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Globalizziamo la giovane arte italiana

  • Pubblicato il: 09/09/2011 - 10:13
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Articolo a cura di: 
Catterina Seia
Opere di Nicola Pecoraro e Riccardo Previdi

New York. Nicola Pecoraro e Riccardo Previdi vincono la prima edizione del «Premio Selezione Istituto di Cultura Italiano di New York».
I loro progetti site-specific, realizzati in residenza, saranno in mostra, con la cura di Laura Barreca, dal 4 al 28 novembre 2011 nella sede dell'Istituto di Cultura Italiana di NewYork. Documentazione originale, con due libri d’artista. La nuova opportunità di presentazione nella grande mela della ricerca della giovane arte italiana, rigorosamente selezionata con un meccanismo a tre livelli di giuria internazionale, è voluta e costruita dall’Istituto Italiano di Cultura. L’operazione, che dal prossimo anno prenderà il nome di «Gotham Prize Istituto Italiano di Cultura di New York» - è un investimento a lungo termine, sinergico con il consolidato e prestigioso «Premio New York. Premi Farnesina per la cultura» con il quale condividerà dal 2012 la giuria di curatori e critici.

Dalla prima edizione il premio vuole avviare un percorso con coloro che ritengono rilevante investire sui giovani e sul confronto internazionale dell’arte del nostro Paese. Chiama quindi all’appello fondazioni, collezionisti e aziende che intendono prendere attivamente parte. Unendo le forze tra pubblico e privato non occorrono grandi capitali anche per la scena internazionale: si ottengono visibilità, possibilità di promozione i propri progetti legati al mondo dell'arte contemporanea, sviluppare attività di pubbliche relazione e marketing durante l'intero periodo espositivo della mostra presso gli spazi dell'Istituto di Cultura Italiano. Apertura della mostra il 3 novembre 2011, con un dibattito con alcuni dei rappresentanti della giuria internazionale, tra cui Francesco Bonami, Riccardo Viale, Direttore dell’Istituto Italiano di Cultura di New York, Vivienne Greene, curatrice del Guggenheim Museum di New York e altri esperti sullo stato dell'arte italiana all'estero e sulla politica di coinvolgimento dei privati nella promozione culturale internazionale.
Il Progetto di Nicola Pecoraro e Riccardo Previdi
La prima edizione del Premio Selezione 2011 presenta i progetti dei due vincitori Nicola Pecoraro e Riccardo Previdi. I due artisti, tra le più interessanti promesse della giovane arte italiana, espongono con differenti modalità linguistiche (video, disegni, fotografia, installazione) un nucleo di opere prodotte specificatamente per il progetto di ricerca presentato per la competizione al Premio.
La mostra è accompagnata da due libri d’artista, pubblicati da Nero Magazine, che raccolgono pensieri, progetti, prove, disegni, schizzi e fotografie, una sorta di percorso per immagini che racconta l'aspetto intuitivo, processuale delle due ricerche, dal loro concepimento alla loro realizzazione. Le due pubblicazioni sono pensate come uno strumento di diffusione del progetto degli artisti oltre l’esposizione delle opere, in cui, attraverso la relazione instaurata con le opere e le idee dei lavori di Robert Smithson (Pecoraro) e Buckminster-Fuller (Previdi) il libro racconta la "frequentazione intellettuale", come la prima, vera opera del percorso espositivo pensato per la mostra a New York.

Il lavoro di Nicola Pecoraro (Roma, 1978) si basa sullo studio e lo sviluppo di nuove strategie estetiche che mettono in discussione precisi confini di genere. Muovendosi tra pittura, scultura e installazione, le sue opere creano un forte senso di contaminazione in cui il rapporto con il pubblico e con lo spazio espositivo divengono ulteriori momenti di confronto. Il progetto per la mostra a New York è ispirato dalla figura del Land artista americano Robert Smithson e sulle modalità di ricerca e di operatività condotte. Il progetto per il Premio Selezione è uno studio basato sugli scritti antimonumentali di Robert Smithson, che costituiscono una base e un riferimento fondamentale nel lavoro di Pecoraro, come A Tour of the Monuments of Passaic, New Jersey, Some Void Thoughts on Museums, Entropy and the New Monuments, The Chrystal Land. Nicola Pecoraro ha pensato un tour nei luoghi descritti da Smithson, quasi tutti intorno alla zona di New York e nel New Jersey, con l’idea di cercare le impronte degli elementi da lui descritti, e documentare lo stato in cui si trovano oggi. In A Tour of the Monuments of Passaic, New Jersey per esempio, Smithson indica i nuovi monumenti: una fontana di scarico, un ponte con pedane di legno, una pompa galleggiante e così via. Questi elementi del paesaggio, al tempo già archeologia industriale, dovrebbero essere oramai scomparsi, o perlomeno resi irriconoscibili dal tempo e dalle intemperie o da eventuali cambi di forma per mano umana. L’artista visita gli stessi luoghi frequentati da Smithson, immaginandoli com’erano al tempo in cui li visitò l’artista americano, per capire se e come ne è mutato lo spirito, cercando le analogie con alcune rovine laziali. Tutto questo si basa su una congettura, una proiezione mentale attraverso i libri e le testimonianze di questi luoghi. Una riflessione sull’entropia, le possibilità narrative e i paesaggi mentali che ne scaturiscono. Il materiale documentativo, perlopiù sottoforma di video, costituisce la base per l’opera da esporre all’istituto Italiano di Cultura di New York.

Riccardo Previdi (Milano, 1974) si è formato come architetto a Milano, la sua città natale, e di quel percorso ha conservato modi legati alla costruzione dell’idea, l’attitudine a raggiungere un esito formale come processo conoscitivo e creativo insieme. All’inizio del Duemila, si trasferisce a Berlino, da allora Previdi ha sempre di più focalizzato la sua ricerca sul rapporto tra arte e architettura, sulla rilettura della tradizione del design italiano, attraverso un linguaggio pop che tende ad esibire i processi di costruzione dell’immagine. L’operazione concettuale di Riccardo Previdi riflette le possibilità e i limiti del progresso tecnologico e scientifico della modernità, attraverso l’esibizione dell’oggetto e della sua natura fittizia. Il progetto Gigantic Fly’s Visual Memory pensato per la mostra di New York riflette sull’esperienza concettuale e architettonica di Buckmintser-Fuller e si concentra sull’architettura del Fly’s Eye Dome collocata nello stato di New York, al La Guardia Place.  Il progetto è articolato in tre fasi: la realizzazione del libro d’artista, una serie di “test”, stampe rielaborate digitalmente, e la creazione di un’installazione negli spazi dell’Istituto Italiano di Cultura di New York. La serie dei “Test” a cui l’artista lavora da alcuni anni, sono vere e proprie prove di stampa, cioè diagrammi che si usano per la calibrazione cromatica delle stampanti, ma anche test qualitativi di oggetti vari di consumo. Le immagini trovate su internet poi ristampate su fogli di carta A4, vengono accartocciate, fotografate, poi riprodotte con un plotter laser su materiale plastico pvc. L’immagine rivela l’esito di un procedimento tecnico legato alla produzione di immagini, ma è anche la dimostrazione del fallimento causato dalla rapida obsolescenza delle tecnologie contemporanee.

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