Fondazioni culturali: modelli ed esperienze di collaborazione fra pubblico e privato
Lugano. A fine settembre, per la prima volta allo stesso tavolo, fondazioni svizzere e italiane per il simposio «Fondazioni culturali: modelli ed esperienze di collaborazione fra pubblico e privato», con la presentazione all’USI - Università della Svizzera Italiana del «Rapporto sulle Fondazioni Svizzere 2011» realizzato dalla SwissFoundations - Associazione delle fondazioni donatrici svizzere, in cui emerge la centralità della collaborazione attiva tra il mondo delle istituzioni, università e fondazioni nel promuovere la crescita dell’economia e della società ticinese.
Un’operazione orchestrata da LAC Lugano Arte e Cultura. Lidia Carrion, General Manager del LAC, ha sottolineato che «oggi uno spazio culturale non può essere soltanto un luogo rivolto a pochi appassionati, ma deve diventare un centro pulsante della vita non soltanto culturale, ma anche sociale della città». E in un momento di grandi trasformazioni, promuove un confronto su soggetti in via di espansione, centrali nel ruolo di finanziamento alla cultura.
Nonostante la crisi, il 2010 è stato un anno positivo per le fondazioni di pubblica utilità in Svizzera. Netto è l’incremento del numero delle fondazioni e dei patrimoni gestiti, dopo le flessioni accusate nel 2009. A fine 2010 erano 12.531 le fondazioni di pubblica utilità (716 in Ticino, di cui 74 sotto vigilanza federale), con 500 nuove unità nell’anno. Lo sviluppo numerico di questi soggetti si rileva negli ultimi anni: il 68,7% nate nell’ultimo decennio nella Svizzera Romanda, il 46,7% nel Ticino, il 43,8 per la Svizzera tedesca con il 43.8% (Stiftungsreport 2011).
Grazie alla banca dati del «Centre for Philanthropy Studies» (CEPS), è possibile disporre della morfologia aggiornata del paesaggio svizzero delle fondazioni. Il Rapporto sulle fondazioni svizzere 2011 è il frutto di una cooperazione tra Swissfoundations, il Centro per il diritto delle fondazioni dell’Università di Zurigo e il Centre for Philanthropy Studies dell’Università di Basilea. Una sintesi di prospettive, ciascuna con le sue priorità, che offre il quadro della situazione e degli sviluppi del mondo delle fondazioni in Svizzera.
In questi anni di crisi, a livello nazionale e internazionale, è visibile l’impegno del mondo filantropico a mantenere stabili le erogazioni. Un mercato importantissimo con erogazioni per 1.5 miliardi di franchi per anno, oltre a circa 900 miliardi di franchi di patrimoni lasciati in eredità (CEPS- Centre for philanthropy services, Università di Basilea), di cui una parte sicuramente utilizzata a scopo filantropico. «Stiamo assistendo a dei grandi sforzi di apertura nei confronti dei richiedenti. Le fondazioni si aprono a collaborazioni fra di loro a livello nazionale ed internazionale e stimolano iniziative che tendono a consorziare i richiedenti, ottimizzando in questo modo anche l’impatto sociale delle iniziative» ha affermato Elisa Bortoluzzi Dubach, uno dei principali consulenti europei nel settore.
Pier Luigi Sacco, Preside della Facoltà di Arte, Mercati e Patrimoni della Cultura, Università IULM di Milano e Docente all'USI Università della Svizzera, ha delineato lo scenario di riferimento: «l’economia culturale e creativa, alla luce delle più importanti esperienze di sviluppo locale degli ultimi anni, è uno dei settori più promettenti di crescita economica e sociale del futuro prossimo. La cultura non si esaurisce più nella sua funzione tradizionale di passatempo, ma diventa un fattore fondamentale per il conseguimento di traguardi di cruciale importanza per il futuro di qualsiasi territorio: l’innovazione, la qualità della vita, la coesione sociale, la sostenibilità. Allo stesso tempo, la produzione culturale e creativa rappresenta oggi un vero e proprio macro-settore industriale, tra i più grandi in assoluto dell’economia europea e soprattutto in rapida crescita anche in momenti congiunturali difficili come quello attuale. All’interno di questo scenario di opportunità, le fondazioni possono avere un ruolo importantissimo, operando come vere e proprie agenzie del cambiamento, selezionando i progetti ed i talenti creativi e imprenditoriali migliori e facilitandone l’affermazione in un’ottica di produzione di qualità economica e sociale, con una grande attenzione alla valutazione di efficacia e di impatto delle proprie iniziative, e con una forte sensibilità verso l’accountability nei confronti della società civile. In questo modo, le fondazioni possono supplire in modo decisivo ai limiti dell’intervento statale, inaspriti da una fase di risorse finanziarie scarse, conquistando una leadership importante ed una capacità di visione nel dare corpo all’economia e alla società del XXI secolo».
Pier Mario Vello, Segretario Generale della Fondazione Cariplo, ha affermato che «negli ultimi vent’anni la società civile e il mondo finanziario ed economico hanno attraversato grandi cambiamenti: crisi valoriali e sociali, crisi finanziarie, aumento dei disagi, incremento dei flussi migratori tra diverse parti del mondo... Molti cambiamenti costituiscono una sfida, moltissimi sono delle vere e proprie opportunità. La cultura rappresenta il filo conduttore per comprendere questi cambiamenti. Si tratta, però, di una cultura non autoreferenziale e asfittica riservata ai salotti esclusivi o alle cerchie di esperti, né una cultura che per aprirsi al vasto pubblico si trasforma in un evento da applauso. Parliamo piuttosto di una concezione di cultura che sia leva del cambiamento sociale e dell’innovazione creativa con cui costruire mondi nuovi. Le fondazioni hanno un grande ruolo nel produrre e promuovere cultura. Interroghiamoci su cosa fanno e come lo fanno, dato che fare il bene non è più sufficiente. Bisogna anche farlo bene. Si trovano in un momento privilegiato: la loro evoluzione le può portare a essere agenti di cambiamento culturale, con impatti trasversali sull’intera società e sulle sue potenzialità imprenditoriali».
Beate Eckhardt, Segretario Generale di SwissFoundations, ha evidenziato come, proprio nei momenti di crisi, le fondazioni possano agire il ruolo di promozione dell’innovazione, attraverso partenariati e collaborazioni. L’associazione, che opera a livello nazionale, affilia 80 fondazioni donatrici di pubblica utilità, erogatrici nel 2010 di più 210 milioni CHF, il 20% del volume erogato da tutte le fondazioni svizzere.
Realtà ancora frammentarie, che portano all’organizzazione di eventi, manifestazioni o mostre che suscitano meno interesse di quanto prefissato, mentre meriterebbero molta più notorietà. Fondamentale per Mimi Lepori Bonetti, Direttrice generale della Fondazione San Gottardo, costituire un tavolo delle Fondazioni donatrici ticinesi che abbia la capacità di porsi come soggetto attivo nei confronti dello Stato e dell’economia. «E’ solo garantendo un partenariato nuovo tra società civile e Stato che è possibile far fronte, in modo innovativo, alle sfide che ci attendono. Le fondazioni donatrici, se riunite tra di loro, sono in grado di interagire, di ottimizzare gli interventi sul territorio, di porsi in modo costruttivo. Un vero salto di qualità per il mondo delle fondazioni e un segnale forte per affermare il ruolo insostituibile della società civile».
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Sono intervenuti:
Luca De Biase, scrittore, giornalista de Il Sole 24 Ore e professore all’Università IULM ed al Politecnico di Milano
Piero Martinoli, Presidente dell'USI- Università della Svizzera italiana
Pier Luigi Sacco, Preside della Facoltà di Arte, Mercati e Patrimoni della Cultura, Università IULM, Milano e Docente all'USI Università della Svizzera italiana, Lugano
Pier Mario Vello, Segretario generale Fondazione Cariplo
Moreno Bernasconi, giornalista, membro del Consiglio di fondazione della Fondazione Pro Helvetia e dell'Istituto Svizzero di Roma
Elisa Bortoluzzi Dubach, Docente universitario e Consulente di Sponsorizzazioni e Fondazioni
Lidia Carrion, General Manager LAC Lugano Arte e Cultura
Beate Eckhardt, Segretario Generale di SwissFoundations - Associazione delle fondazioni donatrici svizzere
Giuliana Setari Carusi, Collezionista, Presidente di Cittadellarte Fondazione Pistoletto e di Dena Foundation, Parigi e New York
Anna Bonacci
Christoph Merian Stiftung
Giorgio Giudici, Sindaco di Lugano
Mimi Lepori Bonetti, Direttrice generale della Fondazione San Gottardo