Manzù
Il prossimo 7 novembre 2015 nasce a Bergamo la Fondazione Pio Manzù, centro studi ed archivio dedicato alla figura del designer italiano per ordinare, raccogliere e rendere fruibile il pensiero e la figura di quello che il critico Gillo Dorfles riconosce come «uno dei più seri realizzatori d’una nuova corrente del design italiano», nonchè per promuovere la sperimentazione e l’innovazione nel mondo del design.
Protagonista negli anni ’60 di una stagione creativa intensissima, seppur breve, che lo rese una delle figure chiave di quegli anni nello sviluppo del design industriale, automobilistico in primis, Pio Manzú caratterizzò la sua esperienza umana e professionale per una visione multidimensionale del design, volto a coordinare e riassumere insieme i diversi aspetti della progettazione. «L’auto di città è l’espressione di una nuova situazione caratterizzata dal problema di coordinare aspetti vari e molteplici di origine tecnologico, sociale, psicologico, urbanistico, funzionale e simbolico» scriveva Manzù nel settembre 1964, dimostrando una visione aperta e dialettica, costantemente proiettata ad esplorare le possibili evoluzioni del presente ma sempre orientata a riconoscere la centralità dell’individuo.
«La Fondazione Pio Manzù nasce con l’ambizione di fare tesoro dell’eredità progettuale e visionaria del designer bergamasco per proiettarsi nel contemporaneo, promuovendo iniziative di ricerca, innovazione e studio sui temi scandagliati da Pio Manzù - ha specificato il direttore scientifico della fondazione Fagone -. Oltre a rendere accessibile l’archivio di disegni e modelli di Manzù, in molti casi inediti, intendiamo promuovere con attività di ricerca e formazione nel campo della mobilità, dell’automobile e dell’industrial design quella visione e sensibilità profetiche che Pio Manzû evidenziò in un pur cosi limitato arco di vita».
La presentazione ufficiale della fondazione si terrà sabato 7 novembre al Centro Congressi Papa Giovanni XXIII in Viale Papa Giovanni XXIII durante una giornata di studio dedicata alla figura di Pio Manzù cui parteciperanno gli esponenti di punta del car design internazionale: da Walter De Silva, responsabile design per VW-Audi, a Roberto Giolito e Flavio Manzoni, rispettivamente i responsabili del design di Fiat e Ferrari. Per inquadrare la figura e la temperie culturale in cui lavorò Pio Manzù porteranno le loro testimonianze maestri del design quali Tomas Maldonado, Giovanni Anceschi ed il grande critico Gillo Dorfles.
© Francesca Sereno
Social Innovation Citizen: prove tecniche di riuso degli spazi dismessi per imprenditorialità e innovazione sociale
Negli spazi di Open Incet – Centro per l’Innovazione Aperta della città di Torino – avrà luogo la quarta tappa del Road Tour del SIC, attività organizzata da Agenzia Nazionale per i Giovani e Italia Camp per offrire ai giovani innovatori italiani la possibilità di entrare in contatto e costruire così una rete relazionale e progettuale che favorisca lo sviluppo di buone pratiche nel campo dell’innovazione sociale
Torino. Sarà il tema del riuso degli spazi dismessi ad esser messo al centro dell’attenzione nei lavori della quarta tappa di SIC, durante la mattina di venerdì 13 novembre, presso i locali di Open Incet in via Cigna. La questione del riutilizzo funzionale degli stabili verrà declinata in tre focus tematici, andando ad affrontare la rigenerazione di tessuti urbani compromessi dalla dismissione industriale e dal degrado edilizio. Partendo dallo studio di caso della struttura ospitante, il primo gruppo di lavoro si concentrerà sull’analisi degli spazi dedicati all’Open Innovation e all’incrocio tra domanda e offerta di innovazione. Con il secondo focus tematico - dal titolo Città delle soluzioni - verranno messe a confronto le soluzioni possibili per promuovere processi di innovazione sociale al fine di creare un percorso che tenga conto di un approccio interdisciplinare per fronteggiare le difficoltà poste dai contesti urbani contemporanei. Il terzo focus riguarderà il riuso degli spazi pubblici come luoghi di socializzazione, innovazione e partecipazione su cui Torino ha maturato una lunga esperienza in termini di sperimentazione degli strumenti di intervento urbanistico – soprattutto collegandoli all’asset della cultura.
Innovazione sociale significa cambiare il modo di soddisfare i bisogni attraverso un processo creativo condiviso, guidato da fini di utilità sociale e capace di creare nuove forme di collaborazione e connessioni tra gli attori della società civile per generare un benessere diffuso. La rete dei SIC guarda in questa direzione, ambendo a convogliare giovani ambasciatori dell’innovazione under 30 sulla piattaforma www.sitizen.it, costituita per promuovere nuovi progetti e pratiche ad alto impatto sociale, nonché per attivare relazioni e scambi di idee tra i diversi innovatori. Con questo strumento sarà possibile condividere le proprie idee e contattare altri soggetti attivi alla scala nazionale, oltre ad interagire con attori dell’ecosistema dell’innovazione sociale: istituzioni, imprese, terzo settore, università, cittadini privati, esperti.
© Giangavino Pazzola