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L’«UNIVERSO FUTURISTA» INAUGURA LA FONDAZIONE CIRULLI

  • Pubblicato il: 15/04/2018 - 09:02
Autore/i: 
Rubrica: 
FONDAZIONI E ARTE CONTEMPORANEA
Articolo a cura di: 
Roberta Bolelli

A San Lazzaro di Savena nell’hinterland bolognese una Collezione che raccoglie l’evoluzione dell’arte figurativa e della cultura italiana del ‘900 dalla nascita della modernità e del made in Italy fino al boom economico.


 
Universo Futurista, mostra a cura di Jeffrey T. Schnapp e Silvia Evangelisti su un periodo storico (1909 -1939), di grande interesse nella tradizione artistica italiana, inaugura il 21 aprile l’avvio dell’attività della Fondazione Massimo e Sonia Cirulli, nuova istituzione privata italiana che a San Lazzaro di Savena, nell’hinterland bolognese ha voluto collocare la propria Collezione (come anticipammo su questo Giornale nel febbraio 2017).
 
Nata da un archivio storico, avviato a New York nel 1984 dai suoi fondatori Massimo e Sonia Cirulli, oggi raccoglie, attraverso alcune migliaia di pezzi, l’evoluzione dell’arte figurativa e della cultura italiana del ‘900 (dalla pittura alla scultura al design).
 
Nello specifico la Fondazione nasce con l’obiettivo di valorizzare, in ambito nazionale e internazionale, l’arte e la cultura visiva italiana del XX secolo attraverso una rilettura multidisciplinare - e la promozione di progetti divulgativi - della cultura creativa italiana dalla nascita della modernità e del made in Italy fino al boom economico.
 
In questa rilettura l’estetica futurista rappresenta appunto la nascita della modernità: esprime un nuovo modo di concepire la creazione artistica, supera i confini delle arti tradizionali e coinvolge la vita quotidiana per diventare “arte totale”, con un legame strettissimo tra arte e vita. Non a caso le tematiche centrali dell’estetica futurista furono la vitalità creativa, la giocosità e la fantasia di un’arte che – parole di Giacomo Balla e Fortunato Depero - «rallegra il mondo ricreandolo integralmente».
 
Universo Futurista (la mostra sarà visitabile fino al 18 novembre di quest’anno) indaga le variegate espressioni di questa nuova concezione estetica attraverso un percorso, «multimediale» diremmo oggi, di oltre 200 opere, dipinti, sculture, oggetti di design, disegni progettuali, fotografie e fotomontaggi, manifesti pubblicitari e documenti autografi di ogni genere, scelti all’interno della Collezione, realizzati in molteplici materiali, forme e misure, dal 1909 fino alla fine degli anni ‘30 del Novecento, dai più affermati artisti futuristi tra cui Balla, Boccioni, Bonzagni, Depero, Licini, Marinetti, Munari, Sant’Elia e  Sironi.
 
Una straordinaria varietà espressiva collocata in «ambientazioni» dedicate alle tematiche caratteristiche del futurismo come la velocità, l’energia, il progresso, l’uomo meccanizzato e il design domestico. Un progetto non tradizionale ma, come sottolinea Jeffrey T. Schnapp co-curatore della mostra, «un percorso esplorativo attraverso l’abbondanza e la molteplicità dei materiali conservati nella collezione della Fondazione, evidenziando raggruppamenti, costellazioni, ritmi diversi di opere e variazioni di misura dal grande al piccolo, dal pieno al vuoto».
 
Importante anche la sede in cui la mostra è stata allestita: l’edificio progettato a San Lazzaro di Savena, nel 1960, dagli architetti e designer Achille e Pier Giacomo Castiglioni per Dino Gavina e Maria Simoncini, restaurato nel pieno rispetto delle scelte originali, con all’ingresso l’isolatore elettrico acquistato da Gavina per farne il simbolo dell’edificio, proveniente dal padiglione del Giappone alla XI Triennale di Milano del 1957.
 
Di questo percorso attraverso la cultura creativa italiana del ‘900 e dei progetti futuri della Fondazione, parliamo con Silvia Evangelisti, non solo co-curatrice ma anche autorevole esponente del Comitato Scientifico.
 
Con la Mostra sull’”Universo Futurista” si inaugura l’attività della Fondazione Cirulli. Quali ne sono gli elementi più significativi per te come co-curatrice?
 
"Universo Futurista", la mostra di apertura della Fondazione, è stata pensata, progettata e costruita come rivisitazione totale della creatività futurista dagli anni della nascita del Movimento sino alla fine degli anni '30, in linea con il ricchissimo archivio di opere e documenti patrimonio della Fondazione Cirulli e che ne costituiscono l'unicità e l'importanza storico-artistica.
Il punto di forza della mostra - così come dell'archivio della Fondazione - è costituito non solo dalla qualità delle opere ma soprattutto dalla loro varietà, che permette di ricostruire una storia nella sua totalità di espressione creativa, proponendo opere della cultura artistica alta - dipinti, sculture, disegni, fotografie - insieme a prodotti della cultura materiale, come manifesti rari e di forte impatto visivo, manufatti in ceramica o argento e metallo, mobili disegnati da artisti, esempi di invenzione tipografica di straordinaria precocità inventiva.
La mostra intende mettere in luce il forte impatto che l’arte totale futurista ha avuto, a 360 gradi, sulla cultura italiana e non solo.
Questo è un taglio poco frequentato in Italia ma molto amato, ad esempio, negli Stati Uniti, e non è un caso che uno dei curatori, Jeffrey Schnapp, sia americano. A lui si deve l'ideazione di un percorso espositivo particolare, che, in linea con la proposta futurista, non è antologico ma adotta un approccio interdisciplinare scandito da “orbite" tematiche che svelano la necessità di applicare il principio estetico a tutti gli ambiti del quotidiano, nella formalizzazione di quel connubio tra arte e progetto che a partire da questo momento ricoprirà un ruolo rilevante.
 
La Fondazione Cirulli nasce per raccogliere e alimentare una narrazione originale sulla creatività italiana nel ‘900.  Come vedi – con la tua ricca esperienza - questo spazio di approfondimento nel panorama culturale e artistico bolognese e non solo?
 
Da questo punto di vista credo che la Fondazione Cirulli, praticamente un unicum in Italia, svolga e svolgerà un ruolo molto importante per la cultura visiva italiana nel mondo. E’ un ricchissimo bacino di materiali che permettono di ricostruire (e capire) le radici del tanto evocato Made in Italy, la nascita del design industriale, nostro grande patrimonio, l'evoluzione del progetto artistico nell'ambito della produzione industriale. E ciò attraverso opere d'arte, progetti, disegni, fotografie, filmati, documenti, oggetti, manufatti di ogni tipo creati dagli artisti italiani nei primi 60 anni del secolo scorso, che coprono campi poco frequentati dai collezionisti e dalle istituzioni pubbliche italiane.
E già da tempo che musei internazionali attingono al patrimonio della Fondazione Cirulli per grandi esposizioni.
 
Quali i progetti della Fondazione Cirulli e tuoi in cantiere?
 
I progetti in campo sono più d'uno e, portata a termina questa grande avventura, ci si dedicherà a vagliare le molte possibilità, con un occhio a Bologna e, soprattutto, all'ambito internazionale.
I miei progetti? Ne ho alcuni in campo, non ho mai lavorato tanto.
 
 
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