Mecenatismo e filantropia per la produzione contemporanea
Autore/i:
Rubrica:
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di:
Alessia Zorloni
Le fondazioni private di arte contemporanea attraverso i propri strumenti, in primis la collezione, svolgono un’importante opera educativa. Accanto ai programmi espositivi, che spesso partono dalla lettura della collezione, molte fondazioni promuovono attività volte a valorizzare le più contemporanee espressioni artistiche, anche attraverso la commissione di nuove opere e la collaborazione con le istituzioni pubbliche. A Lugano, il convegno organizzato dalla Fondazione Archivio del Moderno propone una riflessione in merito al ruolo contemporaneo del mecenatismo per la cultura artistica e architettonica.
Le fondazioni private di arte contemporanea attraverso i propri strumenti, in primis la collezione, svolgono un’importante opera educativa. Accanto ai programmi espositivi, che spesso partono dalla lettura della collezione, molte fondazioni di arte contemporanea promuovono progetti educativi rivolti al pubblico e attività volte a valorizzare le più contemporanee espressioni artistiche, anche attraverso la commissione di nuove opere e la collaborazione con le istituzioni pubbliche.
Infatti se il collezionista contemporaneo prende parte alla vita culturale attraverso la concessione di prestiti espositivi, il modello di coinvolgimento che contraddistingue i grandi collezionisti di arte contemporanea è il sostegno alla produzione delle opere. Ci sono collezionisti che commissionano le opere che poi acquisteranno, mentre altri si propongono come produttori e finanziatori di opere o progetti, senza però vincolarsi all’acquisto. Esemplare nel primo caso è la scelta di Giuliano Gori, che ha inaugurato nel 1982 il proprio giardino di sculture della Fattoria di Celle a Pistoia, popolato principalmente da opere site specific. Dalle sedici opere presenti il giorno dell’apertura, la collezione è cresciuta fino a comprendere più di ottanta lavori, riuscendo ad attrarre l’interesse del pubblico, soprattutto in relazione all’arte ambientale contemporanea.
Il secondo caso è rappresentato della David Roberts Art Foundation (DRAF), organizzazione non profit indipendente che opera per la valorizzazione dell’arte contemporanea. Dalla sua costituzione, nel 2007, l’istituzione si è attivata su diversi fronti, organizzando mostre, commissionando opere e ospitando performance ed eventi culturali. L’organizzazione promuove la creazione di nuove opere d’arte grazie ad attività di residenza e alla possibilità, per giovani curatori, di cimentarsi nell’organizzazione di esposizioni. Nella stessa direzione si sta muovendo la Fondazione Sardi per l’Arte, che nel 2017 ha finanziato la produzione dell’opera dell’artista turca Fatma Bucak esposta alla Biblioteca della Facoltà di Lettere e Filosofia di Torino. Altre volte i collezionisti sostengono gli artisti per lungo tempo, per il profondo rapporto di amicizia e stima che li lega. Questo è il caso della Collezione La Gaia, che dopo aver acquistato una prima grande video-installazione dei Masbedo più di 15 anni fa, ha deciso di supportare il collettivo artistico senza nemmeno vagliare, di volta in volta, i progetti.
Vi sono poi fondazioni, come la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo e l’Aïshti Foundation, che sostengono la produzione delle opere in occasione della presenza degli artisti a mostre organizzate per lo più in sedi istituzionali e pubbliche. Le Biennali, Manifesta e la Documenta di Kassel rappresentano in questo senso le cornici di maggiore prestigio, in grado di assicurare ai collezionisti uno spazio di accreditamento e di notorietà internazionale.
I musei d’arte contemporanea, d’altra parte, si stanno rivolgendo e stanno realizzando parte della propria programmazione grazie all’intervento dei collezionisti privati che prestano la loro raccolta per organizzare mostre o addirittura la consegnano al museo attraverso prestiti a lungo termine, comodati d’uso o donazioni. A volte per ricompensare tale generosità, alcuni musei sono stati ribattezzati in onore dei loro benefattori. Questo è il caso dell’ex Miami Art Museum, rinominato Pérez Art Museum nel 2013 a seguito alla donazione di 40 milioni di dollari (metà in opere) da parte di Jorge M. Perez. In questo modo il collezionismo privato trova un felice connubio con le realtà pubbliche locali e procede alla creazione di una realtà a “gestione partecipata”. A sperimentare una collaborazione di questo tipo è stato il Museum der Moderne Salzburg e la Generali Foundation, organizzazione non profit nata nel 1988 dal Gruppo Generali in Austria. Si tratta di una partnership siglata nel 2014 che prevede il prestito a lungo termine della collezione posseduta dalla Generali Foundation a favore del Museum der Moderne Salzburg, il quale si impegna ad esporla in modo continuativo, attraverso mostre temporanee, in uno spazio dedicato.
Altro caso degno di nota è quello di Patricia Cisneros, collezionista e filantropa, che con la sua Fondazione nel 2018 ha donato circa 200 opere di arte latino-americana a sei musei d’importanza internazionale (il MoMA di New York, il Reina Sofia di Madrid, il Museo de Arte Moderno di Buenos Aires, il Museu de Arte de Lima in Perù, il Bronx Museum di New York e il Blanton Museum in Texas). Anche la collezionista Ella Fontanals-Cisneros ha scelto di donare le sue opere di arte latino-americana allo Stato Spagnolo per l’apertura di un nuovo spazio espositivo nella città di Madrid, che prenderà il nome di Contemporary Art Collection of the Americas e che sarà ospitato negli edifici della ex-fabbrica di sigari Tabacalera. Inoltre agli inizi del 2018, la collezionista ha annunciato la chiusura degli spazi espositivi della Cisneros Fontanals Art Foundation (CIFO) a Miami per collaborare maggiormente con le istituzioni nell’organizzazione di mostre internazionali.
Un accordo diverso ma ugualmente interessante, è quello stretto dal collezionista svizzero Uli Sigg, detentore della collezione di arte contemporanea cinese più completa e importante al mondo, composta da più di 2.000 opere e il museo M+ di Hong Kong. Dopo aver provato a negoziare la donazione di parte della propria collezione con istituzioni di diverse città, sia in Cina che in Europa, nel 2012 il collezionista è riuscito a stringere un importante accordo con il museo M+, il nuovo museo di arte contemporanea e design che aprirà nel 2020 ad Hong Kong. L’accordo ha previsto la donazione di 1.463 opere di circa 350 artisti cinesi, per un valore complessivo di 152 milioni di dollari. Il Governo di Hong Kong ha inoltre proposto di compensare il collezionista svizzero con l’acquisto di altri 47 lavori per un valore complessivo di 22 milioni di dollari. Nell’accordo si stabilisce che la collezione Sigg dovrà rimanere permanentemente esposta in almeno 5.000 metri quadri di spazi e che Uli Sigg avrà un ruolo attivo nei comitati direttivi del museo.
Infine a sperimentare una collaborazione tra pubblico e privato è anche lo Spazio -1, del LAC di Lugano, nato dalla partnership tra le istituzionali amministrative cittadine e i collezionisti privati Giancarlo e Danna Olgiati. I collezionisti hanno siglato un accordo con la Città di Lugano che prevede il deposito e l’esposizione temporanea di 200 opere in uno spazio cogestito, lo Spazio -1, adiacente al LAC. Una collezione importante, che nel 2018 si è arricchita grazie ad una donazione di 76 lavori da parte della coppia di collezionisti. La donazione va a rafforzare l’importante contributo, sotto forma di deposito, che, da oltre cinque anni permette al pubblico di ammirare a titolo gratuito opere che spaziano dal Futurismo a oggi, con un focus sui Nouveaux Réalistes e sull’Arte Povera, e si aggiunge ad altre prestigiose donazioni di privati come la collezione Lenggenhager-Tschannen e la collezione Panza di Biumo.
Proprio a Lugano, il 21 settembre presso il Centro di Studi Bancari – Villa Negroni, la Fondazione Archivio del Moderno propone una nuova riflessione in merito al ruolo contemporaneo del mecenatismo per la cultura artistica e architettonica attraverso un Simposio intitolato L’energia del mecenatismo. Paradigmi ed esperienze in architettura e arte. Coinvolti mecenati che hanno fatto tanto, istituito o donato musei, e finanziato in modo sostanziale la ricerca e la cultura.
*Tratto dal libro in pubblicazione “Musei privati. La passione per l'arte contemporanea nelle collezioni di famiglia e d’impresa”, a cura di Alessia Zorloni. Edito da EGEA.
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Un accordo diverso ma ugualmente interessante, è quello stretto dal collezionista svizzero Uli Sigg, detentore della collezione di arte contemporanea cinese più completa e importante al mondo, composta da più di 2.000 opere e il museo M+ di Hong Kong. Dopo aver provato a negoziare la donazione di parte della propria collezione con istituzioni di diverse città, sia in Cina che in Europa, nel 2012 il collezionista è riuscito a stringere un importante accordo con il museo M+, il nuovo museo di arte contemporanea e design che aprirà nel 2020 ad Hong Kong. L’accordo ha previsto la donazione di 1.463 opere di circa 350 artisti cinesi, per un valore complessivo di 152 milioni di dollari. Il Governo di Hong Kong ha inoltre proposto di compensare il collezionista svizzero con l’acquisto di altri 47 lavori per un valore complessivo di 22 milioni di dollari. Nell’accordo si stabilisce che la collezione Sigg dovrà rimanere permanentemente esposta in almeno 5.000 metri quadri di spazi e che Uli Sigg avrà un ruolo attivo nei comitati direttivi del museo.
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Ph: Fattoria di Celle. Servi muti - Roberto Barni. Courtesy Collezione Gori