Milano fa i conti con il proprio patrimonio monumentale in vista dell'Expo
MILANO. Il capoluogo lombardo sente sul collo il fiato dell'Expo e corre verso il lifting. Non solo nell'area di cantiere del recinto espositivo a Rho (visitato da Beppe Grillo e i suoi nei giorni scorsi e giudicato una landa deserta), ma anche in centro città, nel rapporto con la valorizzazione del proprio patrimonio monumentale, tra alti e bassi, mentre finalmente è esplosa la questione ormai incandescente della qualità dell’arredo urbano sollevata da numerosi e qualificati interventi su Arcipelago Milano (Renzo Riboldazzi ha parlato di “una lezione che si è dissolta nel Novecento, un’abilità che è andata in fumo e, salvo rare eccezioni, non è più stata riconquistata dai progettisti, da chi amministra la cosa pubblica e dalla collettività che, di fatto, non l’ha più né pretesa né nutrita”.
In testa l’annosa vicenda inerente la ricollocazione delle collezioni della Pinacoteca che vanno da fine Ottocento a oggi con la rifunzionalizzazione di Palazzo Citterio (di cui ci occupiamo nell'edizione cartacea ora in edicola con un sagace quanto caustico articolo firmato da Davide Borsa), mentre per Brera si procede, come da tradizione, a spizzichi e bocconi (di ieri la notizia del danneggiamento della copia in gesso del «Satiro ubriaco» Barberini dovuta, secondo alcuni testimoni, a un ragazzo salito sulla statua per farsi un selfie, e di cui non sono neanche disponibili le immagini della telecamera di sicurezza posizionata nel corridoio). Per il lotto relativo alle caserme di via Mascheroni, dove trasferire l’Accademia, è stato stabilito un adeguamento funzionale per 1,5 milioni. Per quello relativo al palazzo storico di Brera un intervento per la salvaguardia dei tetti pari a 4,5 milioni, appena partito. Intanto, per villa Belgiojoso Bonaparte è partito un ambizioso piano di integrazione, manutenzione e conservazione degli impianti storici.
Nel frattempo è esplosa la questione della dismissione delle caserme, come la Mameli, 101.000 mq in viale Suzzani, e la Piazza d'armi, grande il triplo (328.000 mq) tra via della Rovere e via Mazzarino, zona Forze Armate. L’abbandono rischia di diventare, sul lungo periodo, un grosso problema, anche di ordine pubblico, tanto più oggi che le “previsioni” del PGT sugli investimenti del “mattone firmato” volgono decisamente al ribasso. La vicesindaco (con delega all’Urbanistica) Ada Lucia De Cesaris corre ai ripari: «Possiamo studiare utilizzi temporanei di questi spazi che guardino alle esigenze della città». Dalle residenze per studenti al verde fino a scopi sociali, sono molti gli usi “intermedi” che potrebbero essere messi in campo. E che, continua De Cesaris, «potrebbero anche garantire il presidio del territorio evitando situazioni di abbandono e degrado». A questo grido di dolore ha risposto Angelo Torricelli, il preside della Scuola di Architettura Civile che ha attivato e concluso il 7 marzo un workshop svolto da docenti e ricercatori del Politecnico coordinati da Marco Biagi e Stefano Poli, per contributi di ricerca e idee progettuali sui temi di trasformazione della città; tra questi l’emergenza per la residenza sociale, il verde pubblico, i servizi, i sistemi dell’istruzione e della cultura. City Life intanto si impegna a concludere rapidamente i lavori per il restauro della monumentale fontana delle Quattro stagioni di piazza Giulio Cesare, del 1927, ormai chiusa da anni e deteriorata.
Si sono invece appena conclusi i restauri delle facciate della Ca’ Granda e del Castello Sforzesco; sono partiti in tutta fretta quelli della Darsena, il progetto di conservazione e valorizzazione della cascina Linterno, mentre sono prossimi al traguardo i lavori a palazzo Arese Litta e lo spostamento della pietà Rondanini dopo il restauro dell’ex ospedale spagnolo al Castello Sforzesco, appena presentato ufficialmente dal DML in una serata dedicata da Docomomo alll’Ordine Architetti dal titolo «La conservazione degli interni milanesi».
Tuttavia, la casa in cui Alessandro Manzoni visse dal 1814 al 1873 e scrisse I promessi sposi versa nel degrado in attesa di interventi, sollecitati da più parti (in testa, il presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo Giovanni Bazoli). Poco meglio per il Palazzo della Ragione, per cui è ripensata la vocazione a Museo della fotografia. Qui il 10 marzo è sì partito l'intervento sulla struttura voluta dal podestà Oldrado da Tresseno nel 1233 come broletto e piazza coperta per assemblee cittadine e amministrazione della giustizia, ma trattasi poco più di revisione della copertura, una non meglio precisata “pulitura” delle facciate e revisione delle pavimentazioni per 60.000 euro; non dell’ambizioso progetto di valorizzazione dei percorsi e dell’accoglienza, con un nuovo ascensore esterno ipotizzato e presentato da Marco Dezzi Bardeschi.
Sempre il 10 marzo è partito il restauro della Galleria Vittorio Emanuele II, che dopo 20 anni si rifà il look. Il cantiere, che dovrebbe concludersi entro aprile 2015, intende riportare il "salotto" dei milanesi al decoro originario, consentendo comunque nel frattempo di fruire degli spazi al coperto grazie a un ponteggio mobile che per la manutenzione delle facciate si sposterà lungo i binari collocati sul pavimento; nell’ottagono centrale, invece, il restauro sarà effettuato con ponteggi tradizionali. L'intervento, sotto l'egida di Comune (Assessorato ai Lavori pubblici) e Soprintendenza, è a costo zero per le casse pubbliche: i 3 milioni provengono infatti dalle griffe Prada (che, agli spazi vendita già presenti, darà sede alla propria Fondazione in una parte dei locali di Ricordi, in attesa che partano i lavori nell'ex distilleria di viale Isarco su progetto di OMA) e Versace (nuovo arrivato in Galleria), più un contributo di Feltrinelli. Il restauro, guidato dagli architetti Daniela Fiocchi e Roberto Baciocchi ed eseguito dalla società Gasparoli, mira a restituire i colori e le linee originari della struttura realizzata un secolo e mezzo fa. Saranno pulite 330 cornici di finestre e 88 vetrine per una superficie complessiva di 13.500 mq.
(Qui maggiori dettagli sul progetto).
Restando nelle adiacenze di piazza del Duomo, proprio la Veneranda Fabbrica (intorno alla quale si litiga per l'improbabile proposta di un ascensore esterno che raggiunga la Madonnina) ha ricevuto in cessione gratuita dal Comune la trecentesca chiesa di San Gottardo in Corte, retrostante Palazzo Reale e bisognosa di cure (valore stimato di almeno due milioni per una superficie di circa 1.000 mq). conclusi i rilievi, si attende la partenza dei restauri che dovranno essere conclusi entro l'1 maggio 2015, se si vorrà arrivare in tempo per l'Expo.
Per il teatro lirico, dopo 18 mesi è pronto il progetto elaborato dall’Assessorato ai Lavori pubblici con il Politecnico e le società Autodesk e Leica che hanno messo a disposizione tecnologie d’avanguardia come il software di modellazione e il laser scanner per i rilievi in 3D della struttura. Sarà restaurato a partire dalla primavera 2015, e per la fine del 2016 dovrebbe avere un ristorante di 400 mq al secondo piano con vista sul palco, un foyer per cento persone, un golfo mistico più grande del precedente capace di alzarsi al livello della platea e della ribalta. Torneranno i colori pastello alle pareti in contrasto con le tappezzerie rosse, le filettature dorate sui soffitti a onda e le modanature su tutti gli ordini di palchi?
Sul fronte dei musei, l’ultimo piano del Museo di storia naturale può vantare un bar ristorante rinnovato con vista a 360° sulla città e situato all’interno dei giardini Indro Montanelli, mentre per offrire un ristoro ai visitatori della Galleria di arte moderna e del Padiglione di arte contemporanea e nuove occasioni di aggregazione anche per i bambini e i genitori che, nella bella stagione, affollano i giardini di Villa Reale, il Comune ha deciso di attivare un servizio di caffetteria, attualmente assente, da realizzarsi negli spazi coperti al piano terra adiacenti alla GAM (96 mq attualmente destinati agli uffici) e in una porzione di 80 mq del sottoportico antistante gli spazi stessi.
Infine, è in partenza il consolidamento della strada Alzaia Sud e delle sponde della Martesana; il progetto definitivo, pomposamente battezzato Vie d’Acqua, avrebbe dovuto comprendere il collegamento (non navigabile) fino all’area Expo, ma la feroce opposizione dei comitato di quartiere e delle associazioni Parco sud, riunitesi in un apposito comitato NO Canal, al grido “Stop Vie d’Acqua salviamo i parchi” è riuscito a furor di popolo a far valere le proprie ragioni e ha imposto, obtorto collo, la revisione dell’ambizioso progetto ridotto a “pura opera idraulica”. Per la Darsena abbandonata e ormai diventata a tutti gli effetti una vera oasi naturalistica (avvistati il forapaglie castagnolo, specie minacciata a livello europeo, parecchie cannaiole, il porciglione, l’usignolo di fiume e addirittura, d’inverno, il merlo acquaiolo, per tacere degli aironi, delle gallinelle d’acqua e dei germani che ogni anno si stabilivano nella Darsena sempre più a loro agio), è infine venuto il momento delle ruspe se non della riscossa: la piazza accanto vede ora l’apertura dei lavori. Le operazioni di riqualificazione avverranno in tre fasi distinte, durante le quali alcune vie saranno interessate da chiusure temporanee e modifiche della viabilità. Il progetto, firmato da Comune ed Expo 2015, è importante e ambizioso: trasformare entro il 2015 tutta la piazza XXIV Maggio in una terrazza sulla Darsena, rendendola uno spazio vivace, polifunzionale, ricco di locali, ristoranti, attività, intrattenimenti, una sorta di cuore pulsante del sistema Navigli nonché nuovo polo d’attrazione turistica della città. La piazza verrà in gran parte pedonalizzata e riservata alla cosiddetta mobilità dolce, ovvero ai mezzi pubblici, ai taxi e alle piste ciclabili. Il mercato comunale è già in corso di rifacimento. Sarà quindi riaperto il corso interrato del Ticinello, che andrà a formare uno specchio d’acqua ai piedi della porta del Cagnola: la pavimentazione sotto l’arco sarà ricomposta secondo un disegno derivato dalle tavole originarie del famoso architetto. Verranno rifatti i tracciati tranviari e riqualificata l’intera pavimentazione, mentre due filari di platani completeranno la sistemazione della parte monumentale.
da Il Giornale dell'Arte, edizione online, 18 marzo 2014