Fondazione Carisbo chiama il territorio al dialogo
L’ente bolognese presenta i risultati 2015 e le proprie linee di sviluppo strategico, stanziando 12 milioni di euro per il 2016. Su un erogato di 16,47 milioni nel 2015 la Cultura ha il principale peso con 9,5 milioni, di cui l’80% sul progetto dell’ente, Genus Bononiae. Per il futuro Carisbo si propone di riportare su un terreno più pragmatico e collaborativo il dibattito tra istituzioni locali sui temi chiave per il futuro del territorio, dopo un recente passato di toni divergenti, in particolare su Fiera di Bologna e infrastrutture. Cardine della poltica dell’ente la creazione di occupazione giovanile e l’attenzione alle fasce della popolazione a rischio di emarginazione sociale
Bologna. E’ tempo di bilanci di missione per le due più importanti Fondazioni bancarie bolognesi (Carisbo e Monte di Bologna e Ravenna), che hanno presentato quasi in contemporanea i rendiconti delle loro attività e dei loro rapporti con i territori nel 2015. In entrambi i casi le problematicità degli andamenti economici, i maggiori oneri della componente fiscale, le turbolenze finanziarie non hanno mancato di riflettersi sulle quotazioni dei due maggiori gruppi bancari italiani, detenuti dalle fondazioni (rispettivamente Intesa Sanpaolo e UniCredit), senza tuttavia, almeno per il momento, ridurre le erogazioni degli enti.
Al centro della presentazione della Fondazione Carisbo un dettagliato – e innovativo rispetto al passato - documento sull’attività perché come ha sottolineato il Presidente Leone Sibani «il bilancio vuole essere uno strumento di comunicazione per chiunque desideri approfondire l’operato della Fondazione. E’ un documento aperto, rivolto a tutti gli stakeholder, siano essi cittadini, istituzioni o associazioni del territorio».
Il bilancio di missione illustra i dati gestionali più significativi dell’esercizio 2015 della Fondazione, con ricavi per 32 milioni di euro, un avanzo di 13,8 milioni a fronte del quale le erogazioni deliberate hanno raggiunto i 13,59 milioni, mentre l’ammontare complessivo di contributi liquidati (comprendendo anche delibere assunte in esercizi precedenti) è stato di 16,47 milioni.
La distribuzione delle risorse – in un esercizio nel quale la dimensione del patrimonio netto è rimasta complessivamente invariata e consolidata a 760 milioni di euro, con costi di gestione ridotti del 10% rispetto al 2014 – ha fortemente privilegiato il settore dell’Arte e delle attività culturali con 9,5 milioni (di cui oltre l’80% ha finanziato le iniziative del Progetto Genus Bononiae), mentre sono stati destinati all’Assistenza e tutela delle categorie deboli 2,1 milioni (15%), all’Educazione, istruzione e formazione 1,3 milioni, alla ricerca scientifica 0,38 milioni e ad altri settori di intervento fra i quali la Protezione e qualità ambientale 0,15 milioni.
«Avremmo voluto garantire a ciascun settore il medesimo sostegno» ha puntualizzato Sibani «ma siamo ancora lontani da questo traguardo: oltre al costante impegno nell’arte e cultura a sostegno del funzionamento della Società strumentale costituita nel 2003 per realizzare il progetto Genus Bononiae, i nostri sforzi si sono concentrati sul sociale, con interventi mirati, rivolti ai giovani, agli anziani e più in generale alle famiglie in difficoltà economica».
Una attività erogativa intensa che ha determinato un aumento degli impegni di 3,5 milioni rispetto al 2014 (da 10 a 13,5). Come ha osservato il presidente «il 2015 ha consentito di muovere una massa finanziaria di significativa entità, superiore alle stime compiute nel 2014, quando si prevedeva un volume di attività di 12 milioni. Sono stati messi in campo investimenti per circa 13,5 milioni di euro tramite erogazioni in grado di sostenere una progettualità variegata, in linea con gli indirizzi strategici della Fondazione».
Per il futuro Sibani («L’ascolto dei bisogni della comunità locale ispira il nostro operato») ha confermato nel 2016 l’impegno, già previsto nel documento programmatico dell’anno in corso, di destinare all’attività erogativa 12 milioni di euro, con utilizzo dei Fondi per le erogazioni che attualmente ammontano a 34,8 milioni (dei quali 7,9 derivanti dall’avanzo di esercizio 2015). E ha anche riconfermato alcune linee di sviluppo strategico della Fondazione: il sostegno a progetti volti a promuovere lo sviluppo del territorio (riportando su un terreno più pragmatico e collaborativo con le istituzioni locali un dibattito che in precedenza aveva assunto toni divergenti, ad esempio su Fiera di Bologna e infrastrutture) ed a creare nuovi posti di lavoro soprattutto per i giovani con particolare attenzione verso le fasce della popolazione più deboli, a rischio povertà ed emarginazione sociale.
Sibani non ha mancato anche di richiamare le «altre sfide dettate dalle importanti novità introdotte dal Protocollo di Intesa sottoscritto dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e dall’associazione di categoria delle fondazioni di origine bancaria (Acri)» che impone nei prossimi due anni «la diversificazione degli investimenti». E non ha trascurato, di fronte alle complessità e difficoltà dello scenario (ma anche dei rapporti interni ed esterni alla Fondazione, non dimenticando che negli ultimi due mesi l’ente è stato attraversato da contrasti a livello istituzionale, anche con il nuovo Rettore dell’Università e con il Sindaco di Bologna, per le nomine nel Consiglio di Indirizzo), un «invito a collaborare, a essere uniti verso obiettivi comuni nel rispetto delle specificità, delle competenze e dei valori fondanti, oltre che dei ruoli istituzionali».