La bellezza al governo. Il governo della bellezza
«la cultura non è soltanto un insieme di conoscenze,
ma l'organizzazione di una sensibilità, una trasmissione e ricreazione di valori, un'eredità particolare della nobiltà del mondo»[1],
. «la cultura non la si eredita, la si conquista»[2].
Andrè Malraux
In Italia quasi un milione di minori vive in condizioni di povertà assoluta. La povertà economica è spesso causata dalla povertà educativa: le due si alimentano reciprocamente e si trasmettono di generazione in generazione. Nel nostro paese quasi la metà dei minori in età scolare non ha mai letto un libro, se non quelli di studio, il 70 per cento non ha mai visitato un sito archeologico, il 55 per cento un museo, il 45 per cento non ha svolto alcuna attività sportiva. Il Governo si è prefissato l’obiettivo di contrasto al fenomeno: la misura proposta e approvata dal Parlamento nella Legge di Stabilità prevede l’istituzione in via sperimentale, per la prima volta in Italia, di un Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile per gli anni 2016, 2017 e 2018, alimentato dalle Fondazioni di origine bancaria. A fine aprile il Governo e le Fondazioni di origine bancaria hanno firmato un Protocollo d’intesa per la gestione del Fondo che sarà destinato «al sostegno di interventi sperimentali finalizzati a rimuovere gli ostacoli di natura economica, sociale e culturale che impediscono la piena fruizione dei processi educativi da parte dei minori».
Un tema sul quale la Fondazione Agnelli sta facendo un gran lavoro di lettura, destinato ad acuirsi anche per il fenomeno delle migrazioni bibliche, 12mila persone (e certamente di più), ignare del loro futuro, sono bloccate a Idomeni, in Grecia, al confine della Macedonia, in mezzo al fango con la colpa di essere fuggiti dalla guerra, dalla deprivazione, dalla violenza. Persone disinformate rispetto ai loro diritti di richiedenti asilo, costrette ad accamparsi e vivere in una situazione di totale precarietà. Per questo molti giovani da tutta l’Italia stanno partendo volontariamente per portare aiuto e per testimoniare ciò che accade quotidianamente. Senso civico. Ma non basta, occorrono risposte strategiche.
Proprio oggi l’Acri, ente associativo che raccoglie le fondazioni di origine bancaria e Assifero che rappresenta le fondazioni di famiglia, corporate e di comunità, si presentano unite a Roma per una riflessione di rete, che vada oltre l’emergenza: un approccio moltiplicatore di alleanze che palesa il cambio di pelle in corso della filantropia istituzionale e la portata del loro ruolo nelle grandi sfide per un nuovo welfare. Ne parliamo in questo numero con Katherine Watson e Carola Carazzone, rispettivamente direttori dello European Cultural Foundation e Assifero, pronte per appuntamenti internazionali di lavoro in squadra.
Rivoluzioni - geopolitiche, ambientali, digitali - che stanno cambiando la nostra visione del mondo che «pongono i musei (ndr le istituzioni culturali) di fronte a una sfida generazionale di riscrittura del proprio ruolo.(…)». In attesa dell’imperdibile prossima conferenza di ICOM internazionale che si svolgerà a Milano dal 3 al 9 luglio prossimo, ci stiamo confrontando con i direttori dei musei su «quale futuro attende il museo, come istituzione, come spazio fisico, come custode di memorie e come luogo di elaborazione e confronto». Secondo Lorenzo Giusti, Man «L’arte va incontro a una profonda trasformazione delle pratiche di produzione e fruizione, e questo mette in discussione le convenzioni espositive, le dinamiche di mediazione e i sistemi di legittimazione». In questo numero lo racconta bene, con il suo contributo alla lettura dei fenomeni complessi del nostro tempo, Fatma Bucak, la giovane artista turca riconosciuta internazionalmente che vive a Londra, classe 1982, formatasi a Torino. Esploratrice di confini, conflitti e poteri ci invita a guardare il futuro attraverso una estetica reponsabile, intrisa di etica e poesia, sposando la tesi di Giusti di musei come spazio di astrazione, dibattito e socializzazione, «luoghi di esercizio del pensiero critico».
Un invito alla partecipazione che si legge nell’indirizzo di posta elettronica lanciato dal Governo per raccogliere le segnalazioni dei cittadini su luoghi pubblici dimenticati da recuperare, ristrutturare o reinventare per il bene della collettività (stanziamento 150 milioni di euro). [email protected], un indirizzo che potremmo tradurre nel gioco del rebus come «la bellezza al governo nell’era digitale», come strategia di promozione umana intuita nell’800 dalla visionaria Giulia di Barolo mutuando il pensiero di Giuseppe Pelli Bencivelli che affermava a metà del ‘700 «consentite alle persone di specchiarsi nella bellezza, affinchè sappiano riconoscersi e riprodurla nella vita».
Nel numero molto ancora: il mese sarà denso di momenti di riflessione sull’innovazione delle pratiche e delle politiche pubbliche e private nella cultura, partendo dalla due giorni del 19/20 maggio del network internazionale di Artlab, al quale diamo il nostro contributo sul nuovo welfare. In questo numero cerchiamo di capirne di più sulla Riforma del Terzo Settore che prende corpo (Francesco Florian). Intorno al digitale cambiano le strategie (Emanuela Gasca) e nuovi settori si aprono come la gamification (letta da Fabio Viola), la relazione con il benessere, quali le fonti di finanziamento, dall’accesso al credito (Luca Celi) al nuovo 2 per mille (Francesco Mannino), agli investimenti 4.0 della factory di Cariplo. E molto altro.
[1] Tratto dal discorso pronunciato il 28 settembre 1968 da André Malraux in occasione dell'Assemblea generale dell'Association Internationale des Parlementaires de Langue française
[2] Tratto dal discorso pronunciato il 28 maggio 1959 da André Malraux ad Atene, Hommage à la Grèce
Foto: All copyrights owned by Fatma Bucak ©
An empire of the imagination Video Still
Performance eseguito da due attivisti Sahrawi davanti il muro di separazione di Marocchino.
An empire of the imagination, 2016
HD, colour, sound, 1 min. 53 sec.