La Cina è vicina: Industrie culturali e creative, un nuovo settore prioritario
STUDI E RICERCHE
La Cina sta sviluppando una società basata sui servizi e su un’industria high value-added: un passaggio fondamentale per affermare l’immagine di un Paese capace di offrire un modello in parte alternativo a quelli occidentali. Negli ultimi tre decenni sono stati edificati in media 100 nuovi musei, 386 nel 2011. Nel 2013 il China’s National Bureau of Statistics ha dichiarato che il prodotto delle ICC è cresciuto di 60 volte in soli 10 anni, passando al 3.84% del PIL nazionale. Favorendo l’assorbimento della cultura dall’estero, esplorando il mercato internazionale delle ICC, innovando la cultura con il “go out”, la Cina rafforza il soft power e la propria influenza a livello globale. Le linee tracciate dal XII Piano Quinquennale vengono riprese, senza soluzione di continuità, dal XIII Piano Quinquennale che mira ad arricchire l’offerta di prodotti e servizi culturali e innalzaare il grado di apertura culturale verso l’estero. Gli artisti, che oltre 60 anni fa Mao Zedong aveva definito “ingegneri dell’anima” sono chiamati a contribuire alla diffusione del soft power all’estero ed aumentare l’influenza politico-culturale cinese, specialmente nelle aree in via di sviluppo del pianeta come Africa e Sud America. Ne scrivono Francesca Spigarelli, Direttore del China Center di Macerata, intervenuta sul tema a Mantova per ArtLab, e Lorenzo Compagnucci
Articolo a cura di:
Francesca Spigarelli e Lorenzo Compagnucci
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